Schweizer Geld

Tassa di bollo e IVA: af­fer­ma­zio­ni er­ra­te da parte del PS in­du­co­no in er­ro­re il po­po­lo

Il PS af­fer­ma che le ope­ra­zio­ni fi­nan­zia­rie sfug­go­no al­l’I­VA, ra­gio­ne per la quale si è do­vu­ta in­tro­dur­re la tassa di bollo quale com­pen­sa­zio­ne. Se­con­do il par­ti­to, in caso di abo­li­zio­ne della tassa di bollo di emis­sio­ne, le tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie non sa­reb­be­ro più tas­sa­te. Que­sto è falso per mol­te­pli­ci ra­gio­ni.

In primo luogo, il set­to­re della fi­nan­za paga l’IVA come tutti gli altri set­to­ri eco­no­mi­ci. Tut­ta­via, al­cu­ni ser­vi­zi fi­nan­zia­ri, come la con­ces­sio­ne di un cre­di­to e di un’i­po­te­ca, sono esclu­si dal campo d’ap­pli­ca­zio­ne del­l’I­VA. Gli isti­tu­ti fi­nan­zia­ri non pre­le­va­no l’IVA pres­so i loro clien­ti per que­sti ser­vi­zi. In altre pa­ro­le, il con­su­mo di que­ste pre­sta­zio­ni sfug­ge al­l’I­VA. Detto que­sto, gli isti­tu­ti fi­nan­zia­ri pa­ga­no na­tu­ral­men­te l’IVA sui ser­vi­zi che ri­chie­do­no pres­so altri for­ni­to­ri.

Se­con­do, le tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie sono sot­to­po­ste alla tassa di bollo di ne­go­zia­zio­ne. Que­sta tassa di bollo «bor­si­sti­ca», come la tassa di bollo sui premi as­si­cu­ra­ti­vi, non viene sop­pres­sa e la sua abo­li­zio­ne non è pre­vi­sta. 

Terzo, la tassa di emis­sio­ne sul ca­pi­ta­le azio­na­rio in di­scus­sio­ne è una tassa di bollo oggi pre­sen­te per ra­gio­ni sto­ri­che, ma non ha nulla a che fare con il "set­to­re fi­nan­zia­rio". La que­stio­ne del­l'im­po­sta di emis­sio­ne ri­guar­da la rac­col­ta di nuovi ca­pi­ta­li pro­pri da parte delle im­pre­se di tutti i set­to­ri.

Quar­to, l’e­mis­sio­ne di ca­pi­ta­li si situa al di fuori del campo d’ap­pli­ca­zio­ne del­l’I­VA. Di fatto, for­ni­re dei ca­pi­ta­li non è ri­te­nu­ta una con­tro­pre­sta­zio­ne. Come per le sov­ven­zio­ni e le do­na­zio­ni o anche per il de­po­si­to o il ri­ti­ro di con­tan­ti al ban­co­mat, non av­vie­ne alcun scam­bio di ser­vi­zi. Un'im­po­sta sul va­lo­re ag­giun­to sul ca­pi­ta­le non è quin­di pos­si­bi­le. L'ar­go­men­to che la tassa di emis­sio­ne rap­pre­sen­ti una com­pen­sa­zio­ne per la man­can­za di IVA è falso.

GLI ONERI FI­SCA­LI DEL SET­TO­RE FI­NAN­ZIA­RIO RE­STA­NO IN­VA­RIA­TI

L’a­bo­li­zio­ne della tassa di bollo d’e­mis­sio­ne, sulla quale il po­po­lo dovrà pro­nun­ciar­si il 13 feb­bra­io, non crea dun­que alcun nuovo pri­vi­le­gio per il set­to­re fi­nan­zia­rio. Gli oneri fi­sca­li di que­sto set­to­re re­sta­no in­va­ria­ti. La tassa di bollo d’e­mis­sio­ne non ha nulla a che ve­de­re con le at­ti­vi­tà ban­ca­rie e as­si­cu­ra­ti­ve. Le per­so­ne che pa­ga­no que­sta tassa di bollo sono piut­to­sto degli in­ve­sti­to­ri pri­va­ti (ad esem­pio degli im­pren­di­to­ri) che ri­schia­no il loro pa­tri­mo­nio per­so­na­le per crea­re im­pie­ghi, in­no­va­re e crea­re nuovi mo­del­li com­mer­cia­li. La tassa di bollo d’e­mis­sio­ne pe­na­liz­za dun­que co­lo­ro che non scel­go­no di in­de­bi­tar­si mag­gior­men­te né di uti­liz­za­re fondi pub­bli­ci fi­nan­zia­ti dalle im­po­ste, ma che ga­ran­ti­sco­no degli im­pie­ghi con i loro ca­pi­ta­li pro­pri.

Con i suoi ar­go­men­ti le­ga­ti al­l’I­VA, il PS in­du­ce in er­ro­re le elet­tri­ci e gli elet­to­ri.