Iniziativa della Gioventù socialista: arbitraria, dannosa e ingannevole
Il Consiglio federale ha appena pubblicato il suo messaggio concernente l’iniziativa della Gioventù socialista (GISO), bocciandola. Come il Consiglio federale, anche gli ambienti economici respingono questa richiesta estrema di tassare al 150% i redditi da capitale. Le conseguenze per le imprese svizzere di media dimensione, in particolare per le imprese familiari e le start up, sarebbero importanti. Anche i piccoli investitori, i proprietari immobiliari e l’agricoltura sarebbero potenzialmente colpiti. L’iniziativa riguarderebbe una cerchia molto più ampia dell’1% dei contribuenti.
L’iniziativa della Gioventù socialista vuole tassare alcuni redditi da capitale in ragione del 150%. Questa tassazione arbitraria è in contraddizione con diversi punti centrali della nostra Costituzione. L’imposizione dovrebbe essere uniforme e basata sulla capacità economica. La palese sovraimposizione di alcuni redditi prevista dall’iniziativa è dunque incompatibile con il testo della Costituzione. Inoltre, il carattere vago dell’iniziativa in alcuni aspetti preoccupa. L’iniziativa non precisa ciò che si intende con «redditi da capitale» né a cosa dovrebbero servire le entrate supplementari. I cittadini dovrebbero esprimersi ad occhi chiusi. Anche le persone potenzialmente interessate non sanno cosa aspettarsi. L’iniziativa riguarderebbe ampi settori dell’economia svizzera, ma anche eventualmente dei piccoli investitori, proprietari, il settore agricolo nonché i Cantoni. L’iniziativa popolare infrange la sovranità fiscale dei Cantoni e rimetterebbe in discussione la loro imposta sulla sostanza.
Disastrosa per le imprese, in particolare le aziende familiari e le start up
In futuro, in caso d’accettazione dell’iniziativa, i redditi da capitale sarebbero sovratassati in tutta la Svizzera. Insieme alle già gravose imposte sul patrimonio, l’imposizione in ragione del 150% dei redditi da capitale rappresenterebbe un onere eccessivo per gli imprenditori, che sarebbero costretti ad attingere sistematicamente al patrimonio aziendale. Gli investimenti futuri verrebbero fortemente ostacolati. Inoltre, numerosi imprenditori confrontati a processi di successione già difficili, abbandonerebbero probabilmente l’attività se l'impresa dovesse effettivamente essere liquidata a causa della tassazione dei plusvalori realizzati. Si tratta di una questione che concerne il patrimonio stesso delle imprese. In Svizzera, oltre l'80% delle imprese è costituito da aziende a conduzione familiare, e quasi la metà di queste viene trasmessa all'interno della famiglia. E la Svizzera potrebbe perdere visibilità quale rinomata sede per le start up se le imposte dovessero privare i loro creatori del frutto del loro lavoro.
Impatto molto più esteso di quanto affermato dagli autori dell’iniziativa
Considerato il modo in cui l’iniziativa è stata concepita ed interpretata dai suoi promotori, ci si rende subito conto che essa toccherebbe cerchie più ampie di quanto previsto. La soglia evocata, «ad esempio 100'000 franchi», è ingannevole. I dividendi delle imprese e i plusvalori privati potrebbero essere pesantemente tassati a partire dal primo franco, ciò che riguarderebbe anche i piccoli imprenditori, i piccoli investitori e i proprietari immobiliari. Le eccezioni proposte dalla Gioventù Socialista per quanto concerne il valore locativo e i versamenti al 2o e al 3o pilastro sembrano poco plausibili, dato che i vantaggi fiscali per la proprietà di un'abitazione e la previdenza privata sono regolarmente combattuti dalla sinistra.