# 5 / 2022
07.06.2022

Riforma AVS 21: stabilizzare oggi le rendite di domani

Il progetto nel dettaglio

La riforma AVS 21 si compone di due tappe giuridicamente legate tra loro dal Parlamento. La prima concerne l’armonizzazione dell’età di riferimento con misure di compensazione e di accompagnamento, la seconda il finanziamento aggiuntivo grazie all’IVA. Le conseguenze finanziarie delle misure presentate di seguito si riferiscono all’anno 2030.

Tappa 1: Modifica della legge sull’AVS

  • Armonizzazione dell’età di riferimento: l’età di riferimento delle donne sarà allineata a quella degli uomini e, per questo, portata da 64 a 65 anni a tappe (tre mesi all’anno), un anno dopo l’entrata in vigore della riforma. Questa misura permetterà uno sgravio lordo di circa 1,4 miliardi di franchi.
  • Misure di compensazione per le donne interessate: per attenuare questo «cambiamento dei piani di vita», la generazione transitoria delle donne (nove anni) toccate dall’armonizzazione dell’età di riferimento beneficerà di ampie misure di compensazione. Combinando supplementi di rendita generali, tassi di anticipo favorevoli e la possibilità di anticipare la rendita, le misure costeranno circa 530 milioni di franchi.
  • Eccezione per le prestazioni complementari: i supplementi di rendita non conteranno come redditi determinanti per il calcolo delle prestazioni complementari (PC). Se conteggiati i contributi supplementari, questa misura senza incidenza finanziaria sulla riforma AVS21, avrebbe permesso di ridurre le PC di 110 milioni di franchi.
  • Pensionamento flessibile: l’attuale «età ordinaria della pensione» sarà sostituita dalla possibilità di percepire la rendita in maniera più flessibile e su un periodo più lungo. «L’età di riferimento» è unicamente fissata a scopi di unificazione dei tassi. Queste misure comporteranno certo dei costi supplementari di 130 milioni di franchi (i tassi abituali restano basati su una speranza di vita che non è stata aggiornata), ma rispondono ad un bisogno di maggiore flessibilità.
  • Incitamento a proseguire l’attività lucrativa: la franchigia attuale di 1'400 franchi al mese diventerà facoltativa. Le persone che continueranno a lavorare dopo l’età di riferimento potranno contribuire all’AVS anche su piccoli salari percepiti e migliorare così la loro rendita.
  • Termine d’attesa in vista di un assegno per grandi invalidi: questo termine d’attesa sarà ridotto a sei mesi (attualmente un anno). Esso serve a garantire che l’assegno per grandi invalidi sia concesso o adeguato unicamente dopo costatazione di cambiamenti persistenti nello stato di salute. Questa misura comporterà oneri aggiuntivi per 80 milioni di franchi.

Tappa 2: Modifica della Costituzione legata all’aumento dell’IVA

  • Aumento dell’IVA: oltre alle misure strutturali, la riforma comporta anche un aspetto finanziario. L’aliquota normale dell’IVA sarà aumentata di 0,4 punti, senza limitazione di durata; il tasso ridotto e il tasso speciale per le prestazioni dell’industria alberghiera saranno aumentati di 0,1 punti ciascuno. Questo finanziamento aggiuntivo genererà entrate supplementari per l’AVS per circa 1,4 miliardi di franchi.

Se la riforma verrà accettata dal popolo nel settembre 2022, entrerà probabilmente in vigore nel 2024. In questo modo, il risultato di ripartizione dell’AVS potrà essere stabilizzato per qualche anno.

Le due tappe della riforma derivano da due decreti distinti. Dal momento che l’aumento dell’IVA richiede una modifica della Costituzione, esso dev’essere sottoposto al voto del popolo e dei Cantoni. La prima parte del progetto, ossia le modifiche della legge sull’AVS, è sottoposta a referendum facoltativo che nel frattempo è riuscito. La votazione popolare concernerà dunque le due tappe, ma sotto forma di oggetti distinti.

Il mandato concernente la prossima riforma dell’AVS (mozione 21.3462), adottato dalle Camere e che incarica il Consiglio federale di sottoporre entro la fine del 2026 un progetto di stabilizzazione dell’AVS per il periodo che va dal 2030 al 2040, è strettamente legato al progetto AVS 21, ma non ne fa parte. La risoluzione separata garantisce che venga trovata una soluzione che si colleghi perfettamente all'AVS 21 e protegga l'AVS a partire dal 2029.

Una riforma equilibrata

L’Unione Sindacale Svizzera, sostenuta dal PS e dai Verdi, ha lanciato un referendum contro il progetto di legge sull’AVS (1a parte del progetto). La Sinistra basa principalmente la sua opposizione sull’armonizzazione dell’età di pensionamento delle donne. Essa argomenta che questa riforma comporterebbe una riduzione delle rendite per le donne. Tuttavia, questo rimprovero non resiste ad un esame dei fatti.

Rendite più elevate grazie all’armonizzazione dell’età di riferimento

Per la maggior parte delle donne, l’armonizzazione dell’età di pensionamento (associata alle misure di compensazione) si tradurrebbe in un miglioramento delle rendite. Di fatto, l’anno d’attività supplementare aumenta non solo i contributi al 1o pilastro (AVS), ma anche quelli al 2o pilastro (previdenza professionale), ciò che comporta in generale un aumento delle rendite. A ciò vanno aggiunti i redditi guadagnati grazie al prolungamento dell’attività professionale. Le donne della generazione transitoria di nove anni beneficerebbero inoltre di misure di compensazione per un valore di oltre 530 milioni di franchi – ogni anno e per tutta la vita.

In concreto, le donne delle prime 9 classi di età beneficeranno di supplementi che aumenteranno la loro rendita di vecchiaia fino al 13%. Inoltre, in caso di pensione anticipata saranno applicati tassi di riduzione ridotti. Questi ultimi sono ripartiti in modo che soltanto le donne con un reddito relativamente elevato siano meno favorite se ricevono la loro pensione in anticipo. Contrariamente a quanto affermano gli oppositori alla riforma, l’armonizzazione dell’età di riferimento ha un effetto positivo per la maggior parte delle classi d’età interessate o, nel peggiore dei casi, nessun impatto sull’ammontare della rendita di vecchiaia.

Parità dei sessi anche nell’AVS

Gli oppositori alla riforma non criticano solo l’armonizzazione dell’età di riferimento, che ritengono come uno «smantellamento delle rendite», ma più in generale la cosiddetta discriminazione delle donne nell’AVS. Secondo la statistica delle nuove rendite dell’Ufficio federale di statistica (UST), è vero che le donne ricevono mediamente rendite di vecchiaia inferiori a quelle degli uomini, ma la differenza concerne quasi esclusivamente la previdenza professionale (2o pilastro). Il progetto distinto di riforma della LPP mira proprio a colmare questi divari di rendita tra i sessi.

Nell’AVS, è stato appurato che non esiste disparità di trattamento sistematica delle donne. Grazie allo splitting tra coniugi, agli assegni per compiti educativi e ai supplementi per le vedove, le rendite del primo pilastro sono praticamente identiche per le donne e gli uomini. Le differenze nel percorso professionale (impieghi a tempo parziale, impieghi multipli, interruzioni dell’attività professionale) sono così compensate. Durante gli anni che precedono la pensione, le donne non sono più toccate dalla disoccupazione o da problemi di salute come gli uomini. Il Consiglio federale ha inoltre adottato un pacchetto di misure per migliorare l’occupabilità dei lavoratori anziani e previsto prestazioni transitorie.

Inoltre, le donne hanno una speranza di vita (nettamente) più lunga degli uomini e percepiscono dunque prestazioni di vecchiaia più a lungo. Infine, l’età di riferimento unica è un imperativo di parità di trattamento che sarebbe dovuto essere soddisfatto da tempo. Gli argomenti avanzati dalla Sinistra contro l’armonizzazione dell’età di riferimento hanno un carattere puramente ideologico.

Un contributo importante dei consumatori

Da un punto di vista finanziario, l’armonizzazione dell’età di riferimento non rappresenta il principale elemento della riforma. Se si tiene conto delle misure di compensazione, l’AVS sarà sgravata di 887 milioni di franchi. Con le altre misure prese nell’ambito dell’AVS, lo sgravio netto per l’AVS raggiungerà in totale i 661 milioni di franchi.

L’aumento dell’IVA di 0,4 punti percentuali frutta un po’ più di 1,4 miliardi di franchi, ciò che rappresenta uno sgravio nettamente più importante per l’AVS. Oltre alle donne, che forniscono un prezioso contributo grazie all’armonizzazione dell’età di pensionamento per i due generi, sono soprattutto le giovani consumatrici e i giovani consumatori che contribuiscono al finanziamento a lungo termine dell’AVS. Certo, anche le classi d’età vicine alla pensione nonché i pensionati pagano l’IVA, ma i giovani dovranno sopportare questo onere supplementare molto più a lungo. Occorre anche considerare il fatto che le famiglie non sono toccate nella stessa maniera da un aumento dell’IVA. Siccome le famiglie con redditi bassi destinano una gran parte del loro reddito al consumo, esse saranno colpite maggiormente da un aumento dell’IVA rispetto alle famiglie con redditi elevati. Ogni aumento deve dunque essere accuratamente soppesato.

Equità intergenerazionale e sostenibilità

Misure di risanamento dell’AVS basate esclusivamente sul finanziamento rimettono fondamentalmente in discussione l’equità tra generazioni e la sostenibilità sociale. Quando il contratto tra generazioni per l’AVS è stato concluso nel 1948, il mondo era radicalmente diverso. Dal momento che da allora questa istituzione sociale non è stata adeguata agli sviluppi demografici, il sistema di ripartizione si basa oggi su strutture demografiche obsolete. Ne derivano promesse di prestazioni non finanziate per un ammontare superiore a 900 miliardi di franchi. Questo importo corrisponde alla creazione di valore dell’economia svizzera di una quindicina di mesi. La lacuna di finanziamento sarebbe ancora più importante in caso di rifiuto del progetto AVS 21. Queste dimensioni finanziarie colossali, che trovano la loro origine al di fuori del contratto tra generazioni, mostrano che la questione della sostenibilità a lungo termine dell’AVS è più generalmente della previdenza vecchiaia non può essere semplicemente rinviata e lasciata alle generazioni future. Queste ultime saranno già fortemente sollecitate dalle sfide da affrontare nell’ambito della salute, delle cure, dell’ambiente e dell’energia.