Gerichtssaal

I ri­schi delle azio­ni col­let­ti­ve

Il pro­get­to pre­li­mi­na­re con­cer­nen­te la re­vi­sio­ne del co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le pre­ve­de l’in­tro­du­zio­ne di stru­men­ti di pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca col­let­ti­va. In­tro­dur­re que­sti stru­men­ti con­tra­ri al si­ste­ma non è nel­l’in­te­res­se della piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra. eco­no­mie­suis­se ne spie­ga le ra­gio­ni in un nuovo dos­sier­po­li­ti­ca «Ac­tions col­lec­ti­ves: peu d’a­van­ta­ges, beau­coup de ri­sques» (di­spo­ni­bi­le anche in te­de­sco).

Già oggi si pos­so­no in­ten­ta­re delle azio­ni le­ga­li per danni su­bi­ti. Quan­do i danni sono di lieve en­ti­tà, non è sem­pre con­ve­nien­te in­ten­ta­re un’a­zio­ne e que­sto per di­ver­se ra­gio­ni. Far va­le­re delle pre­te­se per danni im­por­tan­ti che con­cer­no­no un gran nu­me­ro di per­so­ne può sol­le­va­re non pochi pro­ble­mi. Da anni si chie­de di col­ma­re que­ste pre­sun­te la­cu­ne del si­ste­ma giu­ri­di­co. Il co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le (CPC) è già stato ri­vi­sto in pro­fon­di­tà nel 2011. L’in­tro­du­zio­ne di un’a­zio­ne col­let­ti­va era già stata re­spin­ta al ter­mi­ne di lun­ghe di­scus­sio­ni, con la mo­ti­va­zio­ne che le pos­si­bi­li­tà a di­spo­si­zio­ne per rag­grup­pa­re delle azio­ni fos­se­ro suf­fi­cien­ti. La si­tua­zio­ne è per­fet­ta­men­te iden­ti­ca oggi.

De­sta­bi­liz­za­re il si­ste­ma giu­ri­di­co?

Il pro­get­to pre­li­mi­na­re di re­vi­sio­ne del co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le pre­ve­de op­por­tu­ni ade­gua­men­ti della le­gi­sla­zio­ne in vi­go­re. Detto que­sto, oc­cor­re ri­fiu­ta­re con fer­mez­za l’in­tro­du­zio­ne di stru­men­ti di pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca col­let­ti­va – in par­ti­co­la­re le tran­sa­zio­ni di grup­po e le azio­ni delle or­ga­niz­za­zio­ni pre­vi­ste nel pro­get­to pre­li­mi­na­re. Que­sti stru­men­ti ri­schie­reb­be­ro di fatto di com­por­ta­re un cam­bia­men­to di pa­ra­dig­ma. Essi an­dreb­be­ro ben oltre l’o­biet­ti­vo mi­ra­to e de­sta­bi­liz­ze­reb­be­ro il si­ste­ma giu­ri­di­co. In ul­ti­ma ana­li­si, i nuovi costi le­ga­ti ai ri­schi si ri­per­cuo­te­reb­be­ro sui con­su­ma­to­ri. Una buona pro­te­zio­ne dei con­su­ma­to­ri ha un aspet­to di­ver­so. eco­no­mie­suis­se aveva già cri­ti­ca­to que­sti punti in oc­ca­sio­ne della con­sul­ta­zio­ne sul pro­get­to pre­li­mi­na­re di re­vi­sio­ne del CPC. 

Si at­ten­de il mes­sag­gio del Con­si­glio fe­de­ra­le

Il pro­get­to pre­li­mi­na­re è stato pre­sen­ta­to nella pri­ma­ve­ra 2018. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci con­di­vi­do­no, sul prin­ci­pio, la re­vi­sio­ne. eco­no­mie­suis­se è fa­vo­re­vo­le ai vari adat­ta­men­ti tec­ni­ci che do­vreb­be­ro sem­pli­fi­ca­re il coor­di­na­men­to delle pro­ce­du­re non­ché al­l’in­tro­du­zio­ne del se­gre­to pro­fes­sio­na­le per i giu­ri­sti d’im­pre­sa. Il mes­sag­gio del Con­si­glio fe­de­ra­le re­la­ti­vo alla re­vi­sio­ne del CPC do­vreb­be es­se­re pre­sen­ta­to entro la fine del­l’an­no. Nel suo nuovo dos­sier­po­li­ti­ca, eco­no­mie­suis­se mo­stra per­ché gli stru­men­ti di pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca col­let­ti­va de­vo­no as­so­lu­ta­men­te es­se­re re­spin­ti e per quale mo­ti­vo la loro in­tro­du­zio­ne equi­var­reb­be ad apri­re un vaso di Pan­do­ra.

 

Leg­ge­re il nuovo dos­sier­po­li­ti­ca sulle azio­ni col­let­ti­ve (in fran­ce­se)