Gli Accordi bilaterali festeggiano il loro anniversario

Lunedì 1o giugno abbiamo qualcosa da festeggiare: sono trascorsi esattamente 18 anni da quando gli Accordi bilaterali sono entrati in vigore. Ed è precisamente quest’anno che vengono rimessi in discussione con una votazione popolare. È dunque il momento ideale per riflettere e tracciare bilanci. Per la Svizzera, la conclusione di questi Accordi è stata un grande sollievo. Senza di essi, saremmo stati emarginati. Nessun altro Paese ha beneficiato come il nostro della sua partecipazione al mercato unico europeo. E vogliamo che rimanga tale anche in futuro.

Chi non conosce questa situazione? Tutti hanno sognato di festeggiare i 18 anni, è un giorno importante nella vita di ognuno. È il giorno in cui si diventa maggiorenni e si ricevono automaticamente più diritti e libertà. Non sorprende dunque che questo anniversario sia l’occasione per una festa speciale. 

La prossima grande festa è alle porte, essa avrà luogo il lunedì di Pentecoste. Il 1o giugno 2020, gli Accordi bilaterali I tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) festeggiano il 18° anniversario. Questo insieme di sette accordi (libera circolazione delle persone, trasporto aereo, trasporti terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici) è entrato in vigore il 1° giugno 2002. Gli Accordi bilaterali sono importanti. E anche se hanno mostrato la loro validità a più riprese nel corso degli anni, essi sono nuovamente sottoposti in votazione. È dunque giunto il momento di dare un’occhiata più da vicino agli Accordi bilaterali I.

Tutti i partiti in Consiglio federale hanno sostenuto gli Accordi bilaterali I al momento della loro entrata in vigore. La popolazione ha inoltre confermato, a più riprese e a netta maggioranza, la via bilaterale in occasione di diverse votazioni.

Permettetemi di fare tre osservazioni sull’entrata in vigore di questi Accordi bilaterali I. In primo luogo, noi, gli Svizzeri, eravamo più che felici, all’epoca, di aver potuto condurre in porto i negoziati con l’UE. Così contenti che tutti i partiti in Consiglio federale si sono schierati a fianco dei sostenitori in occasione della votazione su questi Accordi. Dopo il rifiuto della popolazione di aderire allo Spazio economico europeo (SEE), regnava in Svizzera una grande incertezza sulla possibilità e le modalità di una partecipazione al mercato unico europeo. La questione era particolarmente importante dal punto di vista economico. Stare in disparte sarebbe stato un male per la Svizzera come Paese esportatore. Gli Accordi Bilaterali sono stati dunque molto desiderati.

I sette accordi bilaterali I hanno rappresentato una svolta nella politica europea della Svizzera

In secondo luogo, 18 anni fa, la crescita economica della Svizzera era modesta. Gli anni novanta sono considerati come un decennio di stagnazione economica. Le riforme realizzate in Svizzera e la partecipazione al mercato interno dell’UE hanno cambiato la situazione. I salari reali sono aumentati mentre la disoccupazione è diminuita. Abbiamo tratto un insegnamento da questo periodo e posto nuove basi. Parto dal principio che senza i Bilaterali I la Svizzera avrebbe difficilmente raggiunto una simile competitività e reputazione in materia di servizi e in quanto piazza di produzione e di ricerca.

Terzo, gli Accordi bilaterali I resteranno importanti per il nostro Paese anche in futuro. I sette accordi sulla libera circolazione delle persone, la ricerca, gli ostacoli tecnici al commercio, l’agricoltura, il trasporto aereo, i trasporti terrestri e gli appalti pubblici si sono rivelati molto preziosi. Essi permettono alle nostre imprese di partecipare attivamente ai mercati internazionali. Secondo alcuni studi, la Svizzera è anche il Paese che trae i massimi benefici dalla partecipazione al mercato interno – e questo, senza aver aderito all’UE. In questo senso, gli Accordi bilaterali rafforzano anche la nostra sovranità.

Un Sì all’iniziativa contro gli Accordi bilaterali il prossimo 27 settembre porrebbe fine alla via bilaterale

Ma tutto questo non è scolpito nella pietra. L’iniziativa contro gli Accordi bilaterali - sulla quale voteremo il 27 settembre - pone la questione su come intendiamo proseguire una via bilaterale di successo, o se vogliamo porvi fine nel più breve tempo possibile. I suoi autori intendono abolire la libera circolazione delle persone. Tuttavia, a seguito della clausola «ghigliottina» che lega i sette accordi bilaterali I, anche gli altri 6 decadrebbero automaticamente in caso d’accettazione. Ciò avrebbe conseguenze importanti, per questo motivo l’iniziativa dev’essere categoricamente respinta. La nostra democrazia diretta è dinamica e piena di idee come un giovane di 18 anni.

Come per ogni compleanno, non tutto è perfetto ma questo non cambia i fatti.