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Un vento di Trump sof­fia sulla Sviz­ze­ra: per­ché gli at­tac­chi alla BNS sono pe­ri­co­lo­si

L’es­sen­zia­le in breve:

  • Il PS e i Verdi stan­no gio­can­do pe­ri­co­lo­sa­men­te con l'in­di­pen­den­za della BNS. Tra tutti i par­ti­ti, sono quel­li che lan­cia­no il mag­gior nu­me­ro di in­ter­ven­ti par­la­men­ta­ri mi­ra­ti alla Banca na­zio­na­le.
  • Come di­mo­stra uno sguar­do al pas­sa­to, in­tro­met­ter­si nella po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria è il modo mi­glio­re per rac­co­glie­re in­fla­zio­ne e mi­no­re pro­spe­ri­tà.

«Se il pre­si­den­te Trump le chie­des­se di di­met­ter­si, se ne an­dreb­be?». «No». «Non pensa che sa­reb­be le­gal­men­te ob­bli­ga­to a la­scia­re?». «No», ha ri­spo­sto bru­sca­men­te Je­ro­me Po­well, pre­si­den­te della Fed, quan­do gli sono state ri­vol­te que­ste do­man­de dopo la rie­le­zio­ne di Do­nald Trump. Da quan­do è stato elet­to nel 2016, il pre­si­den­te degli Stati Uniti ha co­stan­te­men­te at­tac­ca­to ver­bal­men­te i di­ri­gen­ti della Fed. Ri­tie­ne di dover es­se­re coin­vol­to nelle de­ci­sio­ni di po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria e che, in quan­to uomo d'af­fa­ri, abbia un istin­to mi­glio­re di quel­lo della di­re­zio­ne della Fed. Solo il tempo ci dirà come si svol­ge­rà il nuovo man­da­to di Do­nald Trump. Tut­ta­via, è chia­ro che at­tac­ca­re una banca cen­tra­le è una pes­si­ma idea per­ché, se si vo­glio­no prez­zi sta­bi­li, oc­cor­re una banca cen­tra­le in­di­pen­den­te. Basta vol­ge­re lo sguar­do alla Tur­chia e al Ve­ne­zue­la per aver­ne la prova: lì i capi di Stato hanno di­rot­ta­to la po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria e cau­sa­to un'in­fla­zio­ne in­con­trol­la­ta. For­tu­na­ta­men­te, in Sviz­ze­ra siamo ben lon­ta­ni da que­sto fe­no­me­no. A meno che?

Anche la Banca na­zio­na­le sviz­ze­ra (BNS) è re­go­lar­men­te nel mi­ri­no della po­li­ti­ca. Un'a­na­li­si degli in­ter­ven­ti par­la­men­ta­ri pre­sen­ta­ti dal 2014 mo­stra che tutti i par­ti­ti vor­reb­be­ro avere voce in ca­pi­to­lo sulla po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria. Ma sono di gran lunga il Par­ti­to so­cia­li­sta e i Verdi ad es­se­re più at­ti­vi, con più della metà di tutti gli in­ter­ven­ti con­tro la BNS pro­ve­nien­ti dai loro ran­ghi. Que­sti ri­guar­da­no l'im­pie­go del bi­lan­cio, l’at­tri­bu­zio­ne di nuovi com­pi­ti (so­prat­tut­to in am­bi­to am­bien­ta­le) o la com­po­si­zio­ne della Di­re­zio­ne ge­ne­ra­le. Vi è una certa iro­nia nel con­sta­ta­re che i po­li­ti­ci ri­ten­go­no che la BNS non abbia le com­pe­ten­ze ne­ces­sa­rie per di­spor­re del bi­lan­cio in modo ocu­la­to e poi con­si­de­ri­no la stes­sa isti­tu­zio­ne un at­to­re chia­ve in am­bi­to am­bien­ta­le. 

 

 

 

Una va­lu­ta­zio­ne degli in­ter­ven­ti de­po­si­ta­ti nel corso del tempo mo­stra che gli at­tac­chi alla BNS sono rea­zio­ni a even­ti d’at­tua­li­tà. Quan­do nel 2015 la BNS ha eli­mi­na­to il tasso di cam­bio mi­ni­mo e in­tro­dot­to i tassi d'in­te­res­se ne­ga­ti­vi, il man­da­to e l'u­ti­liz­zo dei tassi d'in­te­res­se ne­ga­ti­vi sono stati im­prov­vi­sa­men­te messi in di­scus­sio­ne dal Par­la­men­to. Quan­do si pro­spet­ta­va­no alti li­vel­li di spesa pub­bli­ca in re­la­zio­ne alla pan­de­mia di COVID-19, que­sti hanno do­vu­to im­prov­vi­sa­men­te es­se­re fi­nan­zia­ti con fondi della BNS. Molti at­to­ri po­li­ti­ci hanno un obiet­ti­vo prio­ri­ta­rio: esten­de­re la loro sfera di in­fluen­za alla po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria. Il po­te­re della po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria, le cui de­ci­sio­ni hanno un im­pat­to sul­l'in­te­ra eco­no­mia, è fin trop­po al­let­tan­te. Ed è que­sta ten­ta­zio­ne che, nel corso della sto­ria, ha por­ta­to re­go­lar­men­te a stam­pa­re trop­pa mo­ne­ta, au­men­tan­do l'in­fla­zio­ne. 

 

Pun­ta­re il dito con­tro gli Stati Uniti è un'e­sa­ge­ra­zio­ne. Molti po­li­ti­ci, so­prat­tut­to a si­ni­stra dello spet­tro po­li­ti­co, vo­glio­no stru­men­ta­liz­za­re la BNS. Ma l'at­tua­zio­ne di que­ste mi­su­re avreb­be un im­pat­to ne­ga­ti­vo anche sulla sta­bi­li­tà dei prez­zi in Sviz­ze­ra. Se, ad esem­pio, alla Banca na­zio­na­le ve­nis­se­ro af­fi­da­ti com­pi­ti am­bien­ta­li, l'o­biet­ti­vo della sta­bi­li­tà dei prez­zi per­de­reb­be di im­por­tan­za e il bi­lan­cio non sa­reb­be più ge­sti­to se­con­do i prin­ci­pi della po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria. Se, sotto la pres­sio­ne della po­li­ti­ca, la spesa pub­bli­ca fosse fi­nan­zia­ta dalla BNS, la sta­bi­li­tà dei prez­zi ce­de­reb­be pre­sto il passo alla mas­si­miz­za­zio­ne dei pro­fit­ti. Il re­cen­te dos­sier­po­li­ti­ca esa­mi­na que­sto «museo degli or­ro­ri». 

Li­mi­ta­re l'in­di­pen­den­za della banca cen­tra­le – che sia negli Stati Uniti o in Sviz­ze­ra - sa­reb­be fa­ta­le. Non dob­bia­mo pec­ca­re di ar­ro­gan­za quan­do com­men­tia­mo gli at­tac­chi di Do­nald Trump alla Fe­de­ral Re­ser­ve, per­ché anche in Sviz­ze­ra c'è chi cerca di stru­men­ta­liz­za­re la po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria. Ecco cosa pos­sia­mo fare: re­spin­ge­re a gran voce gli at­tac­chi della po­li­ti­ca alla BNS.