# 8 / 2016
26.07.2016

Sì a una gestione efficiente delle risorse, no all’iniziativa «Economia verde»

Conseguenze sull’integrazione internazionale della Svizzera

Possibilità di intervento limitate oltreconfine

L’economia svizzera è fortemente integrata a livello internazionale. In un’economia globalizzata come quella odierna spesso le diverse fasi del ciclo di vita di un prodotto (pag.1637) (produzione, trasporto, utilizzo, smaltimento) si svolgono in Paesi diversi. L’integrazione internazionale delle catene di creazione del valore richiede dunque che sia indispensabile coordinare a livello internazionale una strategia tendente a ridurre l’impatto ambientale. Quindi, se la Svizzera vuole mantenere anche in futuro i propri legami con l’economia internazionale, le sue possibilità di intervento sono limitate fin dall’inizio.

Le singole iniziative influiscono negativamente sulla competitività

Prescrizioni ambientali ancora più severe e applicabili soltanto sul territorio elvetico avrebbero ripercussioni negative sui produttori e i commercianti svizzeri. Si creerebbero infatti una serie di nuovi ostacoli al commercio, i prodotti di importazione risulterebbero più convenienti rispetto a quelli nazionali, mentre i prodotti esportati più costosi. La differenza rispetto ai prezzi applicati nei Paesi confinanti metterebbe nuovamente in moto il turismo degli acquisti e rafforzerebbe l’idea che la Svizzera è un’isola dei prezzi elevati. Inoltre le aziende svizzere sono legate alle catene di creazione del valore globali sotto vari punti di vista. Se le regolamentazioni speciali da rispettare aumenteranno, le aziende svizzere saranno sempre più spesso escluse dai processi globali e le multinazionali saranno portate a spostare le proprie sedi dalla Svizzera, perché la piazza economica elvetica non eserciterà più la stessa attrattiva di un tempo. Anche in assenza di ulteriori normative molte aziende al loro interno applicano standard di sostenibilità consolidati e richiedono che gli stessi principi siano rispettati anche lungo tutta la catena di creazione del valore dei loro prodotti. 

Incompatibile con gli accordi internazionali

La Svizzera trae enormi vantaggi dal commercio internazionale. Per rafforzare i rapporti con l’estero e favorire il commercio a livello internazionale di prodotti e servizi ha assunto diversi impegni all’interno dell’OMC, nei confronti dell’UE e con altri Stati firmando accordi di libero scambio o accordi bilaterali. Questi accordi potrebbero però essere in contrasto  (pag.1706) con le misure che il Consiglio federale sarebbe costretto ad attuare per raggiungere l’obiettivo radicale stabilito dall’iniziativa.  La Svizzera non può rischiare di essere esclusa dal commercio internazionale.

Ad esempio, il divieto di importare prodotti i cui processi e i metodi di produzione non sono tracciabili sul prodotto, violerebbe l’obbligo di non discriminazione del GATT. Bisogna rispettare anche l’accordo di libero scambio concluso con la Comunità Economica Europea (art. 13 dell’Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità Economica Europea). Nel caso in cui il Consiglio federale decidesse di introdurre misure che limitano l’utilizzo di materiali o prodotti a determinati scopi, di obbligare gli operatori economici a fornire determinate informazioni o di stabilire requisiti particolari per la messa in commercio di materie prime e prodotti, questo potrebbe limitare il commercio e quindi la Svizzera rischierebbe di violare gli accordi. Se si decidesse di stabilire dei requisiti particolari per la messa in commercio dei prodotti sarebbe necessario tenere presenti anche gli accordi sottoscritti dalla Confederazione Svizzera con l’UE sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (riconoscimento reciproco della conformità dei prodotti) e gli accordi in materia di agricoltura. Eventuali nuovi requisiti per la messa in commercio di materie prime e prodotti, dunque, dovrebbero essere valutati caso per caso (pag.1706) per verificarne la compatibilità con gli accordi con l’UE (allegato 1 dell’accordo tra Svizzera e UE del 21 giugno 1999. RS 0.946.526.81.). 

La Svizzera è inoltre tenuta a rispettare l’accordo sugli ostacoli tecnici agli scambi (accordo TBT), che stabilisce che ogni misura adottata deve essere il più possibile in linea con gli standard internazionali. In caso contrario la proposta potrebbe essere considerata sproporzionata e quindi discriminante per il commercio (pag.1706). Nel quadro di questo accordo, i progetti relativi a normative tecniche prima dell’approvazione devono essere sottoposti agli altri Stati membri dell’OMC per una presa di posizione. Le normative tecniche della Svizzera, dunque, devono essere in linea con gli standard definiti a livello internazionale, quando presenti. 

L’introduzione di misure di politica ambientale drastiche comprometterebbe il complesso sistema dei rapporti commerciali della Svizzera a livello internazionale e potrebbe violare gli accordi internazionali. Inoltre, andrebbe sicuramente ad aumentare la burocrazia, l’incertezza del diritto e i costi. 

Forse si dimentica che i prodotti delle aziende svizzere rispondono già oggi a elevati standard ambientali. Se queste aziende decidessero di spostare la propria sede o delocalizzare i centri di produzione, ciò rappresenterebbe una perdita per l’ambiente.