lex helvetica

Di­ret­ti­va sulle armi: l’av­vo­ca­to ge­ne­ra­le del­l’UE ap­pog­gia la «lex hel­ve­ti­ca»

L’av­vo­ca­to ge­ne­ra­le del­l’UE ha chie­sto alla Corte di giu­sti­zia eu­ro­pea di re­spin­ge­re un ri­cor­so della Re­pub­bli­ca Ceca con­cer­nen­te la di­ret­ti­va sulle armi – con­fer­man­do così che la tra­di­zio­ne sviz­ze­ra del tiro de­v’es­se­re ri­spet­ta­ta. Se­con­do eco­no­mie­suis­se, ciò si­gni­fi­ca che il Con­si­glio fe­de­ra­le ha ne­go­zia­to bene: gli adat­ta­men­ti mi­ni­mi della legge sulle armi sono ra­gio­ne­vo­li e la par­te­ci­pa­zio­ne a Schen­gen è pri­mor­dia­le per gli am­bien­ti eco­no­mi­ci.

La tra­di­zio­ne sviz­ze­ra del tiro ri­ce­ve il so­ste­gno di una per­so­na­li­tà in­fluen­te: Elea­nor Sharp­ston, av­vo­ca­to ge­ne­ra­le del­l’UE, ha chie­sto alla Corte di giu­sti­zia eu­ro­pea di re­spin­ge­re, in tutti i punti, un ri­cor­so della Re­pub­bli­ca Ceca con­cer­nen­te la di­ret­ti­va sulle armi. Uno dei punti sol­le­va­ti è il trat­ta­men­to par­ti­co­la­re della Sviz­ze­ra. La di­ret­ti­va sulle armi pre­ve­de di fatto che i mi­li­ta­ri sviz­ze­ri pos­sa­no con­ser­va­re la loro arma d’or­di­nan­za alla fine del ser­vi­zio mi­li­ta­re. L’av­vo­ca­to ge­ne­ra­le Elea­nor Sharp­ston ha sot­to­li­nea­to che la «lex hel­ve­ti­ca» è ra­gio­ne­vo­le. La Corte di giu­sti­zia segue di re­go­la le pro­po­ste del suo av­vo­ca­to ge­ne­ra­le.

LA SVIZ­ZE­RA HA NE­GO­ZIA­TO BENE

In quan­to mem­bro as­so­cia­to a Schen­gen, la Sviz­ze­ra si è im­pe­gna­ta a so­ste­ne­re delle mi­su­re di lotta con­tro l’uso abu­si­vo delle armi. In que­st’ot­ti­ca, l’UE ha ela­bo­ra­to una di­ret­ti­va sulle armi. La Sviz­ze­ra ha uti­liz­za­to il suo di­rit­to di par­te­ci­pa­zio­ne e ha po­tu­to ga­ran­ti­re, in fase di ela­bo­ra­zio­ne, che la tra­di­zio­ne sviz­ze­ra del tiro non sa­reb­be stata messa in di­scus­sio­ne; la di­spo­si­zio­ne più im­por­tan­te a que­sto pro­po­si­to è la «lex hel­ve­ti­ca», che esclu­de l’ar­ma d’or­di­nan­za dalle nuove re­go­le. La nuova le­gi­sla­zio­ne sulle armi con­si­de­ra la tra­di­zio­ne sviz­ze­ra del tiro. Le Sviz­ze­re e gli Sviz­ze­ri si pro­nun­ce­ran­no su que­sto tema il pros­si­mo 19 mag­gio.

NON MET­TE­RE IN PE­RI­CO­LO LA PAR­TE­CI­PA­ZIO­NE A SCHEN­GEN

Con la re­vi­sio­ne della legge sulle armi, la Sviz­ze­ra pre­ser­va la sua tra­di­zio­ne del tiro e ga­ran­ti­sce la pro­pria per­ma­nen­za nello spa­zio Schen­gen. eco­no­mie­suis­se ha spie­ga­to in un dos­sier­po­li­ti­ca l’im­por­tan­za della par­te­ci­pa­zio­ne della Sviz­ze­ra a Schen­gen. L’as­so­cia­zio­ne a Schen­gen fa­vo­ri­sce di­ver­si set­to­ri, tra cui il tu­ri­smo. Se­con­do al­cu­ne stime, le en­tra­te sup­ple­men­ta­ri ge­ne­ra­te rag­giun­go­no fino a 530 mi­lio­ni di fran­chi. A ciò va ag­giun­to che la par­te­ci­pa­zio­ne al si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen au­men­ta la si­cu­rez­za a li­vel­lo na­zio­na­le. Le au­to­ri­tà di po­li­zia ri­ce­vo­no ogni gior­no 50 ri­spo­ste per le ri­cer­che ef­fet­tua­te al­l’e­ste­ro. E inol­tre l’ac­cor­do Du­bli­no è le­ga­to alla par­te­ci­pa­zio­ne a Schen­gen. In virtù di que­sto ac­cor­do, i ri­chie­den­ti l’a­si­lo pos­so­no de­po­si­ta­re una do­man­da in un solo paese. In caso di re­vo­ca del­l’ac­cor­do Du­bli­no, la Sviz­ze­ra do­vreb­be at­ten­der­si un forte au­men­to delle se­con­de do­man­de – e costi sup­ple­men­ta­ri del­l’or­di­ne di un mi­liar­do di fran­chi.
 
Se­con­do eco­no­mie­suis­se, la si­tua­zio­ne è chia­ra: i pic­co­li adat­ta­men­ti della legge sulle armi sono pro­por­zio­na­ti e la par­te­ci­pa­zio­ne a Schen­gen è es­sen­zia­le per l’e­co­no­mia.
Per mag­gio­ri in­for­ma­zio­ni con­sul­ta­re www.​leggearmi-​schengen-​si.​ch.