No ca­te­go­ri­co al­l’i­ni­zia­ti­va con­cer­nen­te l’im­po­sta sulle suc­ces­sio­ni – vo­ta­zio­ne nel mese di giu­gno 2015

Dopo il Con­si­glio fe­de­ra­le, anche il Par­la­men­to rac­co­man­da di re­spin­ge­re l’i­ni­zia­ti­va re­la­ti­va al­l’im­po­sta sulle suc­ces­sio­ni. Que­sto pro­get­to sfa­vo­re­vo­le alle im­pre­se fa­mi­lia­ri può ora es­se­re posto in vo­ta­zio­ne po­po­la­re. Tutta l’e­co­no­mia lo com­bat­te­rà con fer­mez­za.
​Il Con­si­glio na­zio­na­le e il Con­si­glio degli Stati hanno si op­pon­go­no ca­te­go­ri­ca­men­te al­l’in­tro­du­zio­ne di un’im­po­sta na­zio­na­le sulle suc­ces­sio­ni. L’i­ni­zia­ti­va può ora es­se­re messa in vo­ta­zio­ne e lo sarà pro­ba­bil­men­te nel mese di giu­gno 2015. eco­no­mie­suis­se so­ste­ne­va un ra­pi­do esame di que­sto testo, per ri­sta­bi­li­re la cer­tez­za giu­ri­di­ca di cui le im­pre­se sviz­ze­re hanno bi­so­gno. Il testo del­l’i­ni­zia­ti­va la­scia molte que­stio­ni in so­spe­so, ra­gio­ne per la quale il Par­la­men­to do­vreb­be, in caso d’ac­cet­ta­zio­ne, ela­bo­ra­re una legge d’ap­pli­ca­zio­ne. Tra­scor­re­reb­be­ro anni prima che que­st’ul­ti­ma sia pron­ta. Oc­cor­re ri­fiu­ta­re l’i­ni­zia­ti­va, non fosse che per il lungo pe­rio­do d’in­cer­tez­za e del­l’ef­fet­to re­troat­ti­vo pre­vi­sto per le do­na­zio­ni.

L’e­co­no­mia nel suo in­sie­me com­bat­te­rà il pro­get­to con fer­mez­za. L’i­ni­zia­ti­va com­pli­che­reb­be in­fat­ti la suc­ces­sio­ne delle im­pre­se fa­mi­lia­ri. De­ci­ne di mi­glia­ia di im­pre­se fa­mi­lia­ri – e, di con­se­guen­za, gli im­pie­ghi che esse of­fro­no – sono mi­nac­cia­te nella loro esi­sten­za. In ef­fet­ti, se gli eredi de­vo­no de­sti­na­re il 20% del va­lo­re di un’im­pre­sa (sopra la so­glia di esen­zio­ne) al pa­ga­men­to di que­sta im­po­sta, que­ste ri­sor­se man­che­reb­be­ro per altri com­pi­ti. Se man­ca­no le li­qui­di­tà, gli eredi do­vran­no ri­cor­re­re a dei pre­sti­ti o ven­de­re delle quote del­l’im­pre­sa, a sca­pi­to degli in­ve­sti­men­ti ne­ces­sa­ri ad esem­pio per l’in­no­va­zio­ne, e sca­pi­to dei posti di la­vo­ro. Il pro­get­to ge­ne­re­reb­be solo dei per­den­ti.

No­no­stan­te il suo ti­to­lo se­du­cen­te, il pro­get­to non pro­po­ne nes­su­na so­lu­zio­ne du­re­vo­le per l’AVS. Le en­tra­te ge­ne­ra­te gra­zie al­l’i­ni­zia­ti­va non per­met­te­reb­be­ro di col­ma­re le la­cu­ne di fi­nan­zia­men­to che si pro­fi­la­no. Ser­vo­no in ogni caso altre mi­su­re. L’AVS è con­fron­ta­ta a pro­ble­mi strut­tu­ra­li che de­vo­no es­se­re ri­sol­ti me­dian­te una ri­for­ma pro­fon­da. L’e­co­no­mia con­ti­nue­rà a que­sto pro­po­si­to a pro­muo­ve­re il con­cet­to co­strut­ti­vo e pro­met­ten­te che ha ela­bo­ra­to.

In­fi­ne, l’i­ni­zia­ti­va col­pi­sce il fe­de­ra­li­smo. I can­to­ni sa­reb­be­ro pri­va­ti di una com­pe­ten­za fi­sca­le che ver­reb­be tra­sfe­ri­ta alla Con­fe­de­ra­zio­ne. La mag­gio­ran­za dei can­to­ni hanno abo­li­to, in vo­ta­zio­ne po­po­la­re, l’im­po­sta sulle suc­ces­sio­ni per i di­scen­den­ti di­ret­ti. L’i­ni­zia­ti­va la rein­tro­du­ce senza ra-gione. I can­to­ni e i loro cit­ta­di­ni de­vo­no poter de­ci­de­re li­be­ra­men­te se de­si­de­ra­no far pa­ga­re un’im­po­sta sulle suc­ces­sio­ni e se­con­do quali mo­da­li­tà. La Con­fe­de­ra­zio­ne non deve im­mi­schiar­si in que­sta que­stio­ne. L’i­ni­zia­ti­va me­ri­ta un netto ri­fiu­to alle urne.