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Un passo in di­re­zio­ne del­l’a­bo­li­zio­ne dei dazi do­ga­na­li

Que­sta set­ti­ma­na, la Com­mis­sio­ne delle fi­nan­ze del Con­si­glio degli Stati ha ap­pro­va­to l’a­bo­li­zio­ne dei dazi do­ga­na­li sui pro­dot­ti in­du­stria­li. Nel­l’am­bi­to di un voto con­sul­ti­vo, essa ha ac­cet­ta­to la pro­po­sta con 7 voti con­tro 5. Nel suo co-rap­por­to, la com­mis­sio­ne riaf­fer­ma il pro­prio so­ste­gno al­l’e­co­no­mia. Si trat­ta di una de­ci­sio­ne po­si­ti­va nel con­te­sto del­l’at­tua­le crisi do­vu­ta al co­ro­na­vi­rus e per il raf­for­za­men­to a lungo ter­mi­ne della piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra.

La Com­mis­sio­ne delle fi­nan­ze del Con­si­glio degli Stati (CdF-S) so­stie­ne l’a­bo­li­zio­ne dei dazi do­ga­na­li sui pro­dot­ti in­du­stria­li. Al pari della CdF-N il 16 gen­na­io, an­ch’es­sa lan­cia un se­gna­le im­por­tan­te per il pro­se­gui­men­to dei di­bat­ti­ti par­la­men­ta­ri. L’at­tua­le crisi sot­to­li­nea la per­ti­nen­za della mi­su­ra e i suoi van­tag­gi non solo per le im­pre­se, ma anche per i con­su­ma­to­ri e la piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra in ge­ne­ra­le. Di fron­te al­l’im­mi­nen­te re­ces­sio­ne, l’a­bo­li­zio­ne dei dazi do­ga­na­li sui pro­dot­ti in­du­stria­li è uno stru­men­to sem­pli­ce da ap­pli­ca­re e di com­pro­va­ta ef­fi­ca­cia. 

LA SOP­PRES­SIO­NE DEI DAZI DO­GA­NA­LI SUI PRO­DOT­TI IN­DU­STRIA­LI RAF­FOR­ZA L’E­CO­NO­MIA SVIZ­ZE­RA

La sop­pres­sio­ne dei dazi do­ga­na­li raf­for­za l’e­co­no­mia sotto di­ver­si aspet­ti e do­vreb­be es­se­re at­tua­ta il più ra­pi­da­men­te pos­si­bi­le. In primo luogo, essa offre agli am­bien­ti po­li­ti­ci la pos­si­bi­li­tà di mi­glio­ra­re in ma­nie­ra uni­la­te­ra­le le con­di­zio­ni d’at­ti­vi­tà in Sviz­ze­ra. Se­con­do, com­por­te­reb­be degli sgra­vi am­mi­ni­stra­ti­vi e fi­nan­zia­ri per l’am­mi­ni­stra­zio­ne e le im­pre­se, in par­ti­co­la­re le PMI. Terzo, l’a­bo­li­zio­ne dei dazi do­ga­na­li sui pro­dot­ti in­du­stria­li ri­dur­reb­be i prez­zi al con­su­mo in Sviz­ze­ra. Di fatto, abo­len­do que­sti dazi, si ri­dur­reb­be­ro i costi al­l’im­por­ta­zio­ne di beni di con­su­mo quali ab­bi­glia­men­to, au­to­mo­bi­li o co­sme­ti­ci. A se­gui­to della pres­sio­ne con­cor­ren­zia­le, le im­pre­se po­treb­be­ro far be­ne­fi­cia­re i con­su­ma­to­ri di que­sto van­tag­gio. Se­con­do vari studi, una fa­mi­glia di quat­tro per­so­ne può at­ten­der­si una di­mi­nu­zio­ne delle pro­prie spese di circa 170 fran­chi al­l’an­no.

ECO­NO­MIE­SUIS­SE CONTA SU UN SE­GNA­LE PO­SI­TI­VO DA PARTE DEL CON­SI­GLIO NA­ZIO­NA­LE

Il Con­si­glio na­zio­na­le, che di­scu­te­rà que­sto tema in oc­ca­sio­ne della ses­sio­ne esti­va, do­vreb­be mo­stra­re una certa sen­si­bi­li­tà nei con­fron­ti della rac­co­man­da­zio­ne della Com­mis­sio­ne delle fi­nan­ze del Con­si­glio degli Stati. Con­si­de­ra­te le enor­mi sfide eco­no­mi­che at­tua­li, gli ar­go­men­ti forti a fa­vo­re del pro­get­to del Con­si­glio fe­de­ra­le, vale a dire gli sgra­vi fi­nan­zia­ri e am­mi­ni­stra­ti­vi che ciò por­te­reb­be alle im­pre­se, i con­su­ma­to­ri e l’am­mi­ni­stra­zio­ne, do­vreb­be­ro es­se­re posti al cen­tro delle de­ci­sio­ni nelle due Ca­me­re.