Respinta l’iniziativa per l’autodeterminazione al Consiglio degli Stati: gli ambienti economici accolgono favorevolmente la chiara decisione
Oggi il Consiglio degli Stati ha respinto a netta maggioranza l'iniziativa popolare "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’autodeterminazione)". Gli ambienti economici accolgono favorevolmente questa decisione: in quanto economia aperta e fortemente interconnessa a livello internazionale, la Svizzera dipende da relazioni economiche affidabili e stabili con l'estero.
Il plenum del Consiglio degli Stati ha seguito oggi la propria Commissione incaricata dell’esame preliminare, che aveva respinto l’iniziativa per l’autodeterminazione nel febbraio 2018. L’iniziativa è stata respinta con 36 voti a 6 ed è inoltre stato rifiutato anche un controprogetto, con 27 voti a 15.
Inconciliabile con gli interessi dell’economia svizzera
Grazie al diritto internazionale, la Svizzera, in quanto economia aperta e fortemente interconnessa sul piano internazionale, è in grado di salvaguardare e proteggere efficacemente i propri interessi a livello globale. L'iniziativa per l’autodeterminazione mina questo importante fondamento, in quanto ha l’obiettivo di anteporre il diritto costituzionale svizzero al diritto internazionale. L’accettazione dell'iniziativa creerebbe una grande incertezza del diritto e limiterebbe fortemente la capacità d'azione della Svizzera in materia di politica economica estera. Questo danneggerebbe gli interessi del commercio con l’estero. Nell’eventualità della sua accettazione, l’accordo sulla libera circolazione delle persone o quello relativo ai trasporti terrestri conclusi con l’UE dovrebbero essere rinegoziati o, se necessario, disdetti. In altre parole, verrebbero messi in gioco i Bilaterali I. L'iniziativa avrebbe inoltre delle ripercussioni su altri circa 600 accordi economici, che attualmente garantiscono alle nostre imprese esportatrici - spesso PMI - un accesso sicuro, regolamentato ed estremamente vantaggioso ai mercati internazionali.