Per garantire il futuro dell’agricoltura
Nel settore agricolo le innovazioni faticano parecchio ad imporsi. Alla fine del XIXo secolo, la meccanizzazione delle attività agricole aveva permesso di aumentare fortemente la produttività del settore. Oggi, l’attuazione di miglioramenti che potrebbero anche essere importanti, incontra grandi resistenze. Da una parte, vengono trascurate le opportunità di esportazione, mentre dall’altra, vengono rifiutati progressi scientifici fondamentali in materia di lotta contro le malattie e questo per ragioni morali.
Emmi è un caso esemplare. Le cifre per l’esercizio 2012 di questa società che trasforma il latte mostrano i vantaggi di un orientamento internazionale per l’industria agroalimentare. La cifra d’affari per la Svizzera ha accusato una diminuzione, mentre il fatturato estero è stato nettamente più dinamico. Il gruppo svizzero realizza ormai quasi il 40% della propria cifra d’affari all’estero. I suoi prodotti lattieri sono richiesti in tutto il mondo, perfino in Asia, un continente fortemente contrassegnato da un’intolleranza al lattosio.
Gli ostacoli che rendono difficoltose le esportazioni svizzere verso la Cina restano considerevoli. Mentre i dazi doganali per i beni industriali si situano mediamente al 9%, quelli percepiti sui prodotti agricoli superano il 15%. La riduzione o l’abolizione di questi ostacoli al commercio – attraverso un accordo di libero scambio ad esempio – favorirebbe fortemente i produttori e gli esportatori. Tuttavia, la volontà di gestire dei negoziati seri nell’ottica della conclusione di un accordo di libero scambio comprendente il settore agricolo resta abbastanza debole in Svizzera.
L’ingegneria genetica è ingiustamente bloccata
Un altro settore nel quale si mettono i bastoni fra le ruote all’evoluzione del settore agricolo è quello della ricerca. Secondo l’opinione pubblica, l’ingegneria genetica ha qualcosa di moralmente reprensibile. Anche in un paese politicamente e socialmente stabile come la Svizzera, dei campi utilizzati a scopi di ricerca devono essere circoscritti e sorvegliati. Tuttavia, si tratta di campi utilizzati da ricercatori universitari e non destinati a produrre beni che dovrebbero essere messi in commercio. L’obiettivo è di aumentare la resistenza degli organismi vegetali contro le malattie.
Da un punto di vista sociale (considerando i bisogni alimentari della popolazione mondiale e del loro aumento), vari argomenti fanno pendere la bilancia verso un’autorizzazione di queste ricerche e un esame senza pregiudizi dei risultati. I progressi realizzati nel settore dell’ingegneria genetica permetterebbero senza dubbio di aumentare significativamente la produttività del settore agricolo. Ostacolare l’evoluzione di questo settore sulla base di visioni ecologico-romantiche e di timori diffusi che non resistono ad un esame scientifico è altamente discutibile. Bisogna tenerne conto se si intende definire il quadro legale per l’utilizzo di queste tecnologie dopo il 2017.
Gli ostacoli che rendono difficoltose le esportazioni svizzere verso la Cina restano considerevoli. Mentre i dazi doganali per i beni industriali si situano mediamente al 9%, quelli percepiti sui prodotti agricoli superano il 15%. La riduzione o l’abolizione di questi ostacoli al commercio – attraverso un accordo di libero scambio ad esempio – favorirebbe fortemente i produttori e gli esportatori. Tuttavia, la volontà di gestire dei negoziati seri nell’ottica della conclusione di un accordo di libero scambio comprendente il settore agricolo resta abbastanza debole in Svizzera.
L’ingegneria genetica è ingiustamente bloccata
Un altro settore nel quale si mettono i bastoni fra le ruote all’evoluzione del settore agricolo è quello della ricerca. Secondo l’opinione pubblica, l’ingegneria genetica ha qualcosa di moralmente reprensibile. Anche in un paese politicamente e socialmente stabile come la Svizzera, dei campi utilizzati a scopi di ricerca devono essere circoscritti e sorvegliati. Tuttavia, si tratta di campi utilizzati da ricercatori universitari e non destinati a produrre beni che dovrebbero essere messi in commercio. L’obiettivo è di aumentare la resistenza degli organismi vegetali contro le malattie.
Da un punto di vista sociale (considerando i bisogni alimentari della popolazione mondiale e del loro aumento), vari argomenti fanno pendere la bilancia verso un’autorizzazione di queste ricerche e un esame senza pregiudizi dei risultati. I progressi realizzati nel settore dell’ingegneria genetica permetterebbero senza dubbio di aumentare significativamente la produttività del settore agricolo. Ostacolare l’evoluzione di questo settore sulla base di visioni ecologico-romantiche e di timori diffusi che non resistono ad un esame scientifico è altamente discutibile. Bisogna tenerne conto se si intende definire il quadro legale per l’utilizzo di queste tecnologie dopo il 2017.