# 1 / 2025
27.02.2025

Ac­cor­di bi­la­te­ra­li III: pro­se­gui­re sulla via sviz­ze­ra

Perché discutere ora dei Bilaterali III?

  • Nel 1999, la Svizzera ha concluso degli Accordi bilaterali con l'UE che le consentono un accesso non discriminatorio al mercato unico europeo, composto da 450 milioni di consumatori e 32 milioni di imprese.
  • I cinque accordi sul mercato interno dei Bilaterali I riguardano la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici al commercio, i trasporti terrestri, il trasporto aereo e l'agricoltura.
  • L'elettorato svizzero li ha approvati con una netta maggioranza nel 2000.
  • Dal momento che le stesse regole (diritti e obblighi) si applicano a tutti gli Stati partecipanti al mercato interno europeo, questi cinque accordi hanno portato a un'armonizzazione parziale e autonoma del diritto svizzero con quello dell'UE (nei loro ambiti di applicazione).
  • Nel 2004 è seguito il secondo pacchetto di Accordi bilaterali con l'UE, i Bilaterali II, che include l'accordo di Schengen/Dublino.

25 anni di Accordi bilaterali: un fattore chiave per il benessere della Svizzera

Uno sguardo alle statistiche lo dimostra: non tutto era meglio in passato. Dal punto di vista economico, gli anni '90 sono stati difficili per la Svizzera. Il rifiuto dello Spazio economico europeo nel 1992 e lo scoppio della bolla immobiliare hanno portato a una stagnazione e a un calo del benessere. Solo con gli Accordi bilaterali la Svizzera ha riacquistato la sua attrattività per gli investitori, uscendo così dalla crisi. Dalla firma degli Accordi Bilaterali I nel 1999, la produttività, il benessere e il tempo libero (anche pro capite) sono aumentati costantemente. I salari reali sono cresciuti più vigorosamente che negli anni '90, nonostante le diverse crisi, e la disoccupazione rimane a un livello basso.

Lo status quo non è una soluzione - bisogna essere in due per ballare il tango

  • Per sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali con dei nuovi accordi e adattare gli accordi statici sul mercato interno del 1999 ai nuovi sviluppi giuridici, a partire dal 2008 l'UE ha richiesto un chiarimento preliminare delle questioni istituzionali.
  • Ciò includeva un meccanismo equo per risolvere le future controversie tra la Svizzera e l'UE.
  • Nel dicembre 2013, il Consiglio federale ha quindi adottato un mandato negoziale per un accordo quadro istituzionale (InstA).
  • Dopo il fallimento dell'accordo quadro nel maggio 2021, la politica europea della Svizzera ha attraversato un periodo di crisi.
  • Lo stallo con l'UE ha danneggiato la piazza economica svizzera e ha portato all'erosione degli accordi e delle cooperazioni esistenti nell'ambito degli Accordi bilaterali I e II (cfr. anche il dossierpolitica del febbraio 2022).
  • Nel marzo 2022 sono iniziati i colloqui esplorativi per l'attuale pacchetto di Accordi bilaterali III, che offre numerosi miglioramenti rispetto al fallito accordo quadro istituzionale.

Senza Bilaterali III, la via bilaterale continuerebbe ad erodersi.

  • L'accordo sull'eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio (MRA) prevede il riconoscimento reciproco delle valutazioni di conformità in 20 categorie di prodotti.
  • Nel 2023, ciò riguardava circa due terzi del commercio di prodotti industriali tra Svizzera e UE.
  • L’industria svizzera delle tecnologie mediche ha perso l'accesso senza ostacoli al mercato unico europeo nel 2021. Da allora, le imprese medtech svizzere sono costrette ad esportare i loro prodotti nell'UE alle condizioni più severe applicabili agli Stati terzi.
  • Senza l'aggiornamento dell’accordo MRA, a partire dal 2026/2027 fino al 60% delle imprese esportatrici svizzere perderebbe l'accesso senza ostacoli al mercato interno dell’UE. Dopo l’industria medtech seguirebbe l’industria meccanica, l'edilizia e l'industria farmaceutica.
  • Considerata la grande importanza di questi settori per la piazza industriale svizzera, i costi di adeguamento per l’economia ammonterebbero probabilmente a oltre un miliardo (cfr. Erosion Monitor di Avenir Suisse).
  • Si tratta di denaro che verrebbe a mancare agli investimenti in prodotti innovativi e nella piazza economica svizzera.