# 3 / 2024
03.05.2024

La politica agricola spiegata in modo semplice

Esistono esempi riusciti di apertura delle frontiere?

Un esempio di liberalizzazione riuscita in Svizzera è il mercato del formaggio. Dal 2007 questo mercato è completamente liberalizzato tra la Svizzera e l'Unione europea. In precedenza, i produttori di latte hanno avuto a disposizione un periodo di transizione di cinque anni, durante il quale hanno potuto effettuare i necessari adeguamenti. Contrariamente alle aspettative degli scettici, non c'è stata una drastica riduzione della produzione di formaggio in Svizzera. Al contrario: tra il 2007 e il 2022 è aumentata del 15%. Nello stesso periodo, le esportazioni sono aumentate del 30%, mentre le importazioni sono cresciute del 109%.

Dall’introduzione del libero scambio di formaggio con l’UE, la Svizzera esporta formaggi piuttosto cari e importa prodotti piuttosto a buon mercato. La liberalizzazione ha comunque portato a un risanamento strutturale. Come dimostra un’indagine del BAK Basel (2012), i formaggi svizzeri sono perciò divenuti più concorrenziali. I consumatori beneficiano della liberalizzazione sotto forma di una riduzione dei prezzi e di un’offerta più ampia, mentre i produttori risultano anch’essi vincenti poiché possono esportare il loro formaggio a prezzi elevati, diventando così più competitivi. In questo contesto, l’aumento del consumo di formaggio pro capite osservato in Svizzera dal 2007 non è affatto sorprendente [13]. Il mercato del vino, liberalizzato in Svizzera dopo il 2001, mostra anche che l’apertura di un mercato apporta notevoli miglioramenti in termini di qualità e si rivela molto favorevole per i produttori.

L’esempio dell’Austria prova che un’apertura del settore agricolo non sconvolge completamente le sue strutture. Prima della liberalizzazione, il mercato agricolo austriaco non era competitivo. Le strutture erano obsolete e i prezzi elevati in mancanza di pressioni concorrenziali provenienti dall’estero. I prezzi delle derrate alimentari erano nettamente più elevati della media europea, come è il caso oggi in Svizzera. Il settore agricolo austriaco era anch’esso caratterizzato da numerose piccole aziende, di cui oltre la metà si trovano in regioni sfavorite sul piano topografico – in generale nelle zone collinari o di montagna.

Dopo la sua adesione all’UE nel 1995, l’Austria è stata costretta a liberalizzare il suo settore agricolo. Le conseguenze di questa misura sono ritenute sia positive che negative per l’agricoltura, secondo gli autori. Un esame più attento della situazione mostra che, nonostante la liberalizzazione, nove aziende su dieci restano in mani familiari, com’è il caso in Svizzera. La dimensione media delle aziende agricole in Austria è chiaramente aumentata dopo la liberalizzazione. Tuttavia, i cambiamenti strutturali non si sono fermati nemmeno in Svizzera, nonostante la protezione doganale. Anche in questo caso, il numero di aziende agricole è diminuito in modo significativo, mentre la superficie media utilizzabile per azienda è aumentata. Oggi, dopo quasi 30 anni di libero scambio con l'UE, questa è leggermente più alta in Austria che in Svizzera. Ciò significa anche che la quota dei sussidi sul reddito non è più alta in Austria. Nel 2021, la percentuale era del 69,6% in Svizzera, mentre i sussidi rappresentavano il 54,0% in Austria. Ma a differenza della Svizzera, l'agricoltura austriaca ha raggiunto un livello di competitività rispettabile dopo la liberalizzazione del mercato. Dal 1995, le esportazioni sono aumentate di otto volte in termini nominali. Anche l'ingresso di Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria, nell’ambito dell’allargamento a est, non ha avuto ripercussioni sull'agricoltura austriaca. L'apertura dei mercati all'interno dell'UE ha permesso agli agricoltori austriaci di concentrarsi sui rispettivi punti di forza, di diventare innovativi e di offrire valore aggiunto ai consumatori. Continuano a svolgere una professione interessante in strutture prevalentemente di piccole dimensioni.