# 10 / 2016
08.10.2016

So­lu­zio­ni in­ve­ce di pro­ce­du­re giu­di­zia­rie

L’i­ni­zia­ti­va per mul­ti­na­zio­na­li re­spon­sa­bi­li pre­ve­de l’ap­pli­ca­zio­ne di ul­te­rio­ri di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le per le im­pre­se nel­l’am­bi­to dei di­rit­ti umani e delle norme am­bien­ta­li. Que­ste di­spo­si­zio­ni sa­reb­be­ro le più se­ve­re al mondo e su­sci­te­reb­be­ro im­por­tan­ti pro­ble­mi giu­ri­di­ci, po­li­ti­ci ed eco­no­mi­ci. L’i­ni­zia­ti­va dan­neg­gia co­lo­ro che vor­reb­be pro­teg­ge­re, con­du­ce in un vi­co­lo cieco e non ri­sol­ve i veri pro­ble­mi.

L’essenziale in breve

L’iniziativa “per multinazionali responsabili” è stata lanciata ad aprile 2015 da un’ampia coalizione formata da oltre 60 organizzazioni non governative (ONG). Essa chiede di rafforzare le disposizioni sulla responsabilità delle imprese nei settori dei diritti dell’uomo e dell’ambiente. Le nuove disposizioni in materia di responsabilità sarebbero le più severe al mondo e sfocerebbero nella controproducente tendenza a legiferare sul dibattito concernente i diritti dell’uomo e la protezione dell’ambiente. Ciò susciterebbe importanti problemi giuridici, politici, ma anche economici. L’iniziativa rappresenta lo strumento sbagliato per difendere gli interessi sociali e ambientali delle persone direttamente interessate nella catena di creazione di valore. La risoluzione delle sfide sociali si fonda su una stretta collaborazione tra imprese, Stato e ONG e nel radicamento di strutture di «Good Governance» nei paesi emergenti e in via di sviluppo.

Posizione di economiesuisse

  • Le imprese e i relativi organi dirigenziali sono già oggi responsabili delle loro azioni e devono renderne conto non solo in virtù delle leggi nazionali, ma anche dei loro impegni internazionali. Inoltre, la procedura attualmente applicata dal Punto di contatto Nazionale (PCN) della SECO costituisce già un processo consolidato incentrato sulla risoluzione di eventuali problemi.     
  • L’iniziativa, che prevede ampi obblighi di diligenza e rigide nuove norme in materia di responsabilità, colpirebbe notevolmente anche le PMI svizzere sia direttamente sia indirettamente.     
  • Le evoluzioni in materia di diritti umani e norme ambientali dovrebbero essere coordinate a livello internazionale. Una procedura isolata da parte della Svizzera si concluderebbe con un nulla di fatto e influirebbe negativamente sia sulla causa in sé sia sulla piazza economica.     
  • Un ampliamento sproporzionato delle regole di responsabilità compromette lo «smart mix», sposta il costruttivo dibattito sulla responsabilità delle imprese nelle aule di tribunale e soffoca così gli sviluppi positivi. Un quadro simile non giova di certo né all’uomo né all’ambiente.