Mis­sio­ne eco­no­mi­ca e scien­ti­fi­ca nei paesi del Mer­co­sur: cin­que ri­spo­ste alle do­man­de più fre­quen­ti

Il con­si­glie­re fe­de­ra­le Sch­nei­der-Am­mann è stato im­pe­gna­to dal 29 apri­le al 5 mag­gio 2018 in una mis­sio­ne eco­no­mi­ca e scien­ti­fi­ca negli Stati del Mer­co­sur, ov­ve­ro l’Ar­gen­ti­na, il Bra­si­le, il Pa­ra­guay e l’U­ru­guay. Il tema cen­tra­le delle di­scus­sio­ni era un ac­cor­do di li­be­ro scam­bio con la Sviz­ze­ra. Que­sto ac­cor­do mi­glio­re­reb­be l’ac­ces­so al mer­ca­to la­ti­no per le im­pre­se sviz­ze­re ed evi­te­reb­be una di­scri­mi­na­zio­ne di fron­te ai con­cor­ren­ti del­l’U­nio­ne eu­ro­pea. L’ac­cor­do ha su­sci­ta­to pa­rec­chie do­man­de – ecco la ri­spo­sta alle cin­que do­man­de più fre­quen­ti.

Per­ché un ac­cor­do di li­be­ro scam­bio con l’A­me­ri­ca la­ti­na è im­por­tan­te per noi?

Il Mer­co­sur è la quin­ta re­gio­ne eco­no­mi­ca più im­por­tan­te del mondo. At­tual­men­te la Sviz­ze­ra espor­ta in que­sta re­gio­ne per un va­lo­re di 3,2 mi­liar­di di fran­chi. Il po­ten­zia­le però non è sfrut­ta­to al mas­si­mo. Se l’U­nio­ne eu­ro­pea do­ves­se con­clu­de­re un ac­cor­do di li­be­ro scam­bio prima di noi, ci tro­ve­rem­mo in una po­si­zio­ne svan­tag­gia­ta: le azien­de espor­ta­tri­ci sviz­ze­re ri­schie­reb­be­ro di su­bi­re delle im­por­tan­ti per­di­te in in­te­ri set­to­ri di mer­ca­to. Nella stes­sa si­tua­zio­ne della Sviz­ze­ra si tro­va­no anche il Mes­si­co e il Viet­nam. A lungo ter­mi­ne, que­sto svan­tag­gio si ma­ni­fe­ste­reb­be anche sotto forma di mag­gio­re in­si­cu­rez­za dei no­stri posti di la­vo­ro.

È vero che i paesi del Mer­co­sur non pro­du­co­no in modo so­ste­ni­bi­le?

No, non è vero. Ci sono tut­ta­via dei set­to­ri nella pro­du­zio­ne agri­co­la che pre­sen­ta­no al­cu­ni pro­ble­mi – come in qual­sia­si altro paese. Du­ran­te la mis­sio­ne eco­no­mi­ca e scien­ti­fi­ca, con il con­si­glie­re Sch­nei­der-Am­mann ab­bia­mo vi­si­ta­to di­ver­se azien­de agri­co­le, ma­cel­li e una delle più gran­di espo­si­zio­ni di mac­chi­na­ri agri­co­li in Bra­si­le. Du­ran­te le vi­si­te è ri­sal­ta­to quan­to la so­ste­ni­bi­li­tà venga presa sul serio dai paesi del Mer­co­sur. Nel­l’ac­cor­do di li­be­ro scam­bio verrà de­di­ca­to un in­te­ro ca­pi­to­lo alla so­ste­ni­bi­li­tà, negli in­te­res­si sia della Sviz­ze­ra che dei paesi del Mer­co­sur.

Un ac­cor­do di li­be­ro scam­bio con i paesi del Mer­co­sur sa­reb­be dan­no­sa per i no­stri con­ta­di­ni?

No. Tutti i part­ner com­mer­cia­li dei di­ver­si paesi hanno sot­to­li­nea­to che in Sviz­ze­ra non ver­ran­no espor­ta­ti beni di massa bensì pro­dot­ti di nic­chia. I paesi del Mer­co­sur hanno mo­stra­to anche il loro in­te­res­se per l’im­por­ta­zio­ne di pro­dot­ti agri­co­li dalla Sviz­ze­ra – come per esem­pio il for­mag­gio. L’in­di­ca­zio­ne di pro­ve­nien­za po­treb­be of­fri­re una buona so­lu­zio­ne. Dei 260 mi­lio­ni di abi­tan­ti dei paesi del Mer­co­sur, 60 mi­lio­ni ap­par­ten­go­no al ceto medio e go­do­no di un co­stan­te au­men­to del po­te­re d’ac­qui­sto. A medio e lungo ter­mi­ne i no­stri pro­dut­to­ri di for­mag­gi e latte avreb­be­ro un van­tag­gio no­te­vo­le.

Du­ran­te la mis­sio­ne non ci sono mai state ten­sio­ni tra i rap­pre­sen­tan­ti dei con­ta­di­ni e delle im­pre­se?

Non è mai stato il caso. Erano pre­sen­ti anche di­ver­si di­ri­gen­ti del set­to­re scien­ti­fi­co sviz­ze­ro. L’at­mo­sfe­ra era ot­ti­ma e si sono te­nu­ti dei di­scor­si molto di­ret­ti e co­strut­ti­vi. I par­te­ci­pan­ti si sono con­sul­ta­ti re­ci­pro­ca­men­te e si sono scam­bia­ti le im­pres­sio­ni sul posto. Non c’è mai stato nero o bian­co, le pro­po­ste erano sfu­ma­te. Si è avuta l’im­pres­sio­ne che pro­se­guen­do que­sti dia­lo­ghi si sa­reb­be­ro tro­va­te delle buone so­lu­zio­ni.

Pos­sia­mo spe­ra­re in una ra­pi­da con­clu­sio­ne dei ne­go­zia­ti?

Oc­cor­re­ran­no an­co­ra di­ver­si round di ne­go­zia­ti. Il quar­to round si svol­ge­rà il pros­si­mo lu­glio. È pro­ba­bi­le che entro i pros­si­mi do­di­ci mesi si possa con­clu­de­re un ac­cor­do. Dopo il pros­si­mo round le sca­den­ze sa­ran­no più chia­re, dato che in quel­l’oc­ca­sio­ne le do­man­de sul­l’a­per­tu­ra dei mer­ca­ti sa­ran­no al cen­tro delle di­scus­sio­ni. In que­sto set­to­re sono in­fat­ti an­co­ra ne­ces­sa­ri dei pro­gres­si.


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