# 16 / 2019
18.11.2019

Budget federale 2020: basi solide, anche con l’attuazione del progetto AVS-riforma fiscale

Il progetto AVS-riforma fiscale caratterizza il quadro delle spese

Le spese previste per il 2020 raggiungono i 75,1 miliardi di franchi. In crescita del 3,8% rispetto all’anno scorso, le uscite della Confederazione progrediscono più rapidamente dell’economia (PIL nominale 2,3%) e anche delle entrate totali (+2,9%). Il quadro delle spese è fortemente contraddistinto dall’adozione del progetto AVS-riforma fiscale. Le uscite supplementari concernono innanzitutto i settori Previdenza sociale e Finanze e imposte. Questi due gruppi di compiti crescono molto più in fretta rispetto al budget totale.

Con il progetto AVS-riforma fiscale, i contributi ai Cantoni aumentano di 1 miliardo di franchi e quelli all’AVS di 820 milioni di franchi. La crescita delle altre spese resta nella media.

  • Nell’ambito delle finanze e delle imposte, il progetto AVS-riforma fiscale implica un aumento delle uscite di 1 miliardo di franchi facendo passare la quota cantonale al provento dell’imposta federale diretta dal 17% al 21,2%.
  • Nel contempo, la previdenza sociale vede le spese per l’AVS aumentare di 820 milioni di franchi all’anno. Da un lato, il contributo federale alle spese dell’AVS passa dal 19,55% al 20,2%, generando oneri supplementari per circa 300 milioni di franchi per la Confederazione. Dall’altro, il progetto AVS-riforma fiscale prevede di cedere al fondo di compensazione dell’AVS la quota federale del percento demografico di IVA a favore dell’AVS (17%). La Confederazione non disporrà dunque più dei circa 520 milioni di franchi per finanziare il proprio contributo all’AVS. A partire dal 2020, l’apporto aggiuntivo della Confederazione all’AVS sarà dunque di 820 milioni di franchi.
  • Il progetto di riforma AVS21 adottato dal Consiglio federale all’attenzione del Parlamento non toccherà le spese negli anni considerati dal piano finanziario. Il previsto aumento dell’IVA dovrebbe alimentare direttamente e integralmente l’AVS. La riduzione delle spese dell’AVS con l’aumento dell’età di pensionamento delle donne avrà un effetto moderatore (piuttosto scarso) sul contributo federale all’AVS solo a partire dal 2023.
  • Nel settore dei trasporti, le spese nel 2020 registreranno un forte aumento a seguito degli apporti ai due fondi FIF e FOSTRA.
  • L’anno prossimo, la crescita nel settore della sicurezza sarà dovuta alle spese d’armamento e all’aumento dell’avere di vecchiaia per i militari di carriera e i membri del Corpo delle guardie di frontiera, in compensazione dell’aumento dell’età di pensionamento.
  • Nei settori Formazione e ricerca, Agricoltura e alimentazione nonché nell’ambito della cooperazione internazionale, i tassi di crescita non supereranno l’1% nel 2020.
  • Gli obiettivi di CO2 più severi e il consumo stagnante di COV fanno diminuire le entrate delle tasse d’incentivazione a carico di questi elementi. Dunque, le spese di ridistribuzione di queste tasse presso la popolazione diminuiscono.

 

Nel 2020, le entrate supplementari copriranno in gran parte l’aumento delle uscite. La parte non coperta sarà finanziata attingendo al margine di manovra finanziaria dell’anno scorso. In altre parole, una crescita delle spese conforme al freno all’indebitamento nel 2020 è possibile solo perché le entrate totali superano le uscite totali nel 2019 e nel 2020.

Grazie al margine di manovra finanziario dell’anno scorso, il progetto AVS-riforma fiscale può essere attuato senza effetti sul freno all’indebitamento.

Dal momento che le spese totali 2020 saranno ancora inferiori alle entrate totali, l’anno in esame presenta un’eccedenza strutturale di circa 600 milioni di franchi. Questo vantaggio in termini di entrate sarà interamente esaurito nel 2022, con l’abolizione della penalizzazione del matrimonio e dei dazi doganali sui prodotti industriali. In seguito, per rispettare le esigenze del freno all’indebitamento, il livello e la crescita delle spese dovranno corrispondere alle entrate.

Oltre il 60% delle spese federali sono pianificate a lungo termine. La previdenza sociale assorbe la parte più importante delle risorse, in termini sia assoluti che relativi.

La composizione delle percentuali di spesa non subirà variazioni significative nel 2020 rispetto al 2019. La previdenza sociale rimarrà la principale voce di spesa, seguito dalle finanze e dalle imposte e dai trasporti. Questi gruppi di compiti sollecitano oltre il 60% delle spese federali, con nel contempo un grado di destinazione molto alto, vale a dire spese fortemente vincolate. Dal momento che le spese sono definite nella legge, esse non possono essere adottate né a breve termine, né nell’ambito del processo del preventivo.

Il settore della previdenza sociale registra la più forte crescita. Oltre alle spese per l’AVS, le PC e le RIP, esso deve ora anche coprire il finanziamento delle prestazioni transitorie per i disoccupati di una certa età.

La previdenza sociale rimarrà la principale voce di spesa nei prossimi anni. Dal 2020 al 2023, la metà delle uscite supplementari andrà sul conto di questo gruppo di compiti (circa 2 miliardi di franchi). Le crescenti spese per l’AVS continuano a pesare fortemente; quelle per le prestazioni complementari (PC) e la riduzione individuale dei premi (RIP) aumentano molto a causa dei costi della salute, del numero di beneficiari e dell’importo dei contributi in rialzo. A ciò vanno aggiunto le misure intraprese nell’ambito della previdenza sociale per promuovere il potenziale di manodopera in Svizzera. Mezzi supplementari sono così destinati a prestazioni transitorie per i disoccupati di una certa età e a un programma di promozione atto a migliorare l’integrazione nel mercato del lavoro. Nella cooperazione internazionale, l’aumento delle spese supplementari a partire dal 2022 è dovuto al secondo contributo (all’allargamento) a favore di taluni Stati membri dell’UE. Nella formazione e nella ricerca gli investimenti dei prossimi anni andranno a favore soprattutto della ricerca di base e applicata.

Il piano finanziario integra anche i decreti finanziari pluriennali per la prossima legislatura, comprendenti oltre due terzi da spese non vincolate. Sono interessati i gruppi di compiti formazione e ricerca, difesa (compresa la modernizzazione delle forze terrestri e dei mezzi di difesa dello spazio aereo, Air2030), agricoltura, cooperazione internazionale, trasporto regionale viaggiatori, ambiente e cultura. Secondo i progetti del Consiglio federale in materia, tutti questi gruppi di compiti saranno finanziati adeguatamente. Il previsto aumento delle spese per i vari compiti sarà il più delle volte superiore alla crescita economica (tranne per l’agricoltura). Nel piano finanziario della legislatura 2021-2022, il Consiglio federale verificherà nuovamente i parametri. I limiti di spesa e crediti saranno sottoposti al Parlamento nella primavera 2020.

Limite massimo delle spese per il settore formazione, ricerca e innovazione dal 2021 al 2024

La Confederazione gestisce il settore formazione, ricerca e innovazione attraverso il messaggio FRI. Elaborato ogni quattro anni, quest’ultimo fissa gli obiettivi e le misure nonché il quadro finanziario per il periodo in questione. Il periodo attuale si conclude a fine 2020. La Confederazione lavora in questo momento sul messaggio FRI 2021-2024, che entrerà nel processo parlamentare a partire dalla primavera 2020.

Le priorità di questo messaggio sono già note. Dal 2021 al 2024, la crescita delle spese FRI a livello nazionale e internazionale non dovrà superare il 3%. Siccome non si sa ancora quale sarà il contributo della Svizzera ai programmi d’educazione e di ricerca europei, sono previsti vari scenari per il pacchetto FRI nazionale. Secondo l’onere finanziario derivante dai programmi europei, la crescita delle spese a livello nazionale si situerà tra il 2,1% e il 2,5%. Se la partecipazione della Svizzera ai programmi di ricerca europei dovesse rivelarsi più costosa del previsto e superare il 3% con le altre spese FRI, un programma di abbandono dei compiti s’imporrà sia per il credito FRI nazionale, sia per la partecipazione ai programmi di ricerca europei.

economiesuisse sostiene un approccio integrale per il finanziamento della ricerca. In questi ultimi anni, l’aumento dei mezzi destinati al settore FRI è stato superiore alla media e questa priorità merita di essere mantenuta anche nel nuovo periodo. Ma anche se il costo della ricerca da una parte e il numero di studenti dall’altra continuano a crescere, è necessario mantenere una visione globale in materia di politica budgetaria e bisogna considerare le priorità tra i vari settori di compiti della Confederazione. Ogni aumento del budget per l’una o l’altra istituzione del settore FRI dev’essere debitamente motivato.

Gli attori del settore FRI sono in gran parte finanziati mediante bilanci globali che garantiscono l’indipendenza degli istituti di ricerca e che permettono agli ambienti scientifici di dedicarsi ad una ricerca pertinente ed eccellente secondo i bisogni e le possibilità in materia. La tendenza osservata verso un sostegno maggiormente basato su temi precisi è preoccupante. economiesuisse rifiuta le priorità di finanziamento nel contesto del messaggio FRI. Più prescrizioni significano meno autonomia degli istituti circa la destinazione ottimale dei mezzi. È impossibile prevedere i bisogni della ricerca o la loro evoluzione fino al 2024. Soltanto gli istituti di ricerca sono in grado di farlo.

economiesuisse rifiuta in particolare che la digitalizzazione sia definita come “asse di ricerca”. Non si tratta qui di un settore di ricerca a sé stante, bensì di un tema trasversale. Ogni istituto attivo nella ricerca deve assumersi le sue responsabilità, con una strategia e degli investimenti corrispondenti. Come per i settori MINT (matematica, informatica, scienze naturali e tecnica), la promozione della digitalizzazione dev’essere una priorità ad ogni livello, ma non è necessario creare un nuovo strumento di finanziamento per realizzare le relative misure (ad esempio un fondo per la digitalizzazione).