# 17 / 2019
09.12.2019

Iniziativa popolare «Più abitazioni a prezzi accessibili»: inutile e controproducente

L’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili», sulla quale il popolo svizzero dovrà pronunciarsi nel mese di febbraio 2020, chiede un intervento massiccio dello Stato sul mercato dell’alloggio in tutto il Paese. In futuro, almeno il 10% delle abitazioni di nuova edificazione dovrebbero essere di proprietà di committenti di immobili di utilità pubblica. A tale scopo, il progetto prevede la possibilità per i Cantoni e i Comuni di introdurre un diritto di prelazione. L’economia si oppone chiaramente a questo massiccio intervento in un mercato che globalmente funziona piuttosto bene.

L’essenziale in breve

L’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili» dell’Associazione svizzera degli inquilini (ASI) chiede che almeno il 10% delle abitazioni di nuova edificazione sia di proprietà di committenti di immobili di utilità pubblica. L’iniziativa chiede inoltre che sia concesso ai Cantoni e ai Comuni un diritto di prelazione e che le misure di risanamento energetico non comportino la perdita di abitazioni a pigione moderata.

Questa iniziativa implica un intervento massiccio dello Stato sul mercato immobiliare. L’offerta di abitazioni dovrebbe essere fornita principalmente dal settore privato sulla base dei criteri dell’economia di mercato e non da interventi dirigisti dello Stato con quote rigide. Anche il diritto di prelazione per Cantoni e Comuni dev’essere respinto. Questo attribuirebbe al settore pubblico un vantaggio ingiusto rispetto agli altri attori del mercato. Gli effetti della distorsione del mercato sono dannosi, in particolare poiché penalizzerebbero l’investimento privato; si costruirebbe così di meno e il prezzo degli affitti aumenterebbe. Inoltre, la promozione degli alloggi di pubblica utilità non è un compito della Confederazione, ma dipende dalla competenza dei Cantoni e dei Comuni.

Posizione di economiesuisse

  • economiesuisse respinge fermamente questa iniziativa. Si tratta di un’ingerenza irresponsabile nella garanzia del diritto di proprietà e in un mercato dell’alloggio che funziona globalmente bene.
  • Una quota rigida per tutta la Svizzera non risolverebbe i problemi esistenti in alcuni agglomerati, ma comporterebbe soprattutto notevoli oneri amministrativi.
  • L’iniziativa non considera la tradizione federalista svizzera ampiamente sperimentata che consiste nel lasciare la gestione della politica dell’alloggio ai Cantoni e ai Comuni.
  • L’iniziativa ha effetti collaterali negativi: essa comporta una riduzione dell’offerta di alloggi e affitti più elevati, in parte poiché la costruzione potrebbe essere rallentata.