
Estensione della compensazione delle perdite: importante in tempi di crisi
L’essenziale in breve:
- La compensazione delle perdite sarà estesa da sette a dieci anni.
- Poter compensare le perdite con gli utili futuri per tre anni in più è d’aiuto per le start-up e le imprese.
- economiesuisse valuta positivamente la proposta, ma intravede anche la possibilità di una compensazione a tempo indeterminato delle perdite, ad esempio in combinazione con un'imposta minima sugli utili.
Il 17 febbraio 2025, la Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET-N) inizierà le sue deliberazioni sull'estensione del riporto delle perdite. La proposta prevede che le imprese e i lavoratori indipendenti potranno compensare le perdite con gli utili futuri non più per soli sette, bensì per dieci anni. La nuova normativa è una conseguenza della pandemia di coronavirus: le imprese devono poter dedurre le perdite subite durante la pandemia nel modo più completo possibile. Il periodo di deduzione è stato quindi esteso a dieci anni.
Un aiuto per le start-up e le imprese in tempi di crisi
L'orientamento della misura è corretto. Una compensazione delle perdite su un periodo di tempo più lungo è particolarmente importante per le start-up, che effettuano spesso grandi investimenti nei primi anni senza realizzare immediatamente degli utili. Tuttavia, anche le imprese consolidate che subiscono perdite in tempi di crisi o di sconvolgimenti del settore ne beneficiano. L'estensione dovrebbe inoltre essere applicata in modo trasversale e non solo alle perdite dovute alla pandemia. In definitiva, l'obiettivo è quello di proteggere le imprese da un’imposizione eccessiva. Se gli utili devono essere sempre tassati, le perdite dovrebbero essere sempre deducibili come spese. La limitazione temporale delle deduzioni distorce il sistema. Le imprese pagano più imposte di quanto sarebbe effettivamente giustificato. Idealmente, quest’imposizione eccessiva andrebbe completamente esclusa.
Un consenso internazionale
In molti Paesi europei, la compensazione a tempo indeterminato delle perdite è già una prassi consolidata e riconosciuta a livello internazionale come corretta. In alcuni casi, esistono delle restrizioni, come la deducibilità a tempo indeterminato solo fino a un certo importo. Anche l’imposizione minima degli utili è un'alternativa possibile: le imprese possono compensare le perdite con gli utili futuri a tempo indeterminato, ma sono tenute a pagare ogni anno le imposte su una determinata percentuale del loro utile netto (ad esempio, il 20 percento se è stato realizzato un utile netto). Questo modello è già stato discusso nel contesto delle precedenti riforme fiscali (Riforma III dell’imposizione delle imprese) ed è stato indicato dal Consiglio federale come un modo per rafforzare la resilienza finanziaria. Potrebbe quindi trattarsi di una soluzione adeguata sia per le imprese che per lo Stato. Le imprese sarebbero protette da un’imposizione eccessiva e le entrate dello Stato verrebbero stabilizzate.