2 Computerbildschirme mit Statistiken darauf und eine Hand mit IPad ein Finger zeigt darauf

2020: Cre­sci­ta fra­gi­le in un con­te­sto in­cer­to

La cre­sci­ta eco­no­mi­ca in Sviz­ze­ra con­ti­nua ad in­de­bo­lir­si. eco­no­mie­suis­se pre­ve­de per que­st’an­no un au­men­to del pro­dot­to in­ter­no lordo (PIL) dello 0,9%. La cre­sci­ta sarà al­tret­tan­to ele­va­ta nel 2020 - 1,2% - e lo svi­lup­po sarà po­si­ti­va­men­te in­fluen­za­to dai pros­si­mi gran­di even­ti spor­ti­vi. La cre­sci­ta del­l’oc­cu­pa­zio­ne sta ral­len­tan­do e il tasso di di­soc­cu­pa­zio­ne medio au­men­te­rà leg­ger­men­te al 2,5%.

L’e­co­no­mia mon­dia­le cre­sce mo­de­ra­ta­men­te e il vo­lu­me degli scam­bi è sta­gnan­te. Il con­flit­to com­mer­cia­le tra Stati Uniti e Cina, la que­stio­ne ir­ri­sol­ta della Bre­xit, l’in­sta­bi­li­tà in Medio Orien­te e i per­si­sten­ti pro­ble­mi strut­tu­ra­li di nu­me­ro­si Paesi ali­men­ta­no l’in­cer­tez­za. La pro­ba­bi­li­tà di sce­na­ri molto pro­ble­ma­ti­ci è cer­ta­men­te di­mi­nui­ta (un’ul­te­rio­re esca­la­tion del con­flit­to com­mer­cia­le o una Bre­xit dura), ma molte im­pre­se sono ri­lut­tan­ti ad at­tua­re in­ve­sti­men­ti a lungo ter­mi­ne. Men­tre i tassi di cre­sci­ta negli Stati Uniti re­sta­no so­li­di, l’e­vo­lu­zio­ne del­l’e­co­no­mia in Eu­ro­pa si ri­ve­la de­bo­le. La Ger­ma­nia, il cui mer­ca­to è molto im­por­tan­te per le im­pre­se espor­ta­tri­ci sviz­ze­re, re­gi­stra una cre­sci­ta nulla o quasi e la sua in­du­stria si trova per­fi­no in fase di re­ces­sio­ne. La si­tua­zio­ne è an­co­ra più ne­ga­ti­va in Ita­lia, dove l’e­co­no­mia è in una fase di stal­lo. Ma ci sono gran­di dif­fe­ren­ze al­l'in­ter­no del­l'Eu­ro­pa: la Fran­cia sta ot­te­nen­do ri­sul­ta­ti re­la­ti­va­men­te buoni, con le im­pre­se che in­ve­sto­no leg­ger­men­te di più e i con­su­mi pri­va­ti in au­men­to a se­gui­to di sgra­vi fi­sca­li e ri­for­me del mer­ca­to del la­vo­ro. Anche la Spa­gna e il Por­to­gal­lo re­gi­stra­no una cre­sci­ta su­pe­rio­re alla media. Nel com­ples­so, la cre­sci­ta eco­no­mi­ca della zona euro è stata solo dello 0,2% nel se­con­do e nel terzo tri­me­stre 2019, ben in­fe­rio­re alla cre­sci­ta re­gi­stra­ta in Sviz­ze­ra.

In Cina, il con­flit­to com­mer­cia­le con gli Stati Uniti causa danni vi­si­bi­li, anche se la cre­sci­ta del 6% ri­ma­ne so­li­da. Nel com­ples­so, la cre­sci­ta eco­no­mi­ca mon­dia­le si av­vi­ci­ne­rà nel 2019 al 3%.

L’in­cer­tez­za del clima di in­ve­sti­men­to si ri­per­cuo­te sulle espor­ta­zio­ni del­l’in­du­stria sviz­ze­ra. Con­cre­ta­men­te, l’in­du­stria sviz­ze­ra delle mac­chi­ne, degli equi­pag­gia­men­ti elet­tri­ci e dei me­tal­li, molto at­ti­va sul mer­ca­to dei beni d’in­ve­sti­men­to, è con­fron­ta­ta a un no­te­vo­le calo della do­man­da. Il 2019 è stato un anno dif­fi­ci­le anche per l’in­du­stria tes­si­le. Vi sono però anche degli svi­lup­pi ral­le­gran­ti. Le in­du­strie oro­lo­gie­ra, della tec­ni­ca me­di­ca, chi­mi­ca e far­ma­ceu­ti­ca sono an­co­ra in cre­sci­ta. Le espor­ta­zio­ni di ser­vi­zi si con­trad­di­stin­guo­no per svi­lup­pi molto ete­ro­ge­nei. Il tu­ri­smo e il set­to­re as­si­cu­ra­ti­vo re­gi­stra­no un’e­vo­lu­zio­ne po­si­ti­va, men­tre il 2019 en­tre­rà negli an­na­li come un anno dif­fi­ci­le per il set­to­re ban­ca­rio, tra l’al­tro a causa dei tassi d’in­te­res­se ne­ga­ti­vi.

L’e­co­no­mia sviz­ze­ra pro­se­gui­rà la sua cre­sci­ta nel 2020, ma que­sta sarà de­bo­le

I con­su­mi negli Stati Uniti con­ti­nue­ran­no ad au­men­ta­re nel pros­si­mo anno e i Paesi emer­gen­ti come la Cina con­ti­nue­ran­no a cre­sce­re. Una re­ces­sio­ne glo­ba­le è quin­di im­pro­ba­bi­le. Tut­ta­via, le pro­spet­ti­ve per l'in­du­stria d'e­spor­ta­zio­ne sviz­ze­ra non sono molto ral­le­gran­ti. Gli im­pul­si di cre­sci­ta pro­ve­nien­ti dal­l’e­ste­ro sono in gran parte as­sen­ti. Molte im­pre­se sono con­fron­ta­te a con­di­zio­ni dif­fi­ci­li sui mer­ca­ti in­ter­na­zio­na­li. Più un’in­du­stria è ri­vol­ta al mer­ca­to eu­ro­peo, più le pro­spet­ti­ve sono mo­de­ste. Ciò vale, ad esem­pio, per l'in­du­stria mec­ca­ni­ca, elet­tri­ca e me­tal­lur­gi­ca. Tut­ta­via, do­vrem­mo aver toc­ca­to il fondo e as­si­ste­re, nel 2020, ad una sta­bi­liz­za­zio­ne a li­vel­lo del 2019. Per nu­me­ro­se im­pre­se, una de­bo­le do­man­da in­ter­na­zio­na­le as­so­cia­ta al fran­co forte co­sti­tui­sce una pe­san­te ipo­te­ca. Nel 2020, il corso del fran­co po­treb­be tor­na­re d’at­tua­li­tà, poi­ché un forte ap­prez­za­men­to del fran­co avreb­be con­se­guen­ze ca­ta­stro­fi­che in pe­rio­di di calo degli or­di­na­ti­vi.

L’in­du­stria chi­mi­ca e far­ma­ceu­ti­ca con­ti­nua a be­ne­fi­cia­re della ten­den­za a lungo ter­mi­ne del set­to­re sa­ni­ta­rio e con­tri­bui­rà nel 2020 alla pro­gres­sio­ne glo­ba­le delle espor­ta­zio­ni sviz­ze­re. Anche il set­to­re della tec­ni­ca me­di­ca è in cre­sci­ta, ma la pos­si­bi­le per­di­ta di un ac­ces­so non di­scri­mi­na­to­rio al mer­ca­to eu­ro­peo sta fre­nan­do le pro­spet­ti­ve di svi­lup­po per il 2020. L’in­du­stria oro­lo­gie­ra è cau­ta­men­te ot­ti­mi­sta e l’in­du­stria tes­si­le do­vreb­be cre­sce­re nuo­va­men­te nel 2020. Le pro­spet­ti­ve per l’in­du­stria espor­ta­tri­ce non sono molto di­na­mi­che, pa­ral­le­la­men­te allo svi­lup­po eco­no­mi­co glo­ba­le, ma sono com­ples­si­va­men­te po­si­ti­ve.

Anche nel set­to­re dei ser­vi­zi esi­sto­no gran­di dif­fe­ren­ze. Il fu­tu­ro della piaz­za fi­nan­zia­ria sem­bra mi­glio­re, poi­ché il set­to­re ban­ca­rio non do­vreb­be con­trar­si ul­te­rior­men­te nel 2020. Tut­ta­via, il con­te­sto di tassi d'in­te­res­se bassi sta pe­san­do e raf­for­zan­do il cam­bia­men­to strut­tu­ra­le gui­da­to dalle in­no­va­zio­ni tec­no­lo­gi­che. Il set­to­re al­ber­ghie­ro e, in mi­su­ra mi­no­re, la ri­sto­ra­zio­ne sono re­la­ti­va­men­te fi­du­cio­si per il pros­si­mo anno, anche se la cre­sci­ta sarà pro­ba­bil­men­te in­fe­rio­re a quel­la del 2019.

Eco­no­mia in­ter­na sta­bi­le, ral­len­ta­men­to nel­l’e­di­li­zia

L’e­co­no­mia in­ter­na cre­sce poco, ma è glo­bal­men­te sta­bi­le con im­por­tan­ti dif­fe­ren­ze da un set­to­re al­l’al­tro. Il com­mer­cio e i tra­spor­ti (avia­zio­ne, fer­ro­via) po­tran­no leg­ger­men­te au­men­ta­re il loro va­lo­re ag­giun­to. La forte ten­den­za al­l’e­let­tri­fi­ca­zio­ne delle auto pe­se­rà sugli ac­qui­sti di vei­co­li nuovi, poi­ché nu­me­ro­si con­su­ma­to­ri at­ten­do­no prima di cam­bia­re l’au­to. I rami delle tec­no­lo­gie del­l’in­for­ma­zio­ne e della co­mu­ni­ca­zio­ne, della con­su­len­za e della sa­ni­tà, ba­sa­ti prio­ri­ta­ria­men­te sul mer­ca­to in­ter­no, re­gi­stra­no una cre­sci­ta su­pe­rio­re alla media. Il set­to­re as­si­cu­ra­ti­vo evol­ve pa­ral­le­la­men­te alla si­tua­zio­ne eco­no­mi­ca ge­ne­ra­le. Nel set­to­re della co­stru­zio­ne, gli im­pul­si di cre­sci­ta pro­ver­ran­no nel 2020 dal genio ci­vi­le. Nel­l’e­di­li­zia, l'au­men­to dei posti va­can­ti e il fatto che al­cu­ni gran­di pro­get­ti sono an­co­ra in fase di ap­pro­va­zio­ne stan­no cau­san­do un certo ral­len­ta­men­to. Tut­ta­via, la co­stru­zio­ne sarà in grado di man­te­ne­re l'e­le­va­to li­vel­lo di va­lo­re ag­giun­to com­ples­si­vo. L'in­du­stria delle te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, dei media e della stam­pa è an­co­ra in fase di tra­sfor­ma­zio­ne strut­tu­ra­le.

eco­no­mie­suis­se si at­ten­de per il 2020 una cre­sci­ta del pro­dot­to in­ter­no lordo del­l’1,2%, in ter­mi­ni reali, con­tro lo 0,9% per que­st’an­no. I gran­di even­ti spor­ti­vi pre­vi­sti l’an­no pros­si­mo (cam­pio­na­ti eu­ro­pei di cal­cio, Gio­chi olim­pi­ci esti­vi) ma­sche­re­ran­no il fatto che la cre­sci­ta sarà in real­tà in­fe­rio­re a quel­la del 2019. La fra­gi­le cre­sci­ta ma­croe­co­no­mi­ca sta fa­cen­do ral­len­ta­re l’au­men­to del­l'oc­cu­pa­zio­ne e il tasso di di­soc­cu­pa­zio­ne che nel 2020 sa­li­rà leg­ger­men­te a una media annua del 2,5%. Anche le im­pre­se di espor­ta­zio­ne ri­cor­re­ran­no sem­pre più spes­so al la­vo­ro a tempo ri­dot­to.

Il rin­ca­ro è vi­ci­no allo zero e l’au­men­to dei tassi di in­te­res­se non è da pre­ve­de­re a breve ter­mi­ne

Il fra­gi­le svi­lup­po ma­croe­co­no­mi­co non crea al­cu­na pres­sio­ne in­fla­zio­ni­sti­ca. Il tasso di in­fla­zio­ne scen­de­rà ul­te­rior­men­te allo 0,3%. Tut­ta­via, que­sto an­da­men­to dei prez­zi si­gni­fi­ca che il tasso di cam­bio ri­mar­rà più o meno co­stan­te. Un au­men­to dei tassi di in­te­res­se non è da pre­ve­de­re a breve ter­mi­ne. A fine 2018, i mem­bri di eco­no­mie­suis­se si at­ten­de­va­no an­co­ra un au­men­to dei tassi entro do­di­ci mesi, ossia entro la fine del 2019. Que­ste aspet­ta­ti­ve non si sono ve­ri­fi­ca­te. Con­si­de­ra­ta la po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria della Banca cen­tra­le eu­ro­pea, si parte ora dal prin­ci­pio che i tassi di in­te­res­se in Sviz­ze­ra non au­men­te­ran­no nei pros­si­mi due anni.

I ri­schi con­giun­tu­ra­li ne­ga­ti­vi re­sta­no im­por­tan­ti, ma non sono esclu­si dei mi­glio­ra­men­ti

I ri­schi ne­ga­ti­vi ri­mar­ran­no con­si­de­re­vo­li nel 2020. Nu­me­ro­si Stati non hanno be­ne­fi­cia­to del pe­rio­do di po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria ultra-espan­si­va per eli­mi­na­re dei pro­ble­mi strut­tu­ra­li. Al con­tra­rio, il loro in­de­bi­ta­men­to è cre­sciu­to. Gra­zie alla po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria ultra-espan­si­va delle ban­che cen­tra­li, gli Stati pos­so­no con­trar­re pre­sti­ti a basso costo. In si­mi­li con­di­zio­ni, essi svi­lup­pa­no le loro at­ti­vi­tà. Da no­ta­re che que­sto per­met­te alle im­pre­se di ri­ma­ne­re sul mer­ca­to, men­tre non avreb­be­ro re­si­sti­to con tassi d’in­te­res­se nor­ma­li. A ciò va ag­giun­to che nu­me­ro­se im­pre­se in tutto il mondo hanno be­ne­fi­cia­to dei tassi bassi per lan­cia­re pro­gram­mi di riac­qui­sto di azio­ni. Il de­na­ro a basso costo ali­men­ta i ti­to­li sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri. La po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria ultra-espan­si­va oscu­ra i pro­ble­mi strut­tu­ra­li di fondo.

In un tale con­te­sto, un even­to unico po­treb­be in­ne­sca­re un ef­fet­to do­mi­no. Un crash in borsa po­treb­be così es­se­re il se­gna­le ne­ga­ti­vo che, come in oc­ca­sio­ne del fal­li­men­to nel 2008 di Leh­man Bro­thers, scuo­te la fi­du­cia degli at­to­ri del mer­ca­to e fa pre­ci­pi­ta­re l’e­co­no­mia in una spi­ra­le ne­ga­ti­va. Un’im­prov­vi­sa esca­la­tion dei con­flit­ti com­mer­cia­li o un cam­bio della po­li­ti­ca in Ita­lia, com­pre­sa l’u­sci­ta dal­l’UE, po­treb­be­ro por­ta­re scom­pen­si al­l’e­co­no­mia. È anche pos­si­bi­le che un unico even­to in­fluen­zi po­si­ti­va­men­te l’at­tua­le si­tua­zio­ne fra­gi­le. Così, la ri­so­lu­zio­ne del con­flit­to com­mer­cia­le ri­da­reb­be fi­du­cia alle im­pre­se che au­men­te­reb­be­ro i loro in­ve­sti­men­ti.

  Previsioni concernenti l’evoluzione dei conti nazionali

 

Ipotesi esogene