L’OMC ... fanalino di coda?

A pagina 250 del messaggio del Consiglio federale in merito allo sviluppo futuro della politica agricola 2014-2017, si legge qualcosa di sorprendente: in più settori la politica agricola svizzera non è compatibile con le regole dell’accordo agricolo dell’OMC. Il punto in questione è lungo meno di quattro pagine. Tuttavia, queste pagine sono state rapidamente dimenticate, ciò che non aiuta. Ma le cose sono cambiate improvvisamente quindici giorni fa, quando la “lobby” contadina ha rinviato alle commissioni parlamentari il mandato del Consiglio federale per la successiva conferenza ministeriale dell’OMC. In questo modo, l’OMC e il protezionismo agricolo svizzero sono tornati sulla scena principale.

L'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) è fondamentale per una nazione esportatrice come la Svizzera, e questo nessuno lo contesta. Perché non lo si sottolinea maggiormente nel dibattito politico? Oltre agli accordi bilaterali con l’UE e agli accordi di libero scambio, sono soprattutto le regole dell’OMC che garantiscono, sul piano giuridico, l’accesso al mercato ai nostri esportatori. Il tasso di esportazione della Svizzera equivale al 40% del nostro PIL. E soprattutto, quasi il 70% del PIL dipende, direttamente o indirettamente, dal commercio. Quindi, le esportazioni e le importazioni sono altrettanto fondamentali per la Svizzera, allo stesso modo dei posti di lavoro ad alto valore aggiunto e della prosperità.

gebundene hände

No. Nell’aspra battaglia per le sovvenzioni agricole, che si calcolano in miliardi di franchi, l’OMC non dovrebbe essere posta alla fine del nostro dibattito politico interno. I nostri contadini non starebbero meglio se la nostra politica agricola si sforzasse di utilizzare in maniera strategica gli sviluppi internazionali prevedibili anziché continuare a rifiutarli, finché non sarà troppo tardi? Il mandato del Consiglio federale per la conferenza ministeriale dell’OMC torna, ancora una volta, davanti alla prima delle due commissioni interessate. A noi resta solo la speranza che l’importanza dell’OMC, per il bene della nostra economia, non venga lasciato come fanalino di coda del dibattito.