
Regolamentazione delle piattaforme – privilegiare un approccio pragmatico in Svizzera
A colpo d'occhio
Le piattaforme Internet stanno definendo sempre di più la nostra vita quotidiana. Stanno cambiando profondamente le strutture di mercato e la creazione di valore, gettano le basi per l'innovazione e l'efficienza, ma pongono anche sfide alla concorrenza e al nostro sistema giuridico. Mentre l'UE ha adottato ampie misure di regolamentazione, la Svizzera dovrebbe trarre le proprie conclusioni dalle esperienze negative che ha avuto con queste regole molto severe e concentrarsi invece su adeguamenti specifici e su un approccio pragmatico e coordinato a livello internazionale. In questo modo, si rafforzeranno i meccanismi di protezione del nostro sistema giuridico e si garantirà la posizione della Svizzera come piazza economica innovativa.
L’essenziale in breve
Piattaforme digitali come Temu, Shein, Meta e X sono diventate parte integrante della nostra vita quotidiana. Offrono servizi innovativi e facilitano l'accesso alle informazioni, ai mercati e ai partner contrattuali. Queste tecnologie, che permettono di aumentare l'efficienza e di innovare, sollevano anche degli interrogativi. La politica è alla ricerca di risposte sul modo in cui le nostre leggi possano essere applicate a questi nuovi rapporti contrattuali internazionali.
L'UE e altre regioni hanno già adottato provvedimenti in materia di regolamentazione. Alla luce delle sfide attuali, comprese quelle poste dalle piattaforme commerciali, anche l’economia riconosce la necessità di un'azione puntuale. In caso di intervento normativo, però, è necessaria molta cautela. Una regolamentazione inadeguata ostacolerebbe la capacità di innovazione e sarebbe dannosa per la piazza economica e quindi anche per i consumatori. L'obiettivo deve essere quello di rafforzare i meccanismi di protezione esistenti in modo mirato. Se da un lato le normative troppo restrittive possono avere un impatto negativo sulla concorrenza, dall'altro le imprese innovative hanno bisogno di un quadro giuridico stabile e chiaro per poter investire e crescere. Adeguamenti mirati e accuratamente coordinati possono contribuire a creare fiducia e a garantire il buon funzionamento del quadro giuridico, anche nell'economia digitale.
Posizione di economiesuisse
La Svizzera dispone già di una regolamentazione differenziata, che andrebbe rafforzata con adeguamenti mirati per rispondere meglio alle situazioni internazionali. L'obiettivo non è quello di rafforzare la protezione attraverso nuove norme - la legislazione esistente è sufficiente. L'obiettivo è piuttosto quello di garantire che il diritto svizzero possa essere applicato e fatto rispettare anche nel mondo digitale.
Punti principali:
- Applicazione del diritto in vigore: la sfida principale non è tanto la mancanza di basi legali, quanto l'applicazione del diritto svizzero vigente alle piattaforme internazionali. In alcuni casi possono essere necessari adattamenti mirati della legislazione per risolvere problemi specifici di applicazione. Questi adattamenti devono essere attuati in modo rapido e pragmatico, in modo che le leggi possano essere applicate il più ampiamente e rapidamente possibile.
- Adattamenti mirati piuttosto che una ripresa del diritto rigida: se si vuole applicare il diritto svizzero in modo più efficace, sono necessari adattamenti mirati, come il requisito del domicilio in Svizzera e regole chiare sulla responsabilità delle piattaforme. Gli sviluppi internazionali dovrebbero essere presi in considerazione, ma non ripresi senza riflettere.
- Se la Svizzera dovesse agire in solitaria ostacolerebbe l'innovazione, danneggerebbe la sua economia e genererebbe costi. Detto questo, nemmeno l'adozione diretta dei severi e dettagliati regolamenti dell'UE è una soluzione.
- Nessuno «Swiss finish»: dal momento che le normative europee sono già severe e complesse, la Svizzera non deve introdurre requisiti che vadano oltre.
- Approccio pragmatico e neutro da un punto di vista tecnologico: le normative devono essere compatibili con la tradizione giuridica svizzera e tenere conto degli standard internazionali consolidati, garantendo al contempo l'effettiva applicazione del diritto vigente. Se necessario, le normative devono essere sviluppate in modo mirato, in previsione di sfide future e per colmare le lacune individuate.
L'accento dev’essere posto su una soluzione praticabile, che sia compatibile con le normative internazionali e fornisca protezione senza creare inutili ostacoli normativi.

Le piattaforme, motore dell'innovazione e sfida normativa
Le piattaforme digitali sono un motore fondamentale della trasformazione digitale. Secondo la società di ricerche di mercato Gartner, sono una delle tendenze tecnologiche più significative del 2024. Si stima che le piattaforme generino già un decimo del prodotto interno lordo mondiale.
Se guardiamo alle imprese con le maggiori capitalizzazioni di mercato, possiamo capire l'importanza di questo modello commerciale: Apple, Alphabet, Amazon, Alibaba e Tencent sono ai vertici del mercato globale non solo grazie all'innovazione tecnologica, ma anche grazie al loro ruolo di operatori di piattaforme.
Le piattaforme stanno cambiando profondamente il modo in cui consumiamo, comunichiamo e svolgiamo attività economiche. Stanno creando nuovi mercati, riducendo i costi di transazione e stimolando l'innovazione. Al contempo, pongono delle sfide ad alcuni concetti normativi: come si può garantire una concorrenza leale? Qual è la responsabilità delle piattaforme globali, a seconda dei sistemi giuridici in cui operano? Che ruolo ha la regolamentazione nazionale in un'economia digitale globalizzata?
Le piattaforme, una realtà nel mercato moderno
Il concetto delle piattaforme non è nuovo. Storicamente, le fiere, i mercati e le borse hanno già svolto una funzione simile: mettono in relazione domanda e offerta con modalità efficaci. La digitalizzazione ha profondamente cambiato questo ruolo. Internet, in quanto rete di comunicazione globale, ha consentito alle piattaforme di raggiungere la loro vasta portata e influenza, prima di dare vita a strutture di mercato completamente nuove e modificare, da un lato, le aspettative dei consumatori e, dall'altro, il quadro normativo.
Di fronte all’intensificazione della pressione normativa, come deve reagire la Svizzera?
In risposta a questi sviluppi, l'UE e alcuni Stati membri hanno adottato normative talvolta di ampia portata. La domanda che si pone la Svizzera è come reagire.
La presente presa di posizione illustra come la Svizzera possa sviluppare una strategia nel settore delle piattaforme che favorisca l'innovazione - efficiente, competitiva e senza agire in solitaria.

Caratteristiche e importanza economica delle piattaforme
Cos’è una piattaforma?
Le piattaforme riuniscono diversi attori del mercato. Come intermediari, creano valore aggiunto coordinando e ottimizzando le transazioni in modo efficiente. Ma sono molto più che semplici intermediari. Sono la base strutturale dei moderni modelli commerciali.
La particolarità delle piattaforme è rappresentata dalle loro «condizioni generali», che definiscono il quadro delle interazioni tra gli utenti. I termini e le condizioni vanno oltre la semplice fornitura di un'infrastruttura tecnica: coordinano le transazioni, definiscono gli standard di qualità (attraverso le decisioni sull'accesso e la classificazione delle risposte) e consentono di orientare il mercato in modo dinamico attraverso l'uso di meccanismi basati sui dati. In molti casi, quindi, le piattaforme non agiscono solo come mercati passivi, ma modellano attivamente le condizioni di mercato e le strutture della concorrenza.
Tipi di piattaforme: differenziazione e modelli commerciali ibridi
Data la diversità dei modelli, è difficile stabilire categorie precise. Tuttavia, la letteratura economica permette di distinguere diversi tipi di piattaforma di base. Evans e Gawer, autori di un approccio a cui molti fanno riferimento, individuano quattro categorie principali di piattaforme :
- Le piattaforme di transazione consentono lo scambio di beni e servizi (si tratta di mercati online come ad esempio Amazon Marketplace, Airbnb, ebay, Temu o di intermediari digitali come Uber).
- Le piattaforme di innovazione forniscono uno spazio in cui altre imprese (organizzate informalmente o in un ecosistema innovativo) sviluppano tecnologie, prodotti o servizi complementari. Alcuni esempi sono Microsoft Windows, Google Android e iOS.
- Le piattaforme di integrazione riuniscono diverse funzioni e servizi all'interno di un ecosistema uniforme e combinano elementi specifici delle piattaforme di transazione e innovazione. Forniscono un'infrastruttura tecnologica e fungono da mercato per fornitori terzi. Un esempio tipico sono gli “app stores”, che forniscono agli sviluppatori una piattaforma di distribuzione per le applicazioni (piattaforma di innovazione) e fungono da mercato per la loro compravendita (piattaforma di transazione).
- Le piattaforme di investimento agiscono come finanziatori e promuovono start-up o progetti di innovazione agendo come holding per diverse piattaforme o investendo in modo mirato in piattaforme, senza gestire anch’esse una grande piattaforma (ad esempio SoftBank Vision Fund, Rocket Internet).
In pratica, i confini tra queste diverse categorie stanno diventando sempre più fluidi. Imprese come Amazon, Alibaba e Apple combinano diversi tipi di piattaforma in un ecosistema globale. Ciò consente loro di realizzare economie di scala, aumentare la fedeltà dei clienti e controllare intere fasi della catena del valore.
Le piattaforme sono strutture dinamiche in grado di adattarsi costantemente agli sviluppi della tecnologia, delle condizioni di mercato e del quadro normativo. Nella misura in cui sono ibride, è necessario adottare un approccio differenziato nelle discussioni relative a questioni normative e di concorrenza.
Punti comuni delle piattaforme in una prospettiva economica
Nonostante la diversità dei loro modelli commerciali, dal punto di vista economico le piattaforme hanno punti in comune decisivi in termini di funzionamento.
Creazione di valore esterno piuttosto che produzione interna
Le piattaforme agiscono principalmente come intermediari e non come produttori tradizionali. Invece di offrire direttamente beni o servizi, forniscono strutture di scambio tra gli attori del mercato. Amazon, ad esempio, mette in contatto acquirenti e venditori di vari prodotti, Airbnb mette in contatto gli host che offrono alloggi e gli utenti di Internet che li cercano, mentre Temu funge da intermediario per la stipula di contratti tra consumatori in Svizzera e produttori all'estero. Il modello commerciale di molte piattaforme si basa sull'utilizzo di risorse esterne di cui non sono proprietarie, come alloggi, veicoli o servizi destinati a privati. Le piattaforme consentono di sfruttare il valore economico di queste risorse, di soddisfare la domanda e di ricavare entrate dalle commissioni sulle transazioni. Ciò può portare a guadagni di efficienza, a un migliore utilizzo delle risorse e a entrate aggiuntive per i fornitori di servizi privati. Ma alcuni criticano le piattaforme perché intercettano il valore senza investire nei mezzi di produzione o nella protezione sociale dei fornitori di servizi.
I dati, un elemento importante
I dati sono alla base delle piattaforme digitali. Ogni interazione genera informazioni che vengono utilizzate per ottimizzare l'uso della piattaforma, espandere il mercato e monetizzare. Soprattutto le grandi piattaforme hanno accesso a grandi volumi di dati e rafforzano i loro vantaggi competitivi e il loro potere sfruttandoli sistematicamente.
Gli effetti di rete come motore della crescita
Gli effetti di rete sono uno dei motori più potenti della crescita delle piattaforme: più utenti ha una piattaforma, più preziosa diventa per gli altri. Si distinguono:
- Effetti di rete diretti: più utenti ha una rete, più aumenta il suo valore (social network come ad esempio Facebook o X)
- Effetti di rete indiretti: più partecipanti ci sono in un gruppo, più questo diventa interessante per un altro gruppo (più acquirenti ci sono su Amazon, più la piattaforma attira venditori).
Questi effetti possono favorire una crescita esponenziale, ma anche influenzare l'ingresso di concorrenti nel mercato. Alcune piattaforme si concentrano quindi su strategie di prezzo che rafforzano gli effetti di rete, ad esempio offrendo ai consumatori servizi gratuiti o scontati, i cui costi sono coperti dai ricavi generati tramite gli inserzionisti o i venditori.
Adattabilità
Le piattaforme digitali sono altamente adattabili: mentre lo sviluppo dei modelli commerciali tradizionali comporta costi crescenti per le infrastrutture e il personale, le piattaforme possono raggiungere una portata illimitata con una spesa aggiuntiva inferiore. Si sviluppano su scala globale e collegano gli utenti oltre le frontiere. Queste economie di scala conferiscono loro vantaggi strutturali rispetto alle imprese tradizionali.
Aumentare l’efficienza riducendo i costi di transazione
Le piattaforme ottimizzano i mercati riducendo i costi di transazione:
- Riduzione al minimo dei costi di ricerca: offrono una migliore panoramica del mercato grazie ad algoritmi di ricerca intelligenti e offerte personalizzate.
- Riduzione dell'asimmetria informativa: le valutazioni, le recensioni e le raccomandazioni degli utenti basate sugli algoritmi aumentano la trasparenza e facilitano le decisioni di acquisto. Tuttavia, occorre tenere presente che il modo in cui vengono presentate le informazioni, ad esempio tramite algoritmi di ricerca e di classificazione, non è sempre del tutto comprensibile. Ciò potrebbe ostacolare la comparabilità delle offerte.
- Semplificazione dei pagamenti e della gestione dei contratti: le piattaforme assumono funzioni fiduciarie, standardizzano i contratti e riducono le incertezze per i partecipanti al mercato.
Grazie a questi guadagni di efficienza, le piattaforme realizzano talvolta una quota sproporzionata del valore aggiunto.
Le piattaforme sono strutture dinamiche in continua evoluzione che svolgono molteplici funzioni.


Situazione attuale in Svizzera: limiti della regolamentazione e necessità di intervento
La via svizzera
Dato che l'Unione europea, gli Stati Uniti e la Cina perseguono strategie diverse in materia di regolamentazione delle piattaforme, la Svizzera deve scegliere una strategia ponderata e compatibile a livello internazionale. Sono state avanzate diverse richieste per l'adozione di modelli normativi come il Digital Markets Act (DMA) o il Digital Services Act (DSA) dell’UE. Ma la ripresa tale quale di questi strumenti, eventualmente con uno «Swiss finish», comporta rischi considerevoli per la piazza economica e non offre una risposta alle sfide che si pongono.
Le piattaforme non costituiscono un gruppo omogeneo: spaziano dalle piattaforme commerciali ai social network fino agli ecosistemi di software. Una regolamentazione rigida che copre tutti i tipi di piattaforme non terrebbe conto di questa diversità.
Se necessario, occorre prendere in considerazione adattamenti a due livelli. Da un lato, a livello di diritto materiale, dall'altro, a livello della sua applicazione.
Invece di intervenire in modo radicale o di proporre soluzioni specifiche, la Svizzera dovrebbe iniziare analizzando nel dettaglio le norme internazionali esistenti (ad esempio le normative dell'UE) e, su questa base, apportare adattamenti mirati alla propria legislazione solo laddove un intervento si rivela necessario. Tali adattamenti devono essere basati su principi ed essere tecnologicamente neutri, in modo da essere solidi e parallelamente in grado di reagire in modo flessibile ai rapidi sviluppi del mondo digitale.
- Evitare requisiti superflui: in questo modo si garantisce che le imprese che già soddisfano i requisiti dell'UE non incontrino inutili ostacoli amministrativi in Svizzera.
- Comparazione con il diritto svizzero: laddove il diritto svizzero persegue obiettivi specifici, integrarli puntualmente (cfr. i punti sulla sicurezza dei prodotti e sull'applicazione del diritto) anziché sviluppare normative completamente nuove. Questi complementi si concentrano sui principi e hanno un'applicazione a lungo termine.
- Implementazione pragmatica: rispettando i principi e garantendo la neutralità tecnologica creiamo una regolamentazione coerente ed efficace, che non si focalizza su singole tecnologie, ma definisce principi senza tempo.
Le piattaforme non evolvono in una zona di assenza di diritto
Un approccio normativo efficace deve intervenire laddove le disposizioni vigenti non sono sufficienti. L'ordinamento giuridico svizzero offre grande flessibilità e permette di coprire adeguatamente situazioni specifiche relative alle piattaforme. Spesso manca semplicemente una prassi consolidata per applicare rigorosamente le norme esistenti.
Invece di affrettarsi ad emanare nuove disposizioni, è meglio sviluppare in modo mirato le normative esistenti. In questo modo si garantisce la certezza del diritto e si evitano oneri inutili per le imprese e l'innovazione.
Responsabilità della piattaforma per la partecipazione a lesioni alla personalità (art. 28 CC)
Conformemente all'art. 28, capoverso 1 CC, la responsabilità per lesioni alla personalità può sussistere quando vi abbiano concorso persone, anche se non sono esse stesse all'origine del fatto. In questo caso, la partecipazione può assumere una forma attiva o essere un'omissione.
I diritti basati sulla negazione, come il diritto alla rimozione di contenuti offensivi, sussistono indipendentemente dalla colpa. Gli utenti possono quindi già ora prendere provvedimenti contro i contenuti che violano i diritti della personalità sulle piattaforme. I tribunali si sono pronunciati su questa questione. L'attuale sistema giuridico, quindi, dispone già di strumenti per obbligare le piattaforme a rimuovere dei contenuti.
La prassi giudiziaria dimostra che le norme esistenti consentono un’applicazione differenziata ed efficace del diritto:
- Caso Glarner (2023): il tribunale civile di Basilea ha ordinato al consigliere nazionale Andreas Glarner di pagare una somma di denaro dopo la pubblicazione di un video manipolato dall'intelligenza artificiale, che attribuiva false dichiarazioni alla politica verde Sibel Arslan. Andreas Glarner era già stato costretto da un ordine superprovvisorio a cancellare il video e a interromperne la diffusione. Questa decisione dimostra che anche la diffamazione digitale può essere sanzionata efficacemente.
- Caso Fifa contro Google (2024): la FIFA ha intentato una causa contro Google dopo che nei risultati di ricerca è apparso un sito web che ne aveva danneggiato la reputazione. Il tribunale amministrativo di Zurigo ha esaminato se Google fosse corresponsabile di una lesione alla personalità dovuto all'indicizzazione della pagina.
Nonostante le possibilità legali esistenti, sembra che possa essere difficile far valere dei diritti contro contenuti che violano la legge, in particolare quando tali contenuti vengono pubblicati in forma anonima o quando è difficile identificare i responsabili.
Controllo delle condizioni generali (CG)
Il rapporto contrattuale tra una piattaforma e i suoi utenti è regolato principalmente dalle condizioni generali (CG). Queste possono essere soggette a verifica legale e sottostare ai principi stabiliti in Svizzera:
- Controllo del consenso: le CG sono vincolanti solo se gli utenti ne sono stati debitamente informati. Le clausole sorprendenti non si applicano (regola dell’inusuale).
- Controllo dell'interpretazione: formulazioni poco chiare vengono interpretate a scapito del gestore della piattaforma (regole ambigue).
- Controllo dei contenuti: le clausole non devono contravvenire a disposizioni di diritto imperative o alle regole della buona fede. L’art. 8 LCSI fornisce un modo flessibile per dichiarare nulle le clausole abusive.
L'autonomia privata è preservata, poiché i gestori delle piattaforme godono di libertà contrattuale entro questi limiti. Ma occorre sottolineare che soggetti terzi interessati dai contenuti che compaiono sulle piattaforme non hanno, in genere, alcun rapporto contrattuale diretto con queste ultime. Pertanto, in genere non possono invocare i termini e le condizioni delle piattaforme per ottenere la rimozione dei contenuti contestati. Di solito entrano in gioco i meccanismi generali di protezione del diritto civile.
Diritto della concorrenza sleale
Talvolta, le piattaforme utilizzano meccanismi psicologici per influenzare le decisioni di acquisto, simulando la scarsità di un'offerta, creando elementi di «gamification» o «dark pattern», ovverossia modelli che costringono gli utenti a compiere determinate azioni. Nella misura in cui la sovranità del consumatore è una condizione essenziale per il corretto funzionamento della concorrenza, le pratiche manipolatorie rappresentano un problema. Gli elementi costitutivi apertamente formulati nella legislazione sulla concorrenza sleale hanno già un impatto su queste applicazioni. I tribunali stanno mostrando moderazione, ma la situazione potrebbe cambiare alla luce dei nuovi metodi di vendita aggressivi, come l'estesa «gamification» su piattaforme commerciali come Temu. Se un comportamento indesiderato dal punto di vista della concorrenza leale diventasse sistematico, il legislatore potrebbe anche prenderlo specificamente di mira nell'ambito di un adeguamento del diritto sulla concorrenza sleale.
Diritto dei cartelli
Le piattaforme digitali presentano caratteristiche economiche specifiche che sollevano nuovi interrogativi in relazione al diritto dei cartelli. Tuttavia, il diritto svizzero dei cartelli offre già una base sufficientemente flessibile per coprire in modo adeguato i mercati digitali.
Molti dei comportamenti contemplati dal DMA all'interno dell'UE possono già essere esaminati nel quadro del controllo degli abusi in Svizzera (art. 7 LCart). Altre questioni, come la delimitazione del mercato dei servizi gratuiti, dovranno essere ulteriormente esaminate al momento dell'applicazione del diritto. La legge vigente prevede un ampio margine di manovra; nella pratica, spesso non è il diritto materiale a rappresentare un problema, bensì la velocità degli sviluppi nel mondo digitale.
In presenza di lacune normative, il legislatore può reagire con adattamenti mirati, ad esempio nel settore del controllo delle fusioni.
Diritto delle assicurazioni sociali
L'economia delle piattaforme solleva anche nuove questioni nel diritto delle assicurazioni sociali, in particolare per quanto riguarda la distinzione tra attività lucrativa indipendente e dipendente. Nel caso Uber, tuttavia, il Tribunale federale ha dimostrato che la normativa vigente era sufficientemente flessibile per rispondere a queste domande. La sentenza in questione suggerisce che seguiranno altri casi.
Necessità di una regolamentazione mirata piuttosto che di interventi globali
In sintesi, si può affermare che l'ordinamento giuridico vigente prevede già meccanismi esaustivi per la regolamentazione delle piattaforme. Detto questo, ci sono ambiti in cui potrebbero essere necessari adattamenti specifici, in particolare perché le piattaforme non agiscono come fornitori tradizionali, ma come intermediari tra utenti e fornitori terzi.
Data la crescente importanza delle piattaforme digitali, è necessario chiarire i loro obblighi normativi. Tuttavia, non si tratta di renderle globalmente responsabili, bensì di riequilibrare la loro parte di responsabilità.
Sicurezza dei prodotti sulle piattaforme
Prendiamo ad esempio la sicurezza dei prodotti: piattaforme come Temu o Shein non vendono direttamente i prodotti che propongono, ma agiscono solo come intermediari.
Mentre i rivenditori classici sono tenuti per legge a rispettare gli standard di sicurezza nazionali, queste piattaforme ritengono che la responsabilità ricada esclusivamente sui produttori o sui fornitori terzi all’estero.
Gli studi dimostrano che molti prodotti offerti su queste piattaforme non soddisfano i requisiti di sicurezza svizzeri. Un'analisi condotta sui giocattoli ha rivelato che 15 dei 18 prodotti testati su Temu non avrebbero potuto essere venduti tramite il commercio tradizionale.
Queste differenze normative non solo creano una distorsione delle condizioni di concorrenza, ma comportano anche rischi considerevoli per i consumatori.
Sebbene l'ordinamento giuridico vigente sia sufficientemente flessibile in molti ambiti, in alcuni settori sono necessari adattamenti mirati. Ma ciò non dovrebbe tradursi in un’ampia regolamentazione, bensì in soluzioni specifiche per ciascun settore, poiché ogni settore ha le sue sfide, come dimostrano le diverse norme di sicurezza. La Svizzera deve mettere a disposizione risorse sufficienti per poter controllare meglio, oltre che il commercio stazionario, anche le merci provenienti dalle piattaforme online. Le autorità doganali e cantonali di controllo sono sopraffatte dall'elevato numero di pacchi relativi alle vendite su questi siti, tanto che gli standard di sicurezza possono essere facilmente aggirati.
Applicazione del diritto
L'ordinamento giuridico prevede già meccanismi di protezione, ma la loro applicazione pone spesso problemi. È quindi possibile far valere i propri diritti – ad esempio in materia di responsabilità – davanti ai tribunali svizzeri, ma la loro attuazione nei confronti dei fornitori senza presenza fisica in Svizzera risulta spesso difficoltosa. Di conseguenza, molti utenti si rifiutano di far valere i propri diritti legittimi, considerati i costi e l'efficacia di una procedura. Il legislatore deve affrontare questa questione e adottare misure mirate. In questo contesto, un ruolo importante è svolto dalla designazione, da parte delle piattaforme di una certa dimensione, di un domicilio di notifica in Svizzera. Un simile obbligo migliora l'applicabilità dei diritti e funge da punto di contatto in casi di ambiguità, senza creare inutili ostacoli burocratici. Una simile domiciliazione sarebbe utile anche per migliorare successivamente l'applicazione in altri ambiti. Un confronto internazionale dimostra che nuovi strumenti, come lo status di «trusted flagger», possono contribuire a una moderazione efficace dei contenuti. In Svizzera, attualmente non esiste alcuna base giuridica in tal senso.
Anche le imprese devono affrontare sfide importanti nell'ambito dei diritti di proprietà intellettuale. Piattaforme e social network facilitano infatti l'accesso alle contraffazioni. L'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale si rivela spesso difficile: gli sforzi compiuti dai titolari dei diritti – in termini di risorse umane e finanziarie – sono sproporzionati rispetto alla facilità con cui i fornitori offrono questi prodotti, spesso oltre confine e con una tracciabilità limitata. La tutela della proprietà intellettuale resta quindi un aspetto importante, di cui occorre tenere debitamente conto nell'ambito degli strumenti esistenti o di quelli sviluppati in modo mirato.
La responsabilità delle piattaforme in quanto intermediari
Oltre all'applicazione del diritto in un determinato territorio, l'elevato grado di anonimato sulle piattaforme rappresenta una sfida. Queste ultime consentono transazioni tra parti che spesso rivelano solo informazioni minime, il che facilita gli abusi e rende difficili i procedimenti legali.
Le piattaforme dovrebbero quindi essere all’altezza del loro ruolo di intermediari chiave nelle transazioni. Soprattutto in caso di conflitto, occorre garantire una certa trasparenza nei confronti degli attori coinvolti. Un requisito minimo per gli obblighi di identificazione, simile a quello previsto dal Digital Services Act dell’UE, potrebbe fornire un supporto e migliorare l'applicazione del diritto. Al contempo, è necessario evitare che le piattaforme che soddisfano tali requisiti siano soggette a una responsabilità generale. Sono responsabili in quanto intermediari, ma non possono essere ritenuti globalmente responsabili per la condotta illecita di terzi. Detto questo, se una piattaforma agisce di fatto come fornitore dei propri prodotti, deve assumersene la responsabilità.
Al contempo, occorre tenere presente che le possibilità di applicazione delle norme da parte dello Stato sono soggette a limiti in un ambiente digitale globalizzato. È dunque opportuno trovare soluzioni efficaci, in coordinamento con gli sviluppi internazionali, per mantenere un equilibrio tra certezza del diritto, innovazione e dinamismo economico.
Limiti naturali di una regolamentazione svizzera delle piattaforme
La regolamentazione delle piattaforme digitali da parte del diritto nazionale incontra dei limiti. Le leggi nazionali sono territoriali, mentre le piattaforme operano su scala mondiale.
Far rispettare le normative nazionali agli operatori di piattaforme senza una presenza fisica è una sfida. Un esempio sono i rivenditori online stranieri che vendono tramite piattaforme ma non possiedono attivi in Svizzera.
Anche nel caso di una sentenza di un tribunale, la sua applicazione in una giurisdizione straniera risulta spesso difficile e costosa.
Fare affidamento sulle piattaforme?
Alcuni chiedono che le piattaforme siano ritenute più responsabili, in quanto sono presenti economicamente e possono essere prese di mira dalla regolamentazione. Ma un trasferimento totale della responsabilità comporta rischi considerevoli:
Ciò minerebbe il modello di intermediazione e trasformerebbe di fatto le piattaforme in fornitori.
Le piattaforme potrebbero trovarsi costrette ad agire come regolatori sostitutivi, un ruolo che non possono assumere in modo efficace o neutrale.
Requisiti normativi eccessivi potrebbero incoraggiare le piattaforme a ritirarsi dai mercati di piccole dimensioni come la Svizzera, con conseguenze negative per i consumatori.
Responsabilità individuale e scelte consapevoli del consumatore
Di fronte a queste sfide strutturali, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei limiti della regolamentazione statale. I vantaggi delle piattaforme globali, come i prezzi vantaggiosi e l'ampia scelta di prodotti, sono accompagnati da alcune restrizioni in materia di applicazione del diritto. Inoltre, l'uso dei dati personali per scopi commerciali o potenzialmente manipolatori può essere problematico, ad esempio quando gli algoritmi utilizzano questi dati per influenzare in modo mirato il comportamento dei consumatori.
Detto questo, i consumatori non sono gli unici soggetti interessati. Anche altri partecipanti al mercato, come i fornitori con un punto vendita fisico o i titolari di diritti di proprietà intellettuale, potrebbero essere interessati dalle attività basate sulle piattaforme, in particolare se vi appaiono contenuti che potenzialmente violano i loro diritti.
Chiudersi su sé stessi non deve essere la risposta
Chiedere la chiusura delle piattaforme e l'esclusione della Svizzera dai servizi digitali significa ignorare la realtà di un mondo interconnesso. Tali misure sono costose, difficili da attuare e facili da aggirare. In un'economia digitale, una simile regolamentazione non solo sarebbe inefficace, ma avrebbe anche un impatto a lungo termine sulla capacità di innovazione della piazza economica svizzera.
Le piattaforme digitali offrono vantaggi fondamentali per l'economia e la società. Facilitano l'accesso alle informazioni, riducono le barriere allo scambio e promuovono la democratizzazione della diffusione delle informazioni. Le piattaforme di comunicazione possono presentare sfide normative, ma offrono notevoli vantaggi all'economia e agli utenti. Il fatto che la soglia per la raccolta e la diffusione delle informazioni sia ridotta rafforza non solo la libertà di espressione, ma anche l'accesso ai mercati e alla conoscenza. Una società democratica dovrebbe essere consapevole dell'importanza di questi vantaggi, che non dovrebbero essere messi in gioco alla leggera.
I meccanismi di mercato funzionano
In un mercato aperto, gli utenti di internet hanno la possibilità di lasciare le piattaforme in qualsiasi momento. Poiché le piattaforme digitali non richiedono infrastrutture costose, nuovi attori possono affermarsi rapidamente sul mercato e fungere da alternativa. Questa potenziale concorrenza sta già spingendo le piattaforme esistenti a disciplinarsi e adattarsi continuamente alle aspettative degli utenti.
Gli interventi statali nei mercati digitali comportano dei rischi. Una regolamentazione che va oltre gli adeguamenti mirati potrebbe indebolire i meccanismi di mercato esistenti senza migliorarne il funzionamento. Le piattaforme stanno già sviluppando soluzioni per rispondere alle sfide della politica, spesso in modo più rapido ed efficace di quanto potrebbe fare una regolamentazione più severa. La Svizzera farebbe bene a mantenere la sua apertura digitale, perché a lungo termine l'economia e la società trarrebbero vantaggio da un ambiente flessibile e favorevole all'innovazione, che lascia spazio alla concorrenza e allo sviluppo tecnologico.

Approcci normativi internazionali
Regolamentazione delle piattaforme nell'UE: una regolamentazione basata sui valori
L'Unione europea intende essere all'avanguardia anche nella regolamentazione delle piattaforme. Il suo scopo è quello di stabilire quadri normativi completi volti a tutelare gli utenti, organizzare le strutture del mercato ed evitare distorsioni della concorrenza. I principali strumenti normativi includono:
- Il Regolamento sui servizi digitali (DSA), che crea un ambiente digitale sicuro stabilendo regole chiare per combattere i contenuti illegali, imponendo obblighi di trasparenza alle piattaforme e rafforzando i meccanismi di applicazione
- Il Regolamento sui mercati digitali (DMA), che promuove la concorrenza stabilendo requisiti specifici per le piattaforme con potere di mercato («controllori dell’accesso» o «gatekeeper») per frenare le tendenze monopolistiche.
- Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che stabilisce rigide norme sulla protezione dei dati, richiedendo alle imprese di trattare i dati personali in modo trasparente e sicuro.
- Il Regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti (2023), che aumenta la responsabilità delle piattaforme in relazione alla sicurezza dei prodotti che commercializzano, in particolare attraverso obblighi di controllo e notifica.
Così facendo, l'UE si concentra su una regolamentazione basata sui valori, che pone al centro delle sue preoccupazioni la tutela dei consumatori, la sovranità dei dati e la trasparenza del mercato. Con una moltitudine di prescrizioni, a volte molto dettagliate, interviene in profondità nei modelli commerciali digitali.
Ma la densità normativa che ne risulta pone sempre più sfide per le imprese. A causa delle economie di scala illustrate in precedenza, i costi di conformità rappresentano un onere sproporzionato, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI) e le start-up. Fortemente incentrata sulle piattaforme esistenti, la normativa rischia anche di danneggiare l'innovazione e la competitività delle imprese europee. La normativa prevede determinate configurazioni e non lascia spazio a nuove idee. Requisiti così rigorosi rischiano di incoraggiare lo sviluppo di modelli aziendali digitali al di fuori dell'UE. Al contempo, le imprese europee stanno perdendo terreno a causa delle incertezze normative e dei costi elevati.
Non è chiaro se l’estesa regolamentazione delle piattaforme nell'UE raggiunga gli obiettivi prefissati o se, principalmente, ostacoli la capacità di innovazione digitale a lungo termine dell'Europa. In molti ambiti, la prassi di implementazione non è ancora consolidata, per cui la reale efficacia delle nuove norme sarà evidente solo nei prossimi anni. All'interno dell'UE sta prendendo sempre più piede la consapevolezza che un'azione normativa eccessivamente restrittiva potrebbe indebolire il mercato unico digitale e creare nuove barriere all'ingresso.
Regolamentazione delle piattaforme negli Stati Uniti: una doppia strategia tra liberalismo e interessi di sicurezza
Tradizionalmente gli Stati Uniti si sono affidati a una regolamentazione delle piattaforme orientata al mercato e favorevole all'innovazione, riducendo al minimo l'intervento dello Stato. La concorrenza e l'autoregolamentazione sono considerate meccanismi di controllo essenziali per incoraggiare l'innovazione tecnologica e garantire alle imprese una certa flessibilità sul mercato.
Lo Stato interviene principalmente attraverso il diritto dei cartelli. La Federal Trade Commission (FTC) e il Ministero della Giustizia (DOJ) cercano talvolta di adottare misure aggressive nei confronti delle piattaforme con potere di mercato. L'esito di molti procedimenti resta incerto sotto la nuova amministrazione statunitense. Mentre alcuni attori politici auspicano una posizione più dura nei confronti dei gruppi tecnologici, importanti attori economici ritengono che la regolamentazione eccessiva rappresenti un ostacolo all'innovazione.
Oltre alle questioni inerenti al diritto dei cartelli, negli Stati Uniti la regolamentazione delle piattaforme sta assumendo sempre più una dimensione legata alla sicurezza.
Una questione particolarmente controversa è il trattamento delle piattaforme di shopping cinesi come Shein e Temu, che stanno esercitando pressione sul commercio al dettaglio americano tramite forniture dirette e prezzi aggressivi. Una riduzione delle franchigie doganali potrebbe avere un impatto specifico su questi fornitori ed essere interpretata come una barriera all'ingresso sul mercato. L'evoluzione della regolamentazione statunitense delle piattaforme sotto la nuova amministrazione resta incerta.
Regolamentazione delle piattaforme in Cina: una regolamentazione politica
La Cina ha una regolamentazione delle piattaforme guidata dallo Stato che coniuga strettamente il controllo economico con degli obiettivi politici. Il governo, che inizialmente ha creato un ambiente favorevole alla crescita di imprese come Alibaba, Tencent e ByteDance, ora pone maggiore enfasi sulla regolamentazione e sul controllo statale.
- Misure di diritto dei cartelli: imprese come Alibaba e Tencent sono state costrette ad adattare le loro pratiche. L'introduzione in borsa (IPO) di Ant Group, sussidiaria FinTech di Alibaba, è stata sospesa e Tencent ha dovuto affrontare restrizioni nel settore dei videogiochi.
- Controllo politico: le piattaforme sono tenute a consegnare i dati degli utenti alle autorità governative e a sviluppare tecnologie di sorveglianza e censura.
Ciò include rigide regole di archiviazione dei dati e algoritmi di moderazione dei contenuti. Questi interventi hanno rallentato la crescita delle imprese tecnologiche cinesi e danneggiato la fiducia degli investitori internazionali. Nel frattempo, piattaforme cinesi come TikTok, Shein e Temu stanno affrontando una crescente pressione normativa all'estero. Anche in Svizzera sono già in atto interventi politici nei confronti di Temu. Nel frattempo, cresce il sospetto che le piattaforme cinesi che operano a livello internazionale beneficino talvolta di un notevole sostegno statale, ciò che consente loro di proporre offerte vantaggiose e crea notevoli distorsioni della concorrenza.
La strategia della Cina per quanto riguarda le piattaforme illustra lo stretto legame tra il controllo economico, il controllo politico e gli interessi geopolitici. Le piattaforme digitali non sono solo attori del mercato, ma anche strumenti che consentono allo Stato di esercitare la propria influenza, anche all'estero.
Con il DSA e il DMA, tra l’altro, l'UE si affida a normative rigide per proteggere i consumatori, stabilire la trasparenza del mercato e garantire una concorrenza leale. Ma gli elevati costi di conformità potrebbero gravare sulle PMI e sulle start-up e ostacolare l'innovazione. Resta aperta la questione di sapere se la regolamentazione rafforzerà o indebolirà il mercato unico digitale.


Opzioni politiche e posizione di economiesuisse
Le piattaforme digitali stimolano l'innovazione, fanno emergere nuovi meccanismi di mercato e permettono di ottenere guadagni in termini di efficienza, ma pongono anche sfide normative. È necessaria una regolamentazione mirata e moderata, basata su standard internazionali e senza specificità nazionali.
Nessuna regolamentazione svizzera isolata delle piattaforme
Essendo una piazza economica aperta, la Svizzera trae vantaggio dalle sue interconnessioni internazionali. Uno «Swiss finish» con normative diverse moltiplica i requisiti e crea svantaggi competitivi. Le piattaforme globali rispondono alla frammentazione normativa introducendo restrizioni o addirittura ritirandosi del tutto.
Anche norme nazionali semplificate possono comportare costi di conformità più elevati se si discostano dagli standard stabiliti. Un’adozione avventata delle normative UE rischia di causare interazioni inaspettate con il quadro giuridico svizzero
Applicare rigorosamente le leggi esistenti e svilupparle se necessario
La Svizzera dispone già di efficaci strumenti giuridici per regolamentare i modelli commerciali basati su piattaforme. Invece di emanare nuove e ampie normative, è più opportuno applicare rigorosamente la legislazione esistente e rafforzarla di volta in volta, in caso di specifici problemi di applicazione.
Un esempio è la revisione parziale della legge sull'IVA (LIVA): le piattaforme sono considerate imponibili quando importano determinati beni. In questo modo si garantisce un'applicazione equivalente nel commercio online, senza modificare radicalmente il sistema fiscale. Questo approccio mostra come adattamenti mirati delle normative esistenti possano migliorare l'applicazione del diritto nell'economia delle piattaforme.
Interventi mirati possono rafforzare la fiducia dei consumatori e al contempo garantire che la Svizzera rimanga una piazza economica attrattiva per le imprese innovative, senza creare inutili ostacoli burocratici.
La Svizzera, una piazza economica favorevole all’innovazione
Le conseguenze del DMA e del DSA non sono state stabilite in modo chiaro. Una ripresa prematura potrebbe rivelarsi dannosa, soprattutto se l'UE dovesse apportare modifiche. Per la Svizzera è fondamentale a) non creare norme dettagliate che si discostino da quelle dell'UE, ma anche b) garantire, attraverso un approccio normativo differenziato, compatibile a livello internazionale e il più possibile neutrale dal punto di vista dei principi e delle tecnologie, che il paese sfrutti le opportunità offerte dall'economia delle piattaforme senza compromettere le possibilità che ne derivano, come il dinamismo economico.
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