Erdölpumpe

L’e­co­no­mia sviz­ze­ra so­stie­ne la ri­pre­sa ra­pi­da del sesto pac­chet­to di san­zio­ni

L’UE ha re­cen­te­men­te de­ci­so di vie­ta­re le im­por­ta­zio­ni di pe­tro­lio russo e di adot­ta­re nuove san­zio­ni con­tro la Rus­sia. Il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­ci­so di ri­pren­de­re ra­pi­da­men­te que­ste mi­su­re. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci so­sten­go­no que­sta de­ci­sio­ne.

Il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­ci­so, lo scor­so 10 giu­gno, di ri­pren­de­re il sesto pac­chet­to di san­zio­ni del­l’UE nei con­fron­ti della Rus­sia. Dopo l’i­ni­zio della guer­ra, la Sviz­ze­ra ha così so­ste­nu­to con ri­go­re le san­zio­ni del­l’UE in quan­to mem­bro di una co­mu­ni­tà in­ter­na­zio­na­le di va­lo­ri. L’e­co­no­mia sviz­ze­ra so­stie­ne que­sta pro­ce­du­ra e ap­pli­ca stret­ta­men­te le mi­su­re adot­ta­te fi­no­ra.

Pe­tro­lio nel mi­ri­no

Il sesto pac­chet­to di san­zio­ni del­l’UE verte in­nan­zi­tut­to su un em­bar­go con­cer­nen­te il pe­tro­lio russo. L’ac­qui­sto, l’im­por­ta­zio­ne o il tra­sfe­ri­men­to di pe­tro­lio lordo e di al­cu­ni pro­dot­ti pe­tro­li­fe­ri dalla Rus­sia verso l’UE sa­ran­no pro­gres­si­va­men­te vie­ta­ti. In Sviz­ze­ra, il Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le del­l’e­co­no­mia, della for­ma­zio­ne e della ri­cer­ca (DEFR) è in­ca­ri­ca­to di adat­ta­re l’or­di­nan­za sulle mi­su­re le­ga­te alla si­tua­zio­ne in Ucrai­na. L’am­mi­ni­stra­zio­ne fe­de­ra­le deve inol­tre esa­mi­na­re le con­se­guen­ze che po­treb­be avere per la Sviz­ze­ra la ri­pre­sa del­l’em­bar­go sul pe­tro­lio. Dal mo­men­to che sol­tan­to lo 0,3% delle im­por­ta­zio­ni di pe­tro­lio pro­ve­ni­va­no in pas­sa­to dalla Rus­sia, l’e­co­no­mia si at­ten­de che l’em­bar­go non toc­chi di­ret­ta­men­te l’ap­prov­vi­gio­na­men­to di pe­tro­lio della Sviz­ze­ra.

Altri aspet­ti im­por­tan­ti delle mi­su­re de­ci­se dal Con­si­glio fe­de­ra­le sono stati adat­ta­ti dal DEFR nel­l’am­bi­to delle sue com­pe­ten­ze. Que­sti adat­ta­men­ti com­pren­do­no un’e­sten­sio­ne del di­vie­to di uti­liz­za­re il si­ste­ma SWIFT ad altre ban­che russe e una lista al­lar­ga­ta di per­so­ne ed en­ti­tà alle quali vanno ap­pli­ca­te le re­stri­zio­ni al­l’e­spor­ta­zio­ne di beni e tec­no­lo­gie a dop­pio uso.

Le san­zio­ni eco­no­mi­che della Sviz­ze­ra de­vo­no ri­ma­ne­re coor­di­na­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le

La de­ci­sio­ne presa oggi dal Go­ver­no è ri­ve­la­tri­ce del fatto che le mi­su­re adot­ta­te dalla Sviz­ze­ra in re­la­zio­ne alle san­zio­ni eco­no­mi­che sono og­get­to di una vasta con­cer­ta­zio­ne in­ter­na­zio­na­le. Per con­tro, san­zio­ni prese da un unico paese e dun­que non coor­di­na­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, avreb­be­ro – nel mi­glio­re dei casi – solo un im­pat­to estre­ma­men­te li­mi­ta­to. Esse pos­so­no tut­ta­via com­por­ta­re forti rea­zio­ni da parte del re­gi­me in­te­res­sa­to. Paese neu­tro do­ta­to di un’e­co­no­mia for­te­men­te in­ter­con­nes­sa a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, la Sviz­ze­ra è molto espo­sta nel nuovo con­te­sto geo­po­li­ti­co. Se­con­do eco­no­mie­suis­se, san­zio­ni iso­la­te da parte della Sviz­ze­ra non pro­dur­reb­be­ro così l’ef­fet­to spe­ra­to.