Il diritto internazionale è l’esercito del piccolo Stato
La Svizzera è tra i vincitori della globalizzazione. Vendiamo con successo beni e servizi all’estero. Per questo successo si è lavorato sodo e tutto ciò dev’essere difeso. Non è così semplice per un piccolo Stato. I grandi paesi possono, se necessario, difendere i loro interessi economici esercitando delle pressioni politiche. Per contro, i mezzi di pressione di cui disponiamo noi non fanno paura. Questa è la ragione per la quale la Svizzera si impegna da sempre a favore del diritto internazionale.
In simili condizioni è lecito affermare che il diritto internazionale è l’esercito dei piccoli Stati? Sì, ma soltanto se esso è applicato mediante mezzi legali e indipendentemente dal peso politico del paese. Soprattutto nelle questioni economiche, gli Stati ricorrono spesso ai loro trucchetti per ostacolare l’accesso sgradito di concorrenti esteri sul mercato indigeno. A causa della crisi dell’indebitamento, essi lo fanno mediamente due volte per settimana. Anche le imprese svizzere sono penalizzate da queste misure protezionistiche. La maggior parte degli accordi prevedono delle procedure di regolamento delle controversie nei casi in cui uno Stato non rispettasse i propri impegni internazionali.
L’Organizzazione mondiale del commercio, ad esempio, dispone di una corte permanente di arbitrato alla quale gli Stati possono rivolgersi. Questa corte reca pregiudizio alla sovranità internazionale? No, essa la rafforza! L’accesso alla corte d’arbitrato dell’OMC permette alla Svizzera di difendere i propri interessi economici. Qual è il prezzo di questa sovranità “estesa”? Il prezzo è che anche la Svizzera deve rispettare i suoi impegni internazionali. Per noi, va da sé che lo Stato rispetti il diritto. Le corti di giustizia internazionali indipendenti sono al servizio di coloro che rispettano il diritto e pertanto nell’interesse della nostra economia e del nostro benessere.