# 7 / 2024
13.11.2024

L’i­ni­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne II non ri­sol­ve alcun pro­ble­ma, ma ne crea molti altri

L’i­ni­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne II pre­ve­de che la po­po­la­zio­ne re­si­den­te per­ma­nen­te in Sviz­ze­ra venga li­mi­ta­ta a 10 mi­lio­ni di per­so­ne entro il 2050. Se que­sta so­glia verrà su­pe­ra­ta, l'Ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne dovrà es­se­re di­sdet­to. Ciò si­gni­fi­che­reb­be la fine della col­lau­da­ta via bi­la­te­ra­le con l'UE. L'i­ni­zia­ti­va igno­ra le ten­den­ze de­mo­gra­fi­che e mette a ri­schio il no­stro be­nes­se­re, poi­ché la Sviz­ze­ra con­ti­nue­rà anche in fu­tu­ro a di­pen­de­re dal­l'im­mi­gra­zio­ne di ma­no­do­pe­ra. Un ri­gi­do li­mi­te alla po­po­la­zio­ne non è uno stru­men­to sen­sa­to. L’i­ni­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne II non ri­sol­ve alcun pro­ble­ma, ma ne crea di nuovi.

L’essenziale in breve

L'iniziativa per la limitazione II dell'UDC chiede di limitare la popolazione residente permanente in Svizzera a 10 milioni di persone entro il 2050. Se questa soglia venisse superata, l'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE dovrebbe essere denunciato. A causa della clausola ghigliottina, ciò farebbe terminare automaticamente tutti e sette gli Accordi bilaterali I. L'accettazione dell'iniziativa significherebbe quindi la fine della comprovata via bilaterale di successo con l'UE e avrebbe conseguenze negative per il benessere, l'economia e la sicurezza in Svizzera. Inoltre, l'iniziativa chiude gli occhi di fronte alle enormi sfide poste dall’evoluzione demografica: la Svizzera dipende dall'afflusso di manodopera sia oggi che in futuro. Senza immigrazione netta, la popolazione attiva si starebbe già riducendo. Grazie alla libera circolazione delle persone con l'UE, la Svizzera è in grado di procurarsi la manodopera di cui ha bisogno senza eccessive formalità quando non riesce a trovare sufficiente personale a livello nazionale. Ma sono necessarie misure efficaci per contrastare le conseguenze indesiderate dell'immigrazione e soluzioni concrete nei settori del mercato del lavoro, dell'asilo, dell’alloggio e delle infrastrutture. Un rigido limite alla popolazione, invece, rappresenterebbe una scelta controproducente che si ritorcerebbe contro la Svizzera. L'Iniziativa per la limitazione II non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi.

Questo documento è stato pubblicato in collaborazione con l'Unione svizzera degli imprenditori.

Posizione di economiesuisse

L’iniziativa per la limitazione II dell’UDC va respinta per diversi motivi:

  • L'iniziativa intende porre fine alla libera circolazione delle persone, distruggendo un modello di successo, la via bilaterale tra la Svizzera e l'UE.
  • L'UE è e rimane il partner commerciale di gran lunga più importante della Svizzera. La via bilaterale si è dimostrata valida e ha favorito il nostro benessere. I promotori non propongono un'alternativa equivalente agli Accordi bilaterali.
  • Già oggi, i lavoratori che vanno in pensione sono più numerosi dei giovani che entrano nel mercato del lavoro. Quest’evoluzione demografica si sta acuendo: senza la manodopera proveniente dall'UE, di cui c'è urgente bisogno, si corre il rischio che le imprese si trasferiscano, che si perda gettito fiscale, che si riduca l'innovazione, che l'offerta sia più scarsa e che il livello dei servizi diminuisca. In definitiva, questo comporterebbe un minor benessere per tutti.
  • Senza l'afflusso di manodopera, l'AVS si ritroverebbe rapidamente a dover affrontare diverse difficoltà. Inoltre, anche i lavoratori stranieri contribuiscono al finanziamento a lungo termine della nostra previdenza vecchiaia.
  • Il passato ha dimostrato che un sistema di contingenti, costoso ed inefficace, non riduce l’immigrazione. Inoltre, non è chiaro chi dovrebbe rinunciare in futuro alla manodopera straniera così preziosa per la Svizzera.
  • Le preoccupazioni della popolazione riguardo all'immigrazione devono essere prese sul serio. Sono necessarie misure mirate ad aumentare la produttività, sfruttare meglio il potenziale della manodopera indigena e adottare misure specifiche nell’ambito dell’asilo, degli alloggi e delle infrastrutture.