FAIF: lon­ta­ni dalla so­ste­ni­bi­li­tà

Il Par­la­men­to ha posto im­por­tan­ti basi per svi­lup­pa­re le in­fra­strut­tu­re fer­ro­via­rie: il Con­si­glio na­zio­na­le e il Con­si­glio degli Stati si sono en­tu­sia­sma­ti per il pro­get­to di fi­nan­zia­men­to e di am­plia­men­to del­l’in­fra­strut­tu­ra fer­ro­via­ria (FAIF). Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci ri­ten­go­no tut­ta­via che si stia po­li­ti­ca­men­te in­tra­pren­den­do una di­re­zio­ne sba­glia­ta per quan­to con­cer­ne il  fi­nan­zia­men­to. Si è molto lon­ta­ni dalla so­ste­ni­bi­li­tà.
​La Sviz­ze­ra è cam­pio­ne del mondo in ma­te­ria di in­fra­strut­tu­re. Se­con­do il WEF Glo­bal Com­pe­ti­ti­ve­ness Re­port 2013, il no­stro paese di­spo­ne delle mi­glio­ri in­fra­strut­tu­re e si­ste­mi fer­ro­via­ri. Il pro­get­to FAIF do­vreb­be con­so­li­da­re a lungo ter­mi­ne que­sto im­por­tan­te atout della piaz­za eco­no­mi­ca. Il Par­la­men­to, che in­ten­de po­ten­zia­re l’of­fer­ta di ser­vi­zi fer­ro­via­ri, ha por­ta­to il cre­di­to ini­zia­le da 3,5 mi­liar­di di fran­chi a 6,4 mi­liar­di, ma sem­bra nuo­va­men­te igno­ra­re l’ap­pel­lo degli am­bien­ti eco­no­mi­ci volto ad una mag­gio­re par­te­ci­pa­zio­ne degli uten­ti al fi­nan­zia­men­to della fer­ro­via. At­tual­men­te, sol­tan­to la stra­da ri­spet­ta il prin­ci­pio di cau­sa­li­tà. Dal lato della fer­ro­via, lo Stato con­ti­nua a sov­ven­zio­na­re ogni tra­git­to in ra­gio­ne del 50%. Treni so­vrac­ca­ri­chi e sta­zio­ni af­fol­la­tis­si­me in­di­ca­no che sa­reb­be tempo e ora di met­te­re in atto un di­spo­si­ti­vo di ta­rif­fe e prez­zi one­sti che ri­spet­ti il prin­ci­pio di cau­sa­li­tà. La ve­ri­tà dei costi fa­vo­ri­sce in ef­fet­ti un uso più con­sa­pe­vo­le della mo­bi­li­tà, ciò che è ur­gen­te con­si­de­ra­ta in par­ti­co­la­re l’im­mi­gra­zio­ne e la pro­gres­si­va di­sper­sio­ne in­se­dia­ti­va.

In una pa­ro­la: la fer­ro­via ha bi­so­gno di un fi­nan­zia­men­to so­ste­ni­bi­le ed eco­no­mi­ca­men­te cor­ret­to. Tut­ta­via, con la prima fase di la­vo­ri ap­pro­va­ti, gli am­bien­ti po­li­ti­ci ri­schia­no al con­tra­rio di ri­pe­te­re gli er­ro­ri del pas­sa­to e di tra­scu­ra­re i costi in­dot­ti dalla ge­stio­ne e dalla ma­nu­ten­zio­ne. Il sem­pli­ce re­cu­pe­ro del ri­tar­do di ma­nu­ten­zio­ne della rete ri­chie­de un in­ve­sti­men­to di 1,8 mi­liar­di di fran­chi. La so­lu­zio­ne più so­ste­ni­bi­le sa­reb­be un fi­nan­zia­men­to da parte degli uten­ti, che ri­spet­ti il prin­ci­pio di cau­sa­li­tà, in­ve­ce di un in­ces­san­te au­men­to delle sov­ven­zio­ni sta­ta­li. E’ que­sto il solo mezzo per di­fen­de­re il no­stro ti­to­lo di cam­pio­ni del mondo.