Arzt am Taschenrechner

Ri­for­ma sa­ni­ta­ria: eli­mi­na­re gli in­cen­ti­vi ne­ga­ti­vi, ri­dur­re i costi

L’es­sen­zia­le in breve:

  • La scel­ta fra il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le e quel­lo ospe­da­lie­ro deve ba­sar­si sulla ne­ces­si­tà me­di­ca e non sugli in­cen­ti­vi fi­nan­zia­ri.
  • Il fi­nan­zia­men­to uni­for­me delle cure ri­du­ce i costi com­ples­si­vi del si­ste­ma sa­ni­ta­rio, per­ché ri­du­ce gli in­cen­ti­vi fi­nan­zia­ri ne­ga­ti­vi e mi­glio­ra il coor­di­na­men­to.
  • Que­sta ri­for­ma mi­glio­ra l'ef­fi­cien­za e raf­for­za la coo­pe­ra­zio­ne tra i vari for­ni­to­ri di ser­vi­zi.

Quan­do è stata in­tro­dot­ta la Legge fe­de­ra­le sul­l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tia (LAMal), si par­la­va di uni­for­ma­re il fi­nan­zia­men­to delle pre­sta­zio­ni am­bu­la­to­ria­li e sta­zio­na­rie. Ora, quasi 30 anni dopo, il Par­la­men­to ha fi­nal­men­te vo­ta­to una sem­pli­fi­ca­zio­ne del si­ste­ma di fi­nan­zia­men­to, at­te­sa da tempo. Ma i sin­da­ca­ti stan­no bloc­can­do la ri­for­ma con il loro re­fe­ren­dum e i cit­ta­di­ni do­vran­no de­ci­de­re il 24 no­vem­bre. Ab­bia­mo bi­so­gno di un sì se vo­glia­mo ri­dur­re gli at­tua­li in­cen­ti­vi ne­ga­ti­vi.

Un'al­lean­za di oltre 40 or­ga­niz­za­zio­ni si im­pe­gna per un fi­nan­zia­men­to uni­for­me del set­to­re sa­ni­ta­rio (EFAS). Que­sta straor­di­na­ria una­ni­mi­tà sot­to­li­nea l'im­por­tan­za della ri­for­ma. L'o­biet­ti­vo è che tutti i set­to­ri del­l'as­si­cu­ra­zio­ne di base siano fi­nan­zia­ti se­con­do la stes­sa chia­ve di ri­par­ti­zio­ne. Oggi i ser­vi­zi am­bu­la­to­ria­li sono fi­nan­zia­ti al 100% dai premi, men­tre i ser­vi­zi ospe­da­lie­ri lo sono per meno del 50%. Poi­ché sem­pre più ser­vi­zi ven­go­no ero­ga­ti su base am­bu­la­to­ria­le, i premi su­bi­sco­no una pres­sio­ne al rial­zo più che pro­por­zio­na­le.

Una con­di­zio­ne im­por­tan­te per un mi­glior si­ste­ma sa­ni­ta­rio

In pas­sa­to, esi­ste­va una netta di­stin­zio­ne tra cure am­bu­la­to­ria­li e cure ospe­da­lie­re. Quan­do una per­so­na era gra­ve­men­te ma­la­ta, do­ve­va es­se­re ri­co­ve­ra­ta in ospe­da­le per un trat­ta­men­to ospe­da­lie­ro. Nella mag­gior parte dei casi, non era ne­ces­sa­rio de­ci­de­re la na­tu­ra del trat­ta­men­to. Ciò si­gni­fi­ca che le mo­da­li­tà di fi­nan­zia­men­to non erano un fat­to­re de­ter­mi­nan­te. Con gli svi­lup­pi tec­ni­ci, però, le cose sono cam­bia­te ra­di­cal­men­te. Oggi la scel­ta tra un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le e uno ospe­da­lie­ro è tut­t'al­tro che sem­pli­ce. I me­di­ci e i pa­zien­ti hanno spes­so l'op­por­tu­ni­tà di sce­glie­re se una pro­ce­du­ra viene ese­gui­ta in ospe­da­le, con o senza per­not­ta­men­to, sa­pen­do che le loro de­ci­sio­ni hanno con­se­guen­ze sulle mo­da­li­tà di pa­ga­men­to delle pre­sta­zio­ni. Quan­do le ta­rif­fe cam­bia­no, gli at­to­ri hanno un in­cen­ti­vo eco­no­mi­co a fa­vo­ri­re una par­ti­co­la­re forma di trat­ta­men­to. Di con­se­guen­za, spes­so non sono più solo gli im­pe­ra­ti­vi me­di­ci, ma anche la re­mu­ne­ra­zio­ne a de­ter­mi­na­re il trat­ta­men­to. Que­sta si­tua­zio­ne deve es­se­re evi­ta­ta, per­ché tali di­stor­sio­ni ri­du­co­no l'ef­fi­cien­za di un trat­ta­men­to e ge­ne­ra­no costi ag­giun­ti­vi per la co­mu­ni­tà. Se que­sto in­cen­ti­vo ne­ga­ti­vo ve­nis­se eli­mi­na­to, ci sa­reb­be­ro meno ser­vi­zi ospe­da­lie­ri, con con­se­guen­te ri­du­zio­ne dei costi sa­ni­ta­ri.

Gli op­po­si­to­ri met­to­no in campo ar­go­men­ti as­sur­di

Pa­ra­dos­sal­men­te, con il loro re­fe­ren­dum, i sin­da­ca­ti si op­pon­go­no a un si­ste­ma sa­ni­ta­rio più fa­vo­re­vo­le e ten­den­zial­men­te mag­gior­men­te fi­nan­zia­to dalle im­po­ste. Que­sto per­ché at­tual­men­te i premi sono par­ti­co­lar­men­te gra­va­ti dalla cre­scen­te am­bu­la­to­ria­li­tà. I ser­vi­zi am­bu­la­to­ria­li sol­le­ci­ta­no al 100% i premi, quel­li ospe­da­lie­ri solo per il 45%. La si­tua­zio­ne cam­bie­rà per­ché i can­to­ni tra­sfe­ri­ran­no i loro at­tua­li pa­ga­men­ti al si­ste­ma di as­si­cu­ra­zio­ne sa­ni­ta­ria. Ciò si­gni­fi­ca che in fu­tu­ro tutti i ser­vi­zi sa­ran­no fi­nan­zia­ti allo stes­so modo. Ciò ri­dur­rà l'o­ne­re dei premi. I sin­da­ca­ti af­fer­ma­no inol­tre che au­men­te­rà la pres­sio­ne sul per­so­na­le sa­ni­ta­rio per ri­spar­mia­re. Ma ciò non di­pen­de dal fi­nan­zia­men­to, ma dal si­ste­ma ta­rif­fa­rio. Anche l'af­fer­ma­zio­ne che la par­te­ci­pa­zio­ne ai costi au­men­te­rà è pa­le­se­men­te falsa. La par­te­ci­pa­zio­ne ai costi è sta­bi­li­ta dal Con­si­glio fe­de­ra­le nel­l'or­di­nan­za sul­l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tia (OAMal). Non ha nulla a che ve­de­re con il fi­nan­zia­men­to stan­dar­diz­za­to. È in­com­pren­si­bi­le che i sin­da­ca­ti ab­bia­no lan­cia­to un re­fe­ren­dum con ar­go­men­ti così mal­de­stri.

Un mo­ti­vo in più per dire sì al fi­nan­zia­men­to uni­for­me.