Sì a una gestione efficiente delle risorse, no all’iniziativa «Economia verde»
- Introduction L’essenziale in breve | Posizione di economiesuisse
- Chapter 1 Politica ambientale svizzera: ottimizzare localmente, coordinare globalmente
- Chapter 2 L’iniziativa: agire a fin di bene non basta
- Chapter 3 Strumenti inappropriati per il territorio nazionale
- Chapter 4 Conseguenze sull’integrazione internazionale della Svizzera
- Chapter 5 Un’economia futura che utilizza in modo efficiente le risorse
- Chapter 6 Il mondo economico è contrario all’iniziativa
Il mondo economico è contrario all’iniziativa
Le imprese svizzere sono leader in tutto il mondo per quanto riguarda la capacità di conciliare crescita e sostenibilità. La Svizzera occupa costantemente i primi posti nelle classifiche internazionali sulla sostenibilità, è un modello per gli altri Paesi per quanto riguarda il riciclaggio e, grazie a un sistema privato, riesce ad ottenere percentuali che l’UE e gli USA possono soltanto sperare di raggiungere. L’economia svizzera si sta impegnando sia oggi che in prospettiva futura a favore di un’economia che utilizzi in modo efficiente le risorse, ma un’economia verde così come prevista dall’iniziativa è irrealistica.
Obiettivi irrealistici dell’iniziativa
I promotori dell’iniziativa chiedono che entro il 2050 la Svizzera riduca di oltre il 65% la sua impronta ecologica. Secondo il Consiglio federale e gli esperti si tratta di un obiettivo utopistico e di un’idea assolutamente inadeguata dal punto di vista della politica economica. Inoltre, il metodo che dovrebbe essere utilizzato per verificare il raggiungimento dell’obiettivo paradossalmente non è in grado di misurare in modo adeguato né il minor consumo di risorse né l’inquinamento ambientale.
L’economia svizzera si sta colorando di verde volontariamente
La Svizzera è da anni tra i primi Paesi al mondo per quanto riguarda l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e la tutela dell’ambiente, come dimostrato anche da diversi studi recenti. La Confederazione elvetica non è soltanto un modello per gli altri Paesi per il riciclaggio: le imprese svizzere occupano ogni anno i primi posti delle classifiche relative alla sostenibilità. Questo dimostra che per migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse è necessario agire in un contesto che favorisca l’innovazione e il modo più semplice per raggiungere questo obiettivo è stabilire condizioni quadro liberali.
Ottimizzare e non massimizzare
La Svizzera già oggi è una campionessa del riciclaggio. Un’economia completamente a ciclo chiuso non è pensabile né a livello economico né a livello ambientale. Il riciclaggio in alcuni casi è la scelta più sensata sia dal punto di vista della politica ambientale che dal punto di vista finanziario. Per intervenire in modo mirato è necessario ottimizzare l’economia a ciclo chiuso piuttosto che portarla ai suoi massimi livelli.
Le singole iniziative minacciano il benessere della Svizzera
Le misure necessarie per attuare l’iniziativa distruggerebbero numerosi impieghi, creerebbero nuovi ostacoli al commercio, frenerebbero la concorrenza e minaccerebbero l’economia e il benessere. Anche il Consiglio federale ritiene che l’adozione dell’iniziativa possa provocare un repentino cambiamento strutturale con un aumento della disoccupazione ed elevati costi a carico dell’economia nazionale.
Discriminazione delle imprese svizzere
Se il commercio e i produttori svizzeri fossero costretti a rispettare normative ambientali più rigide rispetto a quelle della concorrenza estera, questo potrebbe influire negativamente sulla loro competitività: i prodotti di importazione risulterebbero più convenienti e i prodotti destinati all’esportazione più cari. Inoltre, se la Svizzera non vuole mettere a rischio i propri accordi di libero scambio non può prevedere un aumento delle tasse sulle importazioni.
Possibilità di intervento limitate all’estero
Oltre la metà dell’impatto ambientale dei consumi svizzeri viene generato all’estero, di conseguenza le possibilità di intervento in Svizzera sono limitate già in partenza.