Una Si­ni­stra non co­strut­ti­va e cri­ti­che prive di fon­da­men­to

Per quan­to con­cer­ne la ri­for­ma del­l’A­VS e quel­la del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va, la Si­ni­stra e i Verdi si li­mi­ta­no a dire NO. È tutta que­sta la por­ta­ta della loro crea­ti­vi­tà. I due pro­get­ti sono posti in vo­ta­zio­ne il pros­si­mo 25 set­tem­bre. Per quan­to con­cer­ne l’im­po­sta pre­ven­ti­va, cifre e fatti er­ra­ti giu­sti­fi­ca­no que­sto NO.

Primo, gli op­po­si­to­ri tra­la­scia­no di dire che il Par­la­men­to ha con­si­de­re­vol­men­te ri­stret­to il pro­get­to. Sol­tan­to gli in­te­res­si ver­sa­ti sulle nuove ob­bli­ga­zio­ni sa­ran­no eso­ne­ra­ti dal­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. L’im­po­sta con­ti­nue­rà ad es­se­re pre­le­va­ta sulle ob­bli­ga­zio­ni esi­sten­ti. Per­tan­to, le cifre reali re­la­ti­ve alla per­di­ta di gua­da­gno che fi­gu­ra nel mes­sag­gio sono su­pe­ra­te. I costi di­ret­ti non su­pe­re­ran­no al­cu­ne de­ci­ne di mi­lio­ni di fran­chi. La Con­fe­de­ra­zio­ne non ri­sen­ti­rà dei costi della ri­for­ma.

Se­con­do, gli op­po­si­to­ri sot­to­va­lu­ta­no com­ple­ta­men­te i van­tag­gi della ri­for­ma. Se­con­do il mes­sag­gio del Con­si­glio fe­de­ra­le, i van­tag­gi del pro­get­to (en­tra­te fi­sca­li sup­ple­men­ta­ri) la spun­ta­no net­ta­men­te sui suoi costi (per­di­te fi­sca­li). Dal mo­men­to che l’im­po­sta pre­ven­ti­va viene abo­li­ta sol­tan­to sulle nuove ob­bli­ga­zio­ni, l’ef­fet­to sui costi è molto ri­tar­da­to e si esten­de su un arco di tempo più lungo. I van­tag­gi della ri­for­ma sa­ran­no an­co­ra più evi­den­ti. Si fa­ti­ca a tro­va­re un esem­pio di ri­for­ma com­pa­ra­bi­le che pre­sen­ti ri­schi così con­te­nu­ti e van­tag­gi così im­por­tan­ti a lungo ter­mi­ne.

Terzo, la Con­fe­de­ra­zio­ne, i Can­to­ni e i Co­mu­ni be­ne­fi­ce­ran­no così di una ri­du­zio­ne degli oneri d’in­te­res­se. Gra­zie alla ri­for­ma, le col­let­ti­vi­tà pub­bli­che po­tran­no fi­nan­ziar­si con mi­no­ri costi. Que­sto sgra­ve­rà i bud­get pub­bli­ci e non fa­vo­ri­rà sol­tan­to i con­tri­buen­ti, ma anche tutti co­lo­ro che ri­chie­do­no pre­sta­zio­ni pub­bli­che. La Si­ni­stra, nor­mal­men­te così at­tac­ca­ta al ser­vi­zio pub­bli­co, non ne parla.

Com­bat­te­re la ri­for­ma del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va af­fer­man­do che essa si tra­dur­rà in una per­di­ta fi­sca­le ele­va­ta è di­so­ne­sto. La per­di­ta fi­sca­le sarà am­pia­men­te com­pen­sa­ta dalle en­tra­te sup­ple­men­ta­ri. L’im­po­sta pre­ven­ti­va è un gra­nel­lo di sab­bia che in­tral­cia il buon fun­zio­na­men­to del mer­ca­to sviz­ze­ro dei ca­pi­ta­li. Da de­cen­ni, essa fa fug­gi­re al­l’e­ste­ro una gran parte delle ope­ra­zio­ni con­cer­nen­ti le ob­bli­ga­zio­ni. Con la ri­for­ma, non sarà più così. Non vi sono che van­tag­gi per la Sviz­ze­ra.

Gli in­con­ve­nien­ti del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va sono noti da de­cen­ni. Già più di dieci anni fa, il Con­si­glio fe­de­ra­le ha vo­lu­to lan­cia­re una ri­for­ma. In se­gui­to, a causa della crisi fi­nan­zia­ria, la pre­vi­sta ri­for­ma è stata li­mi­ta­ta nella sua por­ta­ta. Le di­scus­sio­ni e i pro­get­ti sono pro­se­gui­ti per così dire senza in­ter­ru­zio­ni. Se vi è un pro­ble­ma fi­sca­le in Sviz­ze­ra che con­cer­ne le at­ti­vi­tà eco­no­mi­che che tutti vor­reb­be­ro ve­de­re ri­sol­to, è pro­prio quel­lo del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va. Lo con­fer­ma­no vari studi ef­fet­tua­ti in di­ver­si mo­men­ti.

I media cri­ti­ca­no però par­zial­men­te que­sti studi. Cri­ti­ca­re non è un pro­ble­ma. Ma bi­so­gne­reb­be anche che le per­so­ne che cri­ti­ca­no pro­pon­ga­no delle so­lu­zio­ni. I cri­ti­ci, so­prat­tut­to quel­li pro­ve­nien­ti dagli am­bien­ti ac­ca­de­mi­ci, do­vreb­be­ro mo­stra­re so­lu­zio­ni mi­glio­ri, ma non lo fanno. Si li­mi­ta­no a cri­ti­ca­re, ma do­vreb­be­ro anche ri­met­ter­si in di­scus­sio­ne. Al­cu­ni ri­ten­go­no così che l’a­bo­li­zio­ne della tassa di bollo sui ca­pi­ta­li este­ri nel 2011 non ha ot­te­nu­to i ri­sul­ta­ti po­si­ti­vi an­nun­cia­ti. Anche que­sta volta sa­reb­be lo stes­so. Essi di­men­ti­ca­no però di dire che l’ef­fet­to po­si­ti­vo della ri­for­ma di quel pe­rio­do di­pen­de­va in gran parte da una se­con­da ri­for­ma. Il Con­si­glio fe­de­ra­le lo aveva chia­ra­men­te spie­ga­to. Quale era que­sta se­con­da ri­for­ma? È la ri­for­ma che viene posta in vo­ta­zio­ne oggi e che, più di ogni altra, è at­te­sa da tempo: la ri­for­ma del­l’im­po­sta pre­ven­ti­va.

PS: Gli op­po­si­to­ri di Si­ni­stra amano ri­ven­di­ca­re per­di­te fi­sca­li più ele­va­te in caso di au­men­to dei tassi di in­te­res­se. Il Con­si­glio fe­de­ra­le è stato ac­cu­sa­to, con una certa vee­men­za, di aver sot­to­sti­ma­to i costi della ri­for­ma ipo­tiz­zan­do un basso tasso di in­te­res­se del­l'1,5%. Con un tasso di in­te­res­se del 3 o 4%, la ri­for­ma sa­reb­be molto più co­sto­sa. L'af­fer­ma­zio­ne è di­stor­ta ed è anche con­fu­ta­ta dal Con­si­glio fe­de­ra­le, ma non è que­sto il punto. In oc­ca­sio­ne di una re­cen­te se­du­ta della com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re, si è di­scus­so di abo­li­re il va­lo­re lo­ca­ti­vo sugli al­log­gi ad uso pri­va­to. La Si­ni­stra si op­po­ne pure a que­sta ri­for­ma, sem­pre ri­fe­ren­do­si alle per­di­te fi­sca­li. Le per­di­te fi­sca­li di que­sta ri­for­ma sono tanto mi­no­ri quan­to più alto è il tasso di in­te­res­se; con un tasso di in­te­res­se del 3,0%, la ri­for­ma può es­se­re neu­tra­le dal punto di vista delle en­tra­te. Per gli sce­na­ri di per­di­ta fi­sca­le, tut­ta­via, la Si­ni­stra non si ri­fe­ri­sce a que­sto li­vel­lo di tasso di in­te­res­se, ma a un li­vel­lo in­fe­rio­re, che rende la ri­for­ma più co­sto­sa. Dove fissa la Si­ni­stra il suo li­vel­lo di tasso di in­te­res­se "ri­le­van­te"? Chi pensa male fa pec­ca­to ma spes­so ci az­zec­ca: ov­via­men­te all'1,5%...