Le cittadine e i cittadini svizzeri sono contrari ad un rigido divieto di finanziamento
Respingendo l’iniziativa «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico», le cittadine e i cittadini svizzeri si sono espressi contro un rigido divieto di finanziamento nell’ambito dei sistemi di previdenza. Nel contempo, il risultato della votazione esprime il loro attaccamento alla piazza economica svizzera e all’indipendenza della Banca nazionale svizzera.
Il rifiuto dell’iniziativa popolare del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) contro il finanziamento di produttori di materiale bellico mostra che le cittadine e i cittadini svizzeri non intendono intervenire nella politica d’investimento dell’AVS e delle casse pensioni svizzere stabilendo una quota rigida del 5%. Essi hanno ragione, poiché i sistemi di previdenza pubblici e privati sono già sottoposti ad una forte pressione. Il finanziamento delle pensioni è una sfida sempre più grande. È dunque logico che gli aventi diritto al voto si siano pronunciati contro la burocrazia di controllo e il lavoro amministrativo supplementare che questo comporta.
Parallelamente, le cittadine e i cittadini svizzeri hanno espresso il loro sostegno alla piazza economica svizzera. In caso di accettazione dell’iniziativa, con la sua quota arbitraria del 5%, numerose imprese sarebbero state considerate come dei produttori di materiale bellico e il divieto di finanziamento introdotto avrebbe rappresentato una grande sfida. Il NO lancia un segnale importante da parte delle cittadine e dei cittadini in questo periodo economicamente difficile ed esprime l’attaccamento di questi ultimi ad una piazza industriale innovativa.
L’indipendenza della Banca nazionale è confermata
È inoltre molto importante che la Banca nazionale svizzera possa continuare a svolgere il proprio mandato nell’interesse di tutta la Svizzera senza intromissioni politiche. Essa è responsabile della politica monetaria della Svizzera con l’obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi. Le cittadine e i cittadini svizzeri hanno riconosciuto giustamente che l’iniziativa intenderebbe imporre restrizioni alla politica d’investimento della Banca nazionale svizzera. Ciò avrebbe costituito un pericoloso precedente.