L'i­ni­zia­ti­va sulle re­si­den­ze se­con­da­rie osta­co­la lo svi­lup­po delle re­gio­ni e mi­nac­cia gli im­pie­ghi

L’i­ni­zia­ti­va po­po­la­re «Basta con la co­stru­zio­ne sfre­na­ta di abi­ta­zio­ni se­con­da­rie!» in­ten­de li­mi­ta­re la co­stru­zio­ne di que­ste re­si­den­ze, in­tro­du­cen­do un tasso del 20% per ogni Co­mu­ne. Oggi, nu­me­ro­si cit­ta­di­ni ri­ten­go­no che un tasso ri­gi­do non sia una buona so­lu­zio­ne. Nel­l’ul­ti­mo son­dag­gio della SSR, il 52% delle per­so­ne in­ter­ro­ga­te si sono pro­nun­cia­te a fa­vo­re del­l’i­ni­zia­ti­va e il 37% con­tro.
​Dieci gior­ni prima dello scru­ti­nio, il 52% delle per­so­ne in­ter­ro­ga­te ac­cet­te­reb­be­ro cer­ta­men­te o pro­ba­bil­men­te l’i­ni­zia­ti­va sulle re­si­den­ze se­con­da­rie. In oc­ca­sio­ne del pre­ce­den­te son­dag­gio, rea­liz­za­to in gen­na­io, le opi­nio­ni fa­vo­re­vo­li al­l’i­ni­zia­ti­va erano an­co­ra il 61%. Que­sto di­mo­stra chia­ra­men­te che nu­me­ro­si cit­ta­di­ni hanno com­pre­so che l’i­ni­zia­ti­va avreb­be ef­fet­ti ne­fa­sti.

L’i­ni­zia­ti­va è inu­ti­le e va trop­po lon­ta­no. Pae­sag­gi in­tat­ti sono un ca­pi­ta­le im­por­tan­te per la Sviz­ze­ra. E’ chia­ro che il tasso ele­va­to di letti fred­di in al­cu­ne lo­ca­li­tà non piace a tutti. La Con­fe­de­ra­zio­ne ob­bli­ga già i Co­mu­ni a pro­teg­ge­re l’am­bien­te e a tu­te­la­re il pae­sag­gio. La ri­ve­du­ta legge sulla pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio, che il Par­la­men­to ha adot­ta­to quale con­tro­pro­get­to in­di­ret­to al­l’i­ni­zia­ti­va po­po­la­re, è en­tra­ta in vi­go­re nel lu­glio 2011. Que­sta legge ob­bli­ga i Can­to­ni e i Co­mu­ni ad adot­ta­re, entro il 2014, mi­su­re che li­mi­ta­no la co­stru­zio­ne di re­si­den­ze se­con­da­rie nei loro piani di­ret­to­ri. Inol­tre, i Can­to­ni e i Co­mu­ni de­vo­no pro­muo­ve­re le re­si­den­ze pri­ma­rie a buon mer­ca­to e l’in­du­stria al­ber­ghie­ra, come pure au­men­ta­re il tasso d’oc­cu­pa­zio­ne delle re­si­den­ze se­con­da­rie.

Di­spo­si­zio­ni sta­ta­li non ri­sol­ve­reb­be­ro il pro­ble­ma
L’au­to­no­mia dei Co­mu­ni co­sti­tui­sce un ele­men­to im­por­tan­te del no­stro si­ste­ma fe­de­ra­li­sta. Il fatto che essi ab­bia­no la pos­si­bi­li­tà di pren­de­re de­ci­sio­ni e mi­su­re equi­li­bra­te nel­l’ot­ti­ca re­gio­na­le è più ef­fi­ca­ce di una so­lu­zio­ne unica e cen­tra­le. La Con­fe­de­ra­zio­ne non deve met­te­re i Co­mu­ni sotto tu­te­la. Un tasso ri­gi­do del 20% non tiene conto delle ca­rat­te­ri­sti­che di un Co­mu­ne in ma­te­ria di pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio e non si pre­oc­cu­pa dello svi­lup­po della re­gio­ne. L’a­do­zio­ne di que­sto pro­get­to com­por­te­reb­be un boom delle co­stru­zio­ni nei Co­mu­ni che non hanno an­co­ra rag­giun­to il tasso mas­si­mo di re­si­den­ze se­con­da­rie. Così, il pro­ble­ma di que­ste re­si­den­ze non sa­reb­be ri­sol­to, ma sol­tan­to spo­sta­to.

Le re­si­den­ze se­con­da­rie sono un’im­por­tan­te fonte di en­tra­te per i Can­to­ni tu­ri­sti­ci. Ora, l’ac­cet­ta­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va im­pli­che­reb­be un bloc­co im­me­dia­to delle co­stru­zio­ni, ciò che rap­pre­sen­te­reb­be un duro colpo per i Can­to­ni in­te­res­sa­ti. Nei Gri­gio­ni, 136 dei 175 Co­mu­ni non po­treb­be­ro più co­strui­re re­si­den­ze se­con­da­rie, sa­pen­do che 80 di que­sti Co­mu­ni sono si­tua­ti in re­gio­ni strut­tu­ral­men­te de­bo­li. Il Wir­ts­chaf­tsfo­rum Graubünden ha an­nun­cia­to la scom­par­sa del 15% degli im­pie­ghi e dun­que un calo de­mo­gra­fi­co in caso d’ac­cet­ta­zio­ne del­l’i­ni­zia­ti­va. Que­sto col­pi­reb­be anche le im­pre­se della co­stru­zio­ne e i for­ni­to­ri. L’i­ni­zia­ti­va mi­nac­cia nu­me­ro­si posti di la­vo­ro e dun­que il be­nes­se­re. Vo­ta­re NO l’11 marzo è la giu­sta ri­spo­sta a que­sta ini­zia­ti­va ec­ces­si­va, inu­ti­le e pe­ri­co­lo­sa.

Mag­gio­ri in­for­ma­zio­ni con­cer­nen­ti gli ar­go­men­ti con­tro l’i­ni­zia­ti­va sulle re­si­den­ze se­con­da­rie:

«L’i­ni­zia­ti­va sulle re­si­den­ze se­con­da­rie pe­na­liz­za le re­gio­ni strut­tu­ral­men­te de­bo­li»