Finanze federali 2022: «ritorno alla stabilità»
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 Panoramica sulle finanze federali
- Chapter 2 Nuovi debiti Covid e riduzione del debito
- Chapter 3 La posizione di economiesuisse
La posizione di economiesuisse
In vista delle deliberazioni sul preventivo 2022 e sul piano finanziario 2023-2025 in occasione della prossima sessione invernale e considerato l’orientamento generale della politica finanziaria, in particolare a proposito della riduzione del debito, l’economia dovrebbe accordare la massima attenzione ai seguenti punti e raccomandazioni:
- Adozione del preventivo 2022 secondo la proposta dal Consiglio federale
Il Consiglio federale persegue una politica finanziaria prudente che tiene conto delle incertezze che sussistono ancora in relazione alla pandemia di coronavirus. Il budget e il piano finanziario sono dunque concepiti secondo il principio di prudenza, tuttavia con priorità. Occorre evitare ogni onere supplementare in occasione del dibattito sul preventivo e preservare i margini di manovra inutilizzati che sussistono. Il budget federale può essere finanziato senza tagli nei prossimi anni con il progetto presentato dal Consiglio federale. Questo non è scontato. Il riequilibrio previsto delle entrate e delle uscite non dovrebbe essere compromesso da oneri supplementari gravanti sul preventivo.
- Fine della modalità crisi: evitare nuove spese straordinarie
Il ritorno a finanze federali stabili implica di porre fine alla modalità crisi. Grazie all’aumento della copertura vaccinale e alla ripresa economica, l’aiuto pubblico può essere ridotto. Nel 2022 sono ancora previste spese straordinarie, ma che non dovrebbero essere estese e che saranno totalmente soppresse nel 2023, come previsto dal Consiglio federale. Di fatto, occorre evitare che la Confederazione finanzi misure fuori dal budget ordinario durante numerosi anni a seguito del carattere eccezionale di una situazione che si è prolungata per un certo periodo. La legge non lo prevede, e con il tempo aumenta il rischio che il freno all’indebitamento sia aggirato. Un simile aggiramento può essere evitato solo rimborsando integralmente il debito Covid. Nuove spese straordinarie complicherebbero questo progetto. Di conseguenza, le misure legate al Covid dovranno nuovamente essere totalmente contabilizzate nel budget ordinario a partire al più tardi dal 2023.
- Ritorno agli aiuti economici regolari; nessun nuovo compito federale
L’uscita dalla crisi e il ritorno alla normalità e alla stabilità significano anche che la Confederazione dovrà nuovamente limitarsi agli stabilizzatori tradizionali, sempre che questi ultimi siano ancora necessari. Gli aiuti economici regolari comprendono, ad esempio, l’indennizzazione della disoccupazione parziale, l’assicurazione disoccupazione, l’assicurazione contro i rischi all’esportazione o le sovvenzioni concesse da Innosuisse. Per contro, bisogna porre fine alle misure di aiuto urgenti. La crisi non deve dare adito a nuovi compiti che richiedono un finanziamento permanente da parte della Confederazione. Ciò non si giustifica. Se fosse necessario, la questione si sarebbe già posta prima della crisi. Questi nuovi compiti sarebbero ingiustificabili anche dal punto di vista della politica budgetaria. Come noto, i margini di manovra finanziaria sono stretti. Inoltre, sono in attesa progetti più importanti, tra cui alcuni già in discussione da anni e che non sono ancora finanziati oggi. Si tratta ad esempio della riforma della fiscalità delle coppie sposate e dell’abolizione della “penalizzazione del matrimonio”. Una politica prudente delle spese creerebbe di nuovo un margine di manovra finanziario per i prossimi anni, parallelamente alla ripresa dell’economia e al ritorno della crescita. Anche in futuro, nuovi progetti potranno e dovranno essere finanziati. Tuttavia, fare una distinzione tra ciò che è necessario e ciò che è semplicemente auspicabile potrebbe diventare ancora più importante che in passato, in particolare poiché le perdite di gettito a livello dell’imposta sull’utile non potranno essere escluse a lungo termine a seguito della nuova politica fiscale internazionale. Il mantenimento di strutture e lo sviluppo del sistema sociale finanziato dallo Stato quale corollario della pandemia di coronavirus non trovano posto nel futuro budget federale. Occorre ricominciare dal punto di partenza iniziale.
- Riassorbimento completo vincolante del debito dovuto al coronavirus con la variante 1
Poiché i debiti attuali sono le spese di domani, il rimborso del debito Covid avrà anche un impatto decisivo sull’evoluzione finanziaria a più lungo termine. La variante 1 presentata dal Consiglio federale è ragionevole e praticabile. Questa proposta dovrebbe essere messa in atto. È la migliore garanzia che la futura politica finanziaria non abbia a che fare con gli oneri ereditati dalla pandemia. L’esperienza mostra che, meglio di ogni altra misura, un indebitamento pubblico minimo favorisce condizioni finanziarie stabili e uno Stato sostenibile a lungo termine. Nell’attuale contesto di tassi d’interesse bassi, il debito della Confederazione sembra apparentemente essere «gratuito». Tuttavia, se le condizioni dovessero cambiare, ad esempio in caso di modifica del contesto dei tassi d’interesse, la gestione del debito potrebbe avere pesanti conseguenze per il budget federale. Come dimostrato a più riprese in questi ultimi anni in Parlamento, ma anche in occasione di votazioni, gli aumenti d’imposta e i programmi di risparmio sono giustamente impopolari. Un indebitamento ridotto non costituisce una garanzia bensì una condizione importante per poter evitare simili misure. Per questo gli ambienti economici chiedono il rimborso integrale e vincolante del debito Covid.
La Confederazione deve ora ritornare ad una politica finanziaria normale come quella che conoscevamo prima della crisi e ritrovare la via della stabilità. Esistono le condizioni per farlo. Le misure da adottare sono le seguenti: rispetto del freno all’indebitamento senza nessuna concessione, in maniera ferma e senza «trucchi di compensazione»; reintegrazione delle spese nel budget ordinario, dove avviene una certa concorrenza per l’attribuzione di risorse limitate, ma che offre anche una certa garanzia che il denaro scarso delle imposte sia generalmente speso unicamente per ciò che è effettivamente necessario; riduzione del debito Covid entro un termine ragionevole, senza gravare il budget, ma tuttavia in maniera vincolante e completa – queste sono le tappe importanti della missione «Ritorno alla stabilità» che devono ora essere implementate. Le generazioni attuali, ma soprattutto quelle future, saranno riconoscenti per lo sforzo profuso.