L’ab­ban­do­no della so­glia mi­ni­ma di cam­bio crea forti pre­oc­cu­pa­zio­ni al­l’e­co­no­mia el­ve­ti­ca

Con la de­ci­sio­ne di ab­ban­do­na­re la so­glia mi­ni­ma di cam­bio di 1,20 tra fran­co ed euro, la Banca Na­zio­na­le Sviz­ze­ra (BNS) ha com­ple­ta­men­te sor­pre­so i mer­ca­ti. Dal punto di vista del­l’e­co­no­mia que­sto passo è in­com­pren­si­bi­le allo sta­dio at­tua­le.

Anche per eco­no­mie­suis­se l’an­nun­cio della BNS di ab­ban­do­na­re la so­glia mi­ni­ma di cam­bio in vi­go­re da set­tem­bre del 2001 giun­ge in un mo­men­to inat­te­so. Alla luce della dif­fi­ci­le si­tua­zio­ne sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri e le in­cer­tez­ze sul fu­tu­ro della zona Euro, è le­ci­to at­ten­der­si che il tasso di cam­bio re­ste­rà per di­ver­so tempo ca­rat­te­riz­za­to da un fran­co so­prav­va­lu­ta­to. Non è dun­que certo se in que­sto con­te­sto, si riu­sci­rà a ri­tro­va­re a breve ter­mi­ne un certo equi­li­brio, che si tra­du­ca in una so­prav­va­lu­ta­zio­ne solo mo­de­sta e non ec­ces­si­va e pe­ri­co­lo­sa del fran­co. 

Resta il pe­ri­co­lo che la va­lu­ta na­zio­na­le sviz­ze­ra resti tal­men­te forte da ren­de­re dif­fi­ci­le l’a­dat­ta­men­to in tempo utile ai nuovi re­gi­mi di cam­bio per l’in­du­stria espor­ta­tri­ce e per il tu­ri­smo. Molte im­pre­se – com­pe­ti­ti­ve con un tasso di cam­bio “ra­gio­ne­vo­le” – ri­schia­no di avere se­ris­si­mi pro­ble­mi. Anche gli ope­ra­to­ri dei ser­vi­zi fi­nan­zia­ri, che si tro­va­no con­fron­ta­ti a tassi di in­te­res­se ne­ga­ti­vi, ri­scon­tra­no dif­fi­col­tà. Inol­tre l’ac­qui­sto fuori con­fi­ne è più at­trat­ti­vo che mai. A causa delle im­por­ta­zio­ni meno one­ro­se torna d’at­tua­li­tà anche l’e­vo­lu­zio­ne dei prez­zi, con il pe­ri­co­lo che la sta­bi­li­tà degli stes­si (con un obiet­ti­vo tra lo 0 e il 2% di in­fla­zio­ne) possa non es­se­re rag­giun­ta.  

Spe­ran­za di una sta­bi­liz­za­zio­ne in Eu­ro­pa 

Dif­fi­cil­men­te la ri­du­zio­ne dei tassi ne­ga­ti­vi da -0.25 a 0-75 avrà un forte im­pat­to sul tasso di cam­bio e le espe­rien­ze pas­sa­te con que­sto stru­men­to non la­scia­no spa­zio a gran­di il­lu­sio­ni. La Banca Na­zio­na­le sem­bra con­ta­re sul fatto che la si­tua­zio­ne in Eu­ro­pa si di­sten­de­rà pre­sto e che il tasso di cam­bio Fran­co/Euro si sta­bi­liz­ze­rà a un li­vel­lo sop­por­ta­bi­le per l’e­co­no­mia.  

Il mo­men­to per l’ab­ban­do­no della so­glia mi­ni­ma di cam­bio è pro­ble­ma­ti­co per l’in­te­ra eco­no­mia. Resta da spe­ra­re che l’o­dier­no ri­tor­no a tassi di cam­bio più o meno fles­si­bi­li si di­mo­stre­rà la scel­ta az­zec­ca­ta. Un ri­pri­sti­no di una po­li­ti­ca con so­glie mi­ni­me di cam­bio sarà in­fat­ti in un fu­tu­ro pros­si­mo molto dif­fi­ci­le.