# 06 / 2019
11.02.2019

La politica agricola spiegata in dieci punti

Come funziona la protezione doganale?

La protezione doganale agricola si basa su due tipi di strumenti, i dazi doganali e i contingenti. I dazi doganali devono essere pagati alla frontiera. Essi rincarano il prezzo delle merci importate. I contingenti costituiscono dal canto loro una limitazione quantitativa. Soltanto una certa quantità è ammessa all’importazione. Nell’ambito dei contingenti, i dazi da pagare da parte dell’importatore sono modici per non dire nulli. Al di fuori dei contingenti, i dazi doganali applicabili sono nettamente più elevati. Sia i contingenti sia i dazi doganali hanno lo scopo di proteggere la produzione indigena dalla concorrenza estera.

Contingenti

L’art. 22 della legge sull’agricoltura definisce sei procedure per la ripartizione dei contingenti tariffari. Esse sono:

Tabelle

Dazi doganali

In Svizzera, i dazi doganali all’importazione prelevati sui prodotti agricoli hanno raggiunto nel 2017 mediamente il 35,2%. Si tratta di un tasso molto elevato nel confronto internazionale; soltanto l’Egitto, la Corea del Sud, la Turchia, il Bhutan e la Norvegia praticano tassi più elevati. Il tasso medio di dazi doganali relativo ai prodotti agricoli è del 10,8% nell’UE e del 5,3% negli Stati Uniti.

Grafico 6

Dazi doganali medi sui prodotti agricoli importati

I dazi medi più elevati effettivamente applicati sono quelli percepiti sui prodotti lattieri e i prodotti animali e si stabiliscono a rispettivamente il 154,4% e il 113,5% (cf. grafico 7). I tassi massimi sono talvolta estremamente elevati, come testimoniano i dazi doganali di oltre il 1800% prelevati su alcuni prodotti animali. L’obiettivo di tali dazi doganali è quello di impedire completamente le importazioni e di conseguenza non sono mai applicati. Per questo la tariffa doganale media indicata nel grafico 5 e nel 7 non equivale al volume totale dei beni sui quali si applica la protezione doganale, bensì al volume dei prodotti effettivamente importati.

In Svizzera, il tasso di dazi doganali applicato su un prodotto dipende dalla concorrenza che quest’ultimo esercita sulla produzione indigena. Quando esiste concorrenza, i dazi doganali sono elevati, mentre se i prodotti importati non sono praticamente fabbricati in Svizzera, essi sono soggetti a dazi molto bassi. Per questa ragione i prodotti quali cotone, pesce e prodotti della pesca sono soggetti a tassi inferiori all’1%.

Grafico 7

Tariffe doganali medie (tassi NPF medi), tariffe doganali massime e quota delle importazioni esenti dai dazi doganali

Categorie doganali

I dazi doganali applicati in Svizzera possono essere classificati in tre categorie: i dazi variabili, i dazi stagionali e i dazi applicabili ai prodotti trasformati.

I dazi variabili servono a fissare il prezzo di un bene importato. Se il prezzo di quest’ultimo cala, il dazio aumenta affinché il prezzo del bene sul mercato svizzero resti invariato. Il calcolo dei dazi variabili che si applicano ai prodotti importati passa dalla determinazione di un prezzo d’importazione indicativo. Questo prezzo indicativo corrisponde al prezzo che il prodotto importato deve infine costare. Il dazio variabile è fissato in modo che il prezzo auspicato sia raggiunto. Esso corrisponde dunque alla differenza tra il prezzo indicativo e il prezzo del mercato mondiale. La tariffa doganale è generalmente rivista e adeguata su base mensile.

Le tariffe stagionali sono applicate ai prodotti agricoli delle seguenti categorie: frutta fresca, legumi freschi e fiori recisi. Essi sono utilizzati in combinazione con i dazi sui contingenti. Esistono due tassi di dazi doganali: il tasso del contingente e il tasso fuori contingente. Quando questi si applicano nei limiti del contingente definito, le importazioni sono sottoposte a un dazio d’entrata ridotto, il tasso del contingente. Ma se i contingenti sono esauriti, viene generalmente prelevato un tasso proibitivo – il tasso fuori contingente. Il tasso del contingente medio per i prodotti lattieri, ad esempio, è del 10,2%, mentre il tasso fuori contingente medio supera ampiamente il 100%. I dazi esatti dipendono da diversi sottoprodotti e dal loro contingentamento.

Le varie tariffe doganali e contingenti sono applicate in funzione della situazione presente sul mercato:

  • Al di fuori del periodo del raccolto, nessun contingente. L’importazione è dunque possibile senza restrizioni al tasso (limitato) del contingente.
  • Durante la stagione, non viene liberato nessun contingente fintanto che il raccolto indigeno è sufficiente per coprire la domanda in Svizzera. Le importazioni sono possibili al tasso fuori contingente, molto superiore.
  • Se, durante la stagione, la produzione indigena non permette di rispondere alla domanda, vengono liberati dei contingenti. La merce che rientra in questi contingenti può essere importata al tasso del contingente.

I grossisti che importano merci fuori stagione e la immagazzinano per smerciarla sul mercato durante la stagione costituiscono un caso a parte. Essi devono sobbarcarsi la differenza dei dazi d’entrata o far dedurre la merce dai loro contingenti.

L’importazione di prodotti agricoli trasformati è resa più cara dai dazi doganali. Questi ultimi perseguono due obiettivi. Innanzitutto, evitare che la protezione doganale che si applica alle materie prime agricole non sia accompagnata da un aumento delle importazioni di prodotti agricoli trasformati (protezione agricola). E in seguito, compensare l’handicap in materia di prezzi di cui soffre l’industria alimentare svizzera a causa dell’utilizzo delle materie prime e della politica agricola in materia (protezione industriale). Questi dazi d’entrata proteggono dunque anche la lavorazione in Svizzera. Essi si compongono di una parte variabile e di una parte fissa. La parte variabile, detta di protezione agricola, tiene conto della differenza tra prezzi svizzeri e prezzi sul mercato europeo o mondiale delle relative materie prime. La parte fissa, detta di protezione industriale, protegge l’industria indigena dalla concorrenza estera. Il caffè non torrefatto è generalmente sottoposto ad un dazio d’entrata. Per un produttore agricolo all’estero, non è dunque interessante trasformare la propria materia prima. L’importazione di cioccolato o di biscotti provenienti dagli Stati dell’UE, per contro, è sottoposta alla sola protezione agricola, non essendo applicata in tal caso la protezione industriale. Per quanto concerne gli Stati terzi con i quali non è stato concluso nessun accordo di libero scambio, la protezione agricola delle derrate alimentari trasformate supera di molto la protezione industriale.

Sgravi per il traffico di merci dell’industria alimentare

Quando una merce è perfezionata in un altro Paese prima di riattraversare la frontiera, si parla di traffico di perfezionamento passivo o attivo. I tassi dei dazi doganali in vigore non sono allora gli stessi che per l’importazione o l’esportazione.

Nell'ambito del regime di perfezionamento passivo, i prodotti sono temporaneamente esportati all'estero per essere trasformati, riparati e successivamente reimportati. In questo caso, le merci perfezionate possono essere reimportate esenti da dazi doganali o al beneficio di un tasso ridotto, questo traffico è sottoposto ad autorizzazione. Il traffico di perfezionamento attivo consiste al contrario ad importare temporaneamente delle merci per trasformarle, finalizzarle o ripararle, in seguito riesportarle. Le merci sono allora importate esenti da dazi o con un diritto al rimborso dei dazi doganali. Anche un esonero dell’IVA è possibile. Questi sgravi servono in particolare a compensare la protezione doganale relativa alle materie prime agricole.