# 3 / 2022
02.03.2022

Contributo svizzero a Frontex – per il mantenimento all’interno di Schengen

Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, è un pilastro dell’accordo di Schengen. La sua missione è aiutare gli Stati membri a proteggere le loro frontiere esterne e a rafforzare così la sicurezza in Europa e in Svizzera. Il dispositivo permette di viaggiare liberamente in Europa e di evitare controlli fastidiosi e sistematici alle frontiere. Il Regolamento (UE) sul quale si basa è in fase di revisione. Il 15 maggio 2022, il popolo svizzero dirà se è d’accordo di aumentare il contributo della Svizzera a Frontex. Poiché si tratta di uno sviluppo dell’acquis di Schengen, la questione del mantenimento della Svizzera in seno a Schengen/ Dublino è al centro della votazione popolare. I due accordi hanno apportato molto alla Svizzera. Non è sensato metterli in pericolo.

L’essenziale in breve

Frontex svolge un ruolo chiave nella lotta contro la criminalità internazionale e le migrazioni illegali. Grazie a questa revisione, il corpo delle guardie di frontiera disporrà delle risorse finanziarie e umane necessarie per svolgere la missione nel miglior modo possibile e nel rispetto dei diritti fondamentali. Tutti gli Stati Schengen partecipano allo sviluppo dell’acquis. Per le stesse ragioni, la Svizzera si è impegnata a fornire un contributo solidale e proporzionale, più elevato.

Questa partecipazione è una condizione al mantenimento della Svizzera nello spazio Schengen. In caso contrario, il meccanismo di disdetta automatico previsto all’art. 7 dell’accordo entrerebbe in vigore nell’arco di sei mesi, e gli accordi di Schengen e Dublino cesserebbero di essere applicati automaticamente. Né l’UE, né la Svizzera avrebbero bisogno di disdire formalmente gli accordi. Ma Schengen apporta parecchio alla Svizzera: in primis, una maggiore sicurezza. L’appartenenza a Schengen permette così alle autorità svizzere di accedere alla base di dati di investigazione Schengen e di lottare più efficacemente contro la criminalità internazionale. Grazie a Schengen, è inoltre possibile viaggiare liberamente in Europa. Infine, Schengen ha impatti positivi sull’economia svizzera. Si evitano in particolare lunghe file d’attesa alle frontiere e i conseguenti problemi nel commercio di beni o con i frontalieri. Per quanto concerne l’accordo di Dublino, esso permette di evitare che i richiedenti l’asilo inoltrino più domande nello spazio Schengen.

Il 20 gennaio 2022 è stato depositato un referendum contro il rafforzamento della partecipazione della Svizzera a Frontex. Spetta dunque al popolo decidere. Un Sì garantirebbe il mantenimento della Svizzera nello spazio Schengen/Dublino. La partecipazione a Frontex costerebbe alla Svizzera circa 45 milioni di franchi all’anno, che bisognerebbe mettere sul piatto della bilancia con i 270 milioni di franchi in più che la Svizzera dovrebbe sborsare per mantenere il livello di sicurezza se l’accordo di Schengen cessasse di essere applicato. Senza Dublino, il numero di richiedenti l’asilo in Svizzera dovrebbe raddoppiare e comportare costi supplementari compresi tra 350 milioni e 1,3 miliardi di franchi all’anno. Quanto alle perdite per l’economia, esse sarebbero di miliardi di franchi a seguito della soppressione del visto Schengen, delle file d’attesa alle frontiere e dei problemi che si verificherebbero nel commercio di beni.

Posizione di economiesuisse

  • Soltanto una partecipazione della Svizzera allo sviluppo di Frontex assicura il mantenimento del nostro paese nell’accordo di Schengen e di Dublino che vi è giuridicamente legato. Altrimenti, questi due accordi cesserebbero automaticamente di essere applicati nell’arco di sei mesi.
  • Frontex svolge un ruolo chiave per proteggere le frontiere esterne dello spazio Schengen e abolire tutte le restrizioni di viaggio in Europa.
  • La criminalità non conosce frontiere. Grazie a Schengen, i corpi di polizia in Svizzera possono accedere direttamente alla base di dati di investigazione. Questa possibilità aumenta la sicurezza anche in Svizzera.
  • Gli accordi di Schengen e Dublino sono molto importanti per l’economia: secondo il Consiglio federale, la collaborazione nella lotta contro la criminalità nonché nei settori dell’asilo e dell’economia fa aumentare i redditi in Svizzera di un importo che potrebbe raggiungere i 10,7 miliardi di franchi all’anno. Inoltre, grazie a questi accordi, l’aumento delle esportazioni può raggiungere il 5,6%.
  • Schengen favorisce soprattutto l’industria del turismo, che vede arrivare un numero maggiore di turisti provenienti dalla Cina, dall’India e dai paesi del Golfo. Senza il visto Schengen, l’industria del turismo, già fortemente sotto pressione dalla crisi del coronavirus, rischierebbe di perdere fino a 530 milioni di franchi all’anno.
  • Per questo è nell’interesse della Svizzera riprendere lo sviluppo dell’acquis di Schengen. Poiché ciò fa parte della partecipazione solidale della Svizzera al corpo europeo di guardie di frontiera e pertanto a Frontex.