Ini­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li: le tre le­zio­ni della Bre­xit

Nel­l’am­bi­to della Bre­xit, i ne­go­zia­ti tra il Regno Unito e l’UE non stan­no avan­zan­do. Mer­co­le­dì 1° lu­glio si sa­reb­be do­vu­to de­ci­de­re sul pro­lun­ga­men­to di due anni del pe­rio­do di tran­si­zio­ne. Ma i Bri­tan­ni­ci si sono op­po­sti a que­sta idea, dal mo­men­to che non si pro­fi­la alcun ac­cor­do glo­ba­le sul re­go­la­men­to delle fu­tu­re re­la­zio­ni tra i Bri­tan­ni­ci e l’UE. Quali le­zio­ni pos­sia­mo trar­re da que­sti svi­lup­pi in Sviz­ze­ra, in par­ti­co­la­re in pre­vi­sio­ne della fu­tu­ra vo­ta­zio­ne sul­l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li?

I temi in vo­ta­zio­ne il pros­si­mo 27 set­tem­bre sono molto im­por­tan­ti. Per me, l’i­ni­zia­ti­va che chie­de la di­sdet­ta della li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne è uno dei temi di po­li­ti­ca eu­ro­pea più im­por­tan­ti di que­sti ul­ti­mi 20 anni. Vale dun­que la pena fare dei con­fron­ti con l’e­ste­ro. Ad esem­pio, i Bri­tan­ni­ci hanno vo­ta­to il 23 giu­gno 2016 a fa­vo­re della Bre­xit, dun­que della loro usci­ta dal­l’UE. Le espe­rien­ze fatte nel frat­tem­po sono piut­to­sto ne­bu­lo­se. Pos­sia­mo trar­ne con­clu­sio­ni af­fi­da­bi­li nel­l’ot­ti­ca della vo­ta­zio­ne del 27 set­tem­bre? La mia ri­spo­sta è chia­ra­men­te sì. Ri­ten­go che la Bre­xit offra alla Sviz­ze­ra tre le­zio­ni di cui bi­so­gna tener conto:

Nes­su­na par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to unico eu­ro­peo senza li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne.

Le­zio­ne n°1: prima del voto, i fau­to­ri della Bre­xit af­fer­ma­va­no che la­scia­re l’UE sa­reb­be stato fa­ci­le poi­ché i Bri­tan­ni­ci avreb­be­ro in se­gui­to ne­go­zia­to un ac­ces­so com­ple­to al mer­ca­to unico eu­ro­peo e dun­que non bi­so­gna­va at­ten­der­si in­con­ve­nien­ti per l’e­co­no­mia. Si trat­ta­va di una falsa pro­mes­sa. La par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to in­ter­no eu­ro­peo ri­chie­de di fatto la li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne, che ri­ma­ne le­ga­ta alla li­be­ra cir­co­la­zio­ne dei beni, dei ser­vi­zi e dei ca­pi­ta­li. Cosa si­gni­fi­ca que­sto per l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li? Che la Sviz­ze­ra, con­tra­ria­men­te alle af­fer­ma­zio­ni degli ini­zia­ti­vi­sti, non sa­reb­be più in grado di ne­go­zia­re la con­ti­nua­zio­ne della pro­pria par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to in­ter­no eu­ro­peo se l’i­ni­zia­ti­va ve­nis­se ac­cet­ta­ta.

Il buon fun­zio­na­men­to del mer­ca­to unico eu­ro­peo è es­sen­zia­le per il fu­tu­ro del­l’Eu­ro­pa.

Le­zio­ne n°2: il Regno Unito è la se­con­da eco­no­mia più gran­de d’Eu­ro­pa. Per que­sta ra­gio­ne, nu­me­ro­si so­ste­ni­to­ri della Bre­xit erano con­vin­ti che l’UE sa­reb­be stata pron­ta a scen­de­re a com­pro­mes­si. Ma anche que­sto cal­co­lo si è ri­ve­la­to sba­glia­to. I mem­bri del­l'UE hanno mo­stra­to di es­se­re poco in­cli­ni ai com­pro­mes­si, per­ché per loro il buon fun­zio­na­men­to del mer­ca­to in­ter­no eu­ro­peo è più im­por­tan­te dei mo­ti­vi eco­no­mi­ci e po­li­ti­ci. Quale de­du­zio­ne trar­re per l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li? La Sviz­ze­ra è uno dei quat­tro prin­ci­pa­li part­ner com­mer­cia­li del­l’UE e si situa al cen­tro del­l’Eu­ro­pa oc­ci­den­ta­le. Dun­que, l'UE non con­ce­de­rà al no­stro Paese  – come ha fatto con il Regno Unito – una par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to unico senza la li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne.

Un’al­ter­na­ti­va equi­va­len­te ai sette ac­cor­di bi­la­te­ra­li I tra la Sviz­ze­ra e l’UE è im­pos­si­bi­le da ne­go­zia­re nel­l’ar­co di un anno.

Le­zio­ne n°3: prima del voto sulla Bre­xit, al­cu­ni pre­ten­de­va­no che la rior­ga­niz­za­zio­ne delle fu­tu­re re­la­zio­ni bi­la­te­ra­li con l'UE po­tes­se es­se­re ra­pi­da­men­te ne­go­zia­ta. Si trat­ta­va evi­den­te­men­te di pura il­lu­sio­ne. Quat­tro anni e una set­ti­ma­na dopo que­sto voto, i Bri­tan­ni­ci non sanno an­co­ra a quali con­di­zio­ni po­tran­no com­mer­cia­re con il mer­ca­to unico eu­ro­peo a par­ti­re dal 1° gen­na­io 2021. Per l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li, ciò si­gni­fi­ca che il ter­mi­ne di ne­go­zia­zio­ne pre­vi­sto è molto più breve. Il testo del­l’i­ni­zia­ti­va la­scia alla Sviz­ze­ra solo un anno per ne­go­zia­re con l’UE la so­spen­sio­ne del­l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne, poi la ob­bli­ga a porre fine uni­la­te­ral­men­te a que­sto ac­cor­do entro 30 gior­ni se il ne­go­zia­to do­ves­se fal­li­re. A se­gui­to della clau­so­la "ghi­gliot­ti­na", che im­po­ne che nes­su­no degli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li I possa es­se­re di­sdet­to in­di­vi­dual­men­te, sa­reb­be dun­que l’in­sie­me degli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li I a ca­de­re sei mesi dopo. Di con­se­guen­za, se la Sviz­ze­ra vo­tas­se a fa­vo­re del­l'i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li, ri­mar­reb­be a mani vuote dopo soli 19 mesi.

Ac­cet­ta­re l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li senza di­spor­re di un piano B è sem­pli­ce­men­te ir­re­spon­sa­bi­le.

Le tre le­zio­ni che si pos­so­no trar­re dalla Bre­xit ci mo­stra­no chia­ra­men­te che l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li com­por­te­reb­be a bre­vis­si­mo ter­mi­ne il ri­ti­ro della Sviz­ze­ra dal mer­ca­to unico eu­ro­peo. Il no­stro Paese si tro­ve­reb­be in una po­si­zio­ne ne­go­zia­le molto de­bo­le. Per tutte que­ste ra­gio­ni, il 27 set­tem­bre vo­te­rò un NO con­vin­to al­l’i­ni­zia­ti­va con­tro gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li. Ac­cet­ta­re que­sto testo sa­reb­be un pes­si­mo se­gna­le per la Sviz­ze­ra, poi­ché non esi­ste at­tual­men­te nes­sun’al­tra so­lu­zio­ne equi­va­len­te agli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li.