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8 do­man­de sul­l’ac­cor­do re­la­ti­vo alla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne

Quali sono i van­tag­gi della li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne? La Sviz­ze­ra apre le sue porte a tutti i cit­ta­di­ni del­l’UE senza con­di­zio­ni? Ecco otto do­man­de e ri­spo­ste per de­ter­mi­na­re se l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne sia po­si­ti­vo.

1. Cos’è l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne (ALCP)?

Un ac­cor­do sti­pu­la­to tra la Sviz­ze­ra e l’UE. L’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne per­met­te a tutti i cit­ta­di­ni sviz­ze­ri ed eu­ro­pei di sce­glie­re li­be­ra­men­te il loro luogo di la­vo­ro e di do­mi­ci­lio sul ter­ri­to­rio dei paesi del­l’UE.

2. Cosa per­met­te l'ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne?

Esso offre delle op­por­tu­ni­tà: che sia per svol­ge­re degli studi, lan­ciar­si in una nuova sfida pro­fes­sio­na­le o per ra­gio­ni per­so­na­li, i mo­ti­vi per la­scia­re la Sviz­ze­ra o in­se­diar­vi­si sono mol­te­pli­ci. Ogni anno, nu­me­ro­si Sviz­ze­ri rea­liz­za­no il loro sogno ed espa­tria­no. Al con­tra­rio, dei la­vo­ra­to­ri del­l’UE/AELS di cui l’e­co­no­mia el­ve­ti­ca ha bi­so­gno ven­go­no in Sviz­ze­ra. Que­sti mo­vi­men­ti sono pos­si­bi­li gra­zie al­l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne con­clu­so con l’UE – ma delle con­di­zio­ni chia­ra­men­te de­fi­ni­te de­vo­no tut­ta­via es­se­re ri­spet­ta­te.

3. In che modo l'e­co­no­mia sviz­ze­ra be­ne­fi­cia di que­sto ac­cor­do?

Oggi, tutti i set­to­ri eco­no­mi­ci in Sviz­ze­ra hanno bi­so­gno di la­vo­ra­to­ri stra­nie­ri. Essi ri­cer­ca­no in par­ti­co­la­re ma­no­do­pe­ra al­ta­men­te spe­cia­liz­za­ta che non tro­va­no si­ste­ma­ti­ca­men­te in Sviz­ze­ra. Un mer­ca­to del la­vo­ro aper­to e fles­si­bi­le è una con­di­zio­ne es­sen­zia­le al be­nes­se­re della Sviz­ze­ra. L’AL­CP ga­ran­ti­sce che i da­to­ri di la­vo­ro sviz­ze­ri pos­sa­no as­su­me­re dei la­vo­ra­to­ri eu­ro­pei senza bu­ro­cra­zia se non li tro­va­no in Sviz­ze­ra. Al con­tra­rio, l’AL­CP per­met­te alle im­pre­se sviz­ze­re di di­stac­ca­re fa­cil­men­te i loro la­vo­ra­to­ri al­l’e­ste­ro per 90 gior­ni al mas­si­mo. L’e­spe­rien­za ha mo­stra­to che la pos­si­bi­li­tà di re­clu­ta­re li­be­ra­men­te dei col­la­bo­ra­to­ri al­l’e­ste­ro con­tri­bui­sce alla cre­sci­ta so­ste­nu­ta del­l’e­co­no­mia e alla crea­zio­ne per­ma­nen­te di nuovi im­pie­ghi. La metà di que­sti nuovi posti è oc­cu­pa­ta da Sviz­ze­ri.

Il dos­sier­po­li­ti­ca «Il punto sulla si­tua­zio­ne della pro­fes­sio­ne di in­ge­gne­re» mo­stra come i la­vo­ra­to­ri stra­nie­ri ab­bia­no con­tri­bui­to, in que­sti ul­ti­mi anni, a ri­dur­re la pe­nu­ria di in­ge­gne­ri. (Video in lin­gua te­de­sca)

https://​www.​youtube.​com/​watch?​v=w18​BEx1​EbFI

4. Qual è l'u­ti­li­tà del­l'AL­CP?

Alla fine del 2015, 455'862 Sviz­ze­ri vi­ve­va­no e la­vo­ra­va­no in un paese mem­bro del­l’U­nio­ne eu­ro­pea (UE): più del 75% di que­sti abi­ta­va­no in Fran­cia, in Ger­ma­nia, in Ita­lia o in Au­stria. Que­sta cifra su­pe­ra il nu­me­ro dei abi­tan­ti dei can­to­ni Fri­bur­go, Ti­ci­no o Lu­cer­na. In­stal­lar­si in un paese del­l’UE è pos­si­bi­le gra­zie al­l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne che la Sviz­ze­ra ha sti­pu­la­to con l’UE. Que­sto ac­cor­do fa parte degli ac­cor­di bi­la­te­ra­li I e per­met­te a tutti i cit­ta­di­ni sviz­ze­ri e a quel­li del­l’UE/AELS di de­ci­de­re li­be­ra­men­te il posto dove in­ten­do­no stu­dia­re, la­vo­ra­re o vi­ve­re.

5. L'AL­CP è un plu­sva­lo­re per il fu­tu­ro della Sviz­ze­ra?

Oggi, 1'324'400 cit­ta­di­ni del­l’UE vi­vo­no in Sviz­ze­ra e for­ni­sco­no un pre­zio­so con­tri­bu­to alla no­stra pro­spe­ri­tà. Senza l’im­mi­gra­zio­ne, la Sviz­ze­ra non sa­reb­be quel­lo che è. E di fron­te al­l’in­vec­chia­men­to della no­stra so­cie­tà, que­sto aspet­to man­ter­rà tutta la sua per­ti­nen­za anche in fu­tu­ro.

6. Quali sono i quat­tro pi­la­stri fon­da­men­ta­li del mer­ca­to co­mu­ni­ta­rio?

La pos­si­bi­li­tà of­fer­ta ai cit­ta­di­ni di spo­star­si li­be­ra­men­te nel­l’am­bi­to dei paesi del­l’UE è uno dei quat­tro pi­la­stri fon­da­men­ta­li del mer­ca­to in­ter­no: la li­be­ra cir­co­la­zio­ne dei beni, dei ser­vi­zi, delle per­so­ne e dei ca­pi­ta­li. Que­sto si­gni­fi­ca ad esem­pio che una crea­tri­ce di moda pro­ve­nien­te dal­l’I­ta­lia non ha bi­so­gno di nes­sun per­mes­so sup­ple­men­ta­re per pro­por­re il suo ab­bi­glia­men­to o le sue con­su­len­ze in Fran­cia (li­be­ra cir­co­la­zio­ne dei beni e dei ser­vi­zi). Se do­ves­se apri­re un ne­go­zio di ve­sti­ti in Fran­cia, po­treb­be as­su­me­re per­so­na­le pro­ve­nien­te da tutti i paesi eu­ro­pei (li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne) e col­la­bo­ra­re con degli in­ve­sti­to­ri di tutta Eu­ro­pa (li­be­ra cir­co­la­zio­ne dei ca­pi­ta­li).

7. Quali con­di­zio­ni fissa l'AL­CP?

Un mer­ca­to del la­vo­ro fles­si­bi­le si tra­du­ce in un au­men­to ge­ne­ra­le del be­nes­se­re, ma anche con una mag­gio­re sta­bi­li­tà e si­cu­rez­za in Eu­ro­pa. Gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li I hanno per­mes­so alla Sviz­ze­ra di avere an­ch’es­sa ac­ces­so a que­sto mer­ca­to in­ter­no e di con­clu­de­re l’AL­CP. In Sviz­ze­ra, que­sto ac­cor­do dif­fe­ri­sce tut­ta­via sen­si­bil­men­te dalla li­be­ra cir­co­la­zio­ne in vi­go­re nel­l’am­bi­to del­l’UE, poi­ché è le­ga­to a con­di­zio­ni più se­ve­re. Inol­tre, sono state de­fi­ni­te delle mi­su­re d’ac­com­pa­gna­men­to per pro­teg­ge­re i la­vo­ra­to­ri dal dum­ping sa­la­ria­le in Sviz­ze­ra.

Anche con l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne non è pos­si­bi­le sta­bi­lir­si in Sviz­ze­ra in tutta sem­pli­ci­tà. Il ri­spet­to delle con­di­zio­ni è con­trol­la­to per tutti.

Gli Sviz­ze­ri e i cit­ta­di­ni del­l’UE di­spon­go­no dello stes­so di­rit­to di stu­dia­re, la­vo­ra­re o abi­ta­re in uno degli Stati che hanno sot­to­scrit­to l’AL­CP. Per que­sto, essi de­vo­no tut­ta­via sod­di­sfa­re delle con­di­zio­ni chia­ra­men­te de­fi­ni­te. Così, se uno Sve­de­se de­ci­des­se di ve­ni­re a vi­ve­re in Sviz­ze­ra, do­vreb­be sot­to­scri­ve­re un’as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tia ed in­for­tu­nio. Inol­tre, de­v’es­se­re in pos­ses­so di un con­trat­to di la­vo­ro va­li­do o com­pro­va­re di poter sop­pe­ri­re ai pro­pri bi­so­gni (e se del caso a quel­li della sua fa­mi­glia) me­dian­te i red­di­ti della sua at­ti­vi­tà in­di­pen­den­te o del suo pa­tri­mo­nio. Quale con­tro­par­ti­ta, egli può es­se­re certo che la Sviz­ze­ra ri­co­no­sce­rà le sue qua­li­fi­che pro­fes­sio­na­li.

8. Cosa av­vie­ne con le as­si­cu­ra­zio­ni so­cia­li?

L’AL­CP coor­di­na anche le as­si­cu­ra­zio­ni so­cia­li. Così, una Fran­ce­se che vive in Sviz­ze­ra ha di­rit­to a un’in­den­ni­tà di di­soc­cu­pa­zio­ne solo se ha svol­to un’at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le e con­tri­bui­to al­l’as­si­cu­ra­zio­ne di­soc­cu­pa­zio­ne per do­di­ci mesi su un pe­rio­do di due anni. Nel con­tem­po, il suo per­mes­so di sog­gior­no non sarà rin­no­va­to, se essa è senza la­vo­ro su un pe­rio­do pro­lun­ga­to e se non può pro­va­re che sta cer­can­do un nuovo la­vo­ro. Inol­tre, l’AL­CP de­fi­ni­sce quali mem­bri della fa­mi­glia sono au­to­riz­za­ti a ve­ni­re a vi­ve­re in Sviz­ze­ra. Così, una Fran­ce­se ha il di­rit­to di por­ta­re con sé il co­niu­ge e i figli (fino a 21 anni). Per con­tro, i figli più gran­di, i ge­ni­to­ri o i nonni pos­so­no ve­ni­re a vi­ve­re in Sviz­ze­ra sol­tan­to se la fa­mi­glia può pro­va­re di di­spor­re di un al­log­gio suf­fi­cien­te­men­te gran­de e di mezzi fi­nan­zia­ri suf­fi­cien­ti per ga­ran­ti­re i loro bi­so­gni.