AVS 21: questa riforma intelligente merita un doppio SI
L’AVS è una delle principali conquiste sociali della Svizzera. Ma perfino il sistema più efficiente si inceppa se si trascura la sua manutenzione per decenni. La riforma AVS 21, che prevede una combinazione equilibrata di misure imperativamente necessarie e accettabili per noi tutti, permette di evitare questo.
Dal 1948, l’AVS fa parte del paesaggio svizzero, un po’ come le FFS. Immaginiamo ora che, nonostante un aumento costante del numero di passeggeri, le FFS non investano nella loro modernizzazione per un quarto di secolo, non acquistino nuovo materiale rotabile, non costruiscano linee più rapide e non migliorino i loro orari. Non sono una pianificatrice dei trasporti, ma mi permetto di fare un pronostico: non ci vorrebbe molto tempo prima che i trasporti pubblici collassino. L’ultima revisione dell’AVS è stata adottata 27 anni fa. Da allora, tutti i tentativi di adattamento del 1° pilastro ai bisogni della nostra epoca sono falliti. Per molto tempo ci sono stati validi argomenti contro le riforme urgenti: con l’aumento della massa salariale, maggior denaro affluiva nelle casse e l’invecchiamento della popolazione era attenuato dall’immigrazione di manodopera giovane. Ma questi fattori positivi non sono scolpiti nel marmo e non permettono di lottare contro la realtà implacabile della demografia
Ogni anno, il numero di persone che lasciano il mercato del lavoro per andare in pensione è di gran lunga superiore al numero di giovani formati in Svizzera. Parallelamente, la speranza di vita dei pensionati continua ad aumentare. È incontestato che l’AVS non possa continuare a funzionare così. Ma i sindacati e i partiti di Sinistra vedono talvolta tutto rosa quando si tratta di adottare misure concrete per risanare la situazione. Alcune volte abbellendo la situazione dell’AVS, altre auspicando finanziamenti da parte della Banca nazionale. Le due opzioni non sono sostenibili. Anche una focalizzazione sulla questione dei sessi non si giustifica se si guardano attentamente le cose. Le donne non sono sfavorite in materia di prestazioni AVS e non lo saranno nemmeno in futuro. Per le generazioni di transizione che hanno forse già pianificato la loro pensione, sono previsti un adattamento progressivo e compensazioni generose. Si afferma a giusta ragione che la parità dei sessi non è ancora raggiunta in tutti i settori in Svizzera. Ma la politica di uguaglianza è credibile solo se viene perseguita in modo ampio.
La riforma AVS 21 è equilibrata. La parte di gran lunga più importante del finanziamento aggiuntivo è fornita dal leggero aumento dell’IVA, ciò che concerne maggiormente le persone più benestanti che consumano di più. Nel contempo, essa fornisce chiari vantaggi rendendo più flessibile l’età della pensione e adattandola così alle situazioni individuali. Questo doppio progetto merita un doppio SI – affinché la nostra principale opera sociale non venga messa da parte.