Difendere l'indipendenza della BNS - Per il bene della Svizzera!
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 L'indipendenza della BNS sotto attacco
- Chapter 2 Perché occorre una Banca nazionale indipendente?
- Chapter 3 Gli attacchi all'indipendenza della BNS
- Chapter 4 L'indipendenza della BNS deve essere tutelata
Gli attacchi all'indipendenza della BNS
L'indipendenza della Banca centrale è una condizione importante per la stabilità dei prezzi. Nonostante i costi dell'inflazione siano enormi, la politica lancia continuamente iniziative che minacciano l'indipendenza della BNS. Così facendo, minaccia anche la prosperità della Svizzera.
Una valutazione degli interventi parlamentari a partire dal 2014 mostra che la politica intende principalmente influenzare il bilancio o l’impiego degli utili o ampliare il catalogo dei compiti della BNS per includere compiti ambientali (cfr. Figura 6, a destra). Tuttavia, anche la composizione della Direzione generale e i tassi di interesse negativi sono stati al centro delle iniziative politiche. Nessun partito riesce a non intromettersi negli affari della BNS, ma il PS ha particolari difficoltà a trattenersi. Il diagramma a sinistra nella figura 5 mostra che dal 2014 quasi quattro interventi su dieci relativi alla BNS provenivano dai suoi ranghi.
La tempistica degli interventi non è casuale: la Figura 7 mostra che nel 2015 erano spesso incentrati sui nuovi tassi d'interesse negativi, che dal bilancio 2020 dovevano essere attinte le spese relative al coronavirus e che gli interventi su temi ambientali sono in costante crescita dal 2017. Anche le iniziative popolari hanno per oggetto la BNS: una nuova iniziativa, ad esempio, vuole che la BNS includa il Bitcoin nel suo paniere di riserve valutarie. La nostra analisi mostra che la tentazione di politicizzare la BNS è forte e persistente.
Compiti climatici per la BNS?
Nel novembre 2023 la CAPTE-N ha deciso che anche la BNS dovrà pubblicare rapporti sul clima. Come previsto, il primo di questi rapporti è già diventato una questione politica e, invece di parlare di stabilità dei prezzi nel contesto della BNS, si è parlato di clima. Non bisogna fare altri danni: il suo mandato non deve essere ampliato per includere la presa in considerazione dei rischi climatici e la politica di investimento della BNS non deve diventare una dittatura degli interessi del campo rosso-verde.
Il mandato attuale prevede che la Banca nazionale tenga conto di tutti i rischi finanziari, compresi quelli ambientali, nella sua politica monetaria. L'aumento delle temperature comporta rischi fisici (danni dovuti all'aumento di condizioni meteorologiche estreme o all'innalzamento del livello del mare) e rischi di transizione (cambiamenti strutturali dell'economia). Ciò comporta rischi per la stabilità dei prezzi, soprattutto nelle economie particolarmente colpite (ad esempio nelle zone costiere, o fortemente esposte ai combustibili fossili). Oggi la BNS è in una posizione ideale per garantire la stabilità dei prezzi. Un'estensione del suo mandato metterebbe a repentaglio questa posizione.
Poiché gli investimenti in valuta estera della BNS sono cresciuti fortemente dopo la crisi finanziaria, alcune forze politiche vorrebbero stabilire che vengano investiti in modo più ecologico. Si parla anche di "tilting" (ribaltamento) del portafoglio. Tuttavia, la BNS ha già una strategia di investimento ragionevole. Il suo bilancio deve essere pienamente impiegabile ai fini della politica monetaria, il che significa che gli investimenti devono essere sicuri e liquidi. Una distribuzione uniforme del portafoglio nell'intera gamma di investimenti garantisce la sicurezza e non favorisce o discrimina.
Nel caso del "tilting", sarebbero necessarie anche decisioni politiche: che cosa è “verde”? Come vengono penalizzati gli investimenti “marroni” e premiati quelli “verdi”? Gli investimenti “verdi” possono essere rivenduti? Cosa succede se le imprese escluse diventano più “verdi”? La BNS verrebbe coinvolta in una discussione costante sulla sua strategia di investimento. Inoltre, la Banca d'Inghilterra ha mostrato i limiti pratici del "tilting". Solo gli investimenti nell'industria carbonifera potevano essere esclusi, poiché ulteriori esclusioni avrebbero reso il portafoglio troppo insicuro e illiquido.
Chi non intende seguire queste argomentazioni, può anche affidarsi ai dati. Alcune banche centrali si sono già impegnate legalmente in qualche forma di obiettivo ambientale. La Banca centrale europea, ad esempio, ritiene addirittura che le banche centrali abbiano un ruolo da svolgere nella decarbonizzazione. Rispetto alla BNS, tuttavia, le banche climatiche ottengono scarsi risultati. Il grafico 6 mostra che le banche climatiche non sono in grado di concentrarsi esclusivamente sulla stabilità dei prezzi e che, dal 2020, le loro economie hanno registrato tassi di inflazione più elevati rispetto alla Svizzera.
Stanziamento di bilancio
La politica ha l'acquolina in bocca quando guarda il bilancio della BNS e alcuni dati sugli utili degli ultimi anni. Per lei, il bilancio di 822 miliardi di franchi suggerisce che ci sono molti soldi a disposizione degli interessi partitici. Inoltre, considera gli utili della BNS come scontati e la maggior parte dei Cantoni li include addirittura nei loro preventivi annuali. Tuttavia, come dimostrano i bilanci degli ultimi anni, gli utili della Banca nazionale sono tutt'altro che garantiti. La politica dovrebbe essere più preparata ad affrontare distribuzioni degli utili scarse o nulle.
Le iniziative parlamentari relative al bilancio comportano generalmente l'accantonamento di parte di esso per creare un fondo sovrano o l'utilizzo degli utili della BNS per l'AVS o il rimborso del debito pubblico. Inoltre, esse distoglierebbero il bilancio dalla politica monetaria. Appena attuate, la politica insisterebbe sulla massimizzazione dei profitti invece che sulla stabilità dei prezzi.
Di recente si è diffusa l'idea che la BNS debba distribuire denaro anche in caso di perdite. L'SNB-Observatory, un gruppo di tre economisti, ha stuzzicato l’appetito della politica quando ha sostenuto che, nonostante le perdite, la BNS avrebbe avuto fondi sufficienti negli accantonamenti per le riserve valutarie per una distribuzione nel 2022 e 2023. A tal riguardo, è necessario sapere una cosa: la BNS deve accantonare ogni anno fondi per le riserve valutarie per garantire la stabilità monetaria. Questi accantonamenti vengono dedotti dal risultato annuale e influenzano quindi l'utile distribuibile. Secondo la Legge sulla Banca nazionale, questi accantonamenti devono essere sufficientemente elevati e orientati alla crescita economica della Svizzera. Sorge quindi la domanda: questi accantonamenti o gli stanziamenti annuali sono troppo elevati e impediscono una distribuzione? Il grafico 7 dimostra il contrario. In tempi normali, prima della crisi finanziaria, la BNS considerava sufficientemente elevati gli accantonamenti pari a circa il 30% del bilancio e assegnava agli accantonamenti un importo annuale in linea con la crescita economica. Durante gli anni della crisi, gli accantonamenti per le riserve valutarie si sono notevolmente ridotti rispetto al totale di bilancio. Già nel 2009 la Banca nazionale ha dimostrato di ritenere gli accantonamenti troppo bassi e ha iniziato ad incrementarli. Oggi, gli accantonamenti per le riserve valutarie sono ancora inferiori a quelli precedenti la crisi finanziaria. È giusto continuare a rafforzarli.
Trasparenza
Céline Widmer (PS) ha recentemente presentato una mozione parlamentare che mira a imporre nuovi compiti alla BNS e che riguarda la trasparenza della nostra banca centrale. La deputata fa riferimento a un altro rapporto dell’SNB-Observatory. La BNS ha un organo decisionale troppo piccolo e comunica le sue decisioni in modo inadeguato, tale è il tenore della critica. In un'indagine scientifica (Dincer, Eichengreen, & Geraats, 2022) la BNS si è classificata penultima in termini di trasparenza rispetto agli altri paesi dell'OCSE. Il PS sta ora sfruttando questi dati a suo vantaggio e chiede una maggiore comunicazione, un organo decisionale più ampio e, ciliegina sulla torta, che questo ampliamento includa un elevato livello di consapevolezza dei rischi climatici, anziché un elevato livello di conoscenza di politica monetaria. La sua proposta è chiaramente populista: chi è contrario a una maggiore trasparenza?
Tuttavia, una maggiore trasparenza non è sempre l'approccio più efficace per le banche centrali. Da un lato, le loro decisioni devono essere chiaramente comprensibili per gli operatori di mercato, ma dall'altro la politica monetaria deve anche avere la possibilità di sorprendere i mercati. Se la BNS non avesse avuto questa possibilità, non sarebbe mai stata in grado di imporre il tasso di cambio minimo euro-franco e la sua abolizione. Così come troppi cuochi rovinano il brodo in cucina, un'eccessiva comunicazione o un organo decisionale più ampio non fanno che confondere i mercati. Con continue conferenze stampa e voci diverse, può diventare rapidamente poco chiaro cosa sia importante e quali voci abbiano davvero peso. Ciò è chiaramente illustrato dalla cosiddetta strategia di "forward guidance" che molte banche nazionali hanno perseguito durante il periodo di bassi tassi di interesse. Per influenzare i tassi di interesse a lungo termine, la Fed e la BCE hanno comunicato pubblicamente che avrebbero mantenuto bassi i tassi di interesse a breve termine per un lungo periodo. In una conferenza stampa del marzo 2022, Jerome Powell, presidente della Fed, ha escluso un rialzo dei tassi in estate. Tuttavia, rivelatosi necessario un aumento nel giugno 2022, Powell si è trovato di fronte a un dilemma: prendere la giusta decisione di politica monetaria o infrangere la promessa fatta a marzo. Entrambe le alternative hanno un impatto negativo sulla capacità di mantenere i prezzi stabili.
L'evidenza empirica dimostra anche che la trasparenza delle banche centrali è un'arma a doppio taglio. Nello specifico, una banca centrale che si impegna innanzitutto per la stabilità dei prezzi non dovrebbe essere il più trasparente possibile. Il miglior modo di conseguire la stabilità dei prezzi è mantenere un livello medio di trasparenza. Inoltre, è stato rilevato che una maggiore comunicazione tende a danneggiare l'accuratezza delle previsioni della banca centrale. Questi risultati indicano chiaramente che la Direzione generale della BNS dà priorità al proprio mandato e alla stabilità dei prezzi e che agisce in modo trasparente o meno secondo queste priorità. Il grafico 8 mostra che un elevato livello di trasparenza non è sufficiente a garantire prezzi stabili. Rispetto alle banche centrali con la maggiore trasparenza dell'indagine, la BNS è stata la migliore a mantenere i prezzi stabili.