# 8 / 2016
26.07.2016

Sì a una ge­stio­ne ef­fi­cien­te delle ri­sor­se, no al­l’i­ni­zia­ti­va «Eco­no­mia verde»

At­tra­ver­so l’i­ni­zia­ti­va per un’«eco­no­mia verde» i Verdi in­ten­do­no pro­muo­ve­re una ri­du­zio­ne ra­di­ca­le di oltre due terzi del con­su­mo di ri­sor­se in Sviz­ze­ra. In linea con la po­si­zio­ne del Con­si­glio fe­de­ra­le e del Par­la­men­to, il mondo eco­no­mi­co è con­tra­rio a que­sta ini­zia­ti­va estre­ma sulla quale siamo chia­ma­ti a vo­ta­re il 25 set­tem­bre. Si trat­ta di una pro­po­sta dif­fi­ci­le da at­tua­re e che cau­se­reb­be in­gen­ti danni eco­no­mi­ci al Paese. In più si trat­ta di una bat­ta­glia non ne­ces­sa­ria. La Sviz­ze­ra, più di ogni altra na­zio­ne, si im­pe­gna già per con­ci­lia­re un’e­co­no­mia per­for­man­te con un uti­liz­zo ef­fi­cien­te delle ri­sor­se. Oc­cor­re dun­que pro­se­gui­re su que­sta stra­da di suc­ces­so.

L’essenziale in breve

Un’iniziativa dannosa che non raggiunge l’obiettivo

L’iniziativa depositata dai Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» intende iscrivere nella Costituzione il principio di un’economia circolare rigorosa. In caso d’accettazione, entro il 2050 la Svizzera dovrebbe diminuire il consumo di risorse di oltre il 65% per raggiungere l’impronta ecologica di “un Pianeta”. Questo metodo dell’impronta si fonda su basi scientifiche fragili. Questo obiettivo non può essere raggiunto entro il 2050 senza bruschi cambiamenti strutturali e radicali cambiamenti nei modelli di consumo, come sottolineato dal Consiglio federale (pag.1628) e da vari esperti 

Il Consiglio federale avverte che tale iniziativa potrebbe provocare delle soppressioni di impieghi e costi economici elevati (pag.1652). Per tentare anche soltanto di avvicinarsi a questo radicale obiettivo, infatti, la Confederazione dovrebbe intervenire in modo importante nel sistema economico: sarebbe necessario introdurre nuove tasse ed emanare numerose nuove regolamentazioni sui prodotti e sui processi. 

Nel clima attuale di concorrenza mondiale, una gestione efficiente delle risorse riveste un’importanza esistenziale per l’economia. Le aziende svizzere non sono chiamate a compiere particolari sforzi, in quanto si impegnano già volontariamente in questo senso: solo ottenendo il massimo dalle risorse impiegate, infatti, è possibile battere la concorrenza mondiale. Non c’è da stupirsi dunque che la Svizzera occupi da anni i primi posti delle classifiche internazionali riguardanti l’efficienza energetica e delle classifiche basate su diversi indicatori ambientali.

Posizione di economiesuisse

  • Secondo il Consiglio federale e gli esperti, pensare di ridurre il consumo delle risorse di più del 65%, così come ipotizzato nel testo dell’iniziativa, è utopistico e rappresenta una scelta del tutto inappropriata dal punto di vista della politica economica. 
  • La Svizzera da anni è tra i primi Paesi al mondo per quanto riguarda l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e la tutela dell’ambiente, come dimostrato anche da diversi recenti studi.
  • Un’economia rigorosamente circolare non è pensabile né a livello economico né a livello ambientale, in quanto non in tutti i casi il riciclaggio è la scelta più sensata sia dal punto di vista della politica ambientale che dal punto di vista economico. Ottimizzare l’economia circolare è più interessante piuttosto che portarla ai suoi massimi livelli.
  • Le misure necessarie per attuare l’iniziativa, inoltre, provocherebbero una riduzione importante dei posti di lavoro, creerebbero nuovi ostacoli al commercio, ostacolerebbero la competitività e minaccerebbero l’economia e il benessere del Paese sul lungo periodo. 
  • Oltre la metà dell’impatto ambientale che la popolazione svizzera causa attraverso i suoi consumi viene generato all’estero. Senza una limitazione drastica dei consumi, le possibilità d’intervento in Svizzera sono limitate.