Iniziativa sugli accordi internazionali: lupo travestito da agnello
L’iniziativa dell’ASNI „Accordi internazionali: decida il popolo!“ richiede un’estensione del referendum obbligatorio nella politica (economica) estera. Gli iniziativisti si ergono a paladini della democrazia diretta. Però questo non è così, anzi. Negli ultimi 8 anni il popolo avrebbe dovuto forzatamente esprimersi su circa 80 trattati internazionali, sebbene nella gran parte si trattasse di oggetti incontestati.
I cittadini sarebbero stati chiamati alle urne per decidere ad esempio sulla “Convenzione di Budapest relativa al contratto di trasporto di merci per navigazione interna”.Questo mostra come l’iniziativa crei meccanismi inutili, un aggravio dei costi e della burocrazia – ma non un rafforzamento della democrazia. Il sistema attuale è nettamente migliore. Se il popolo volesse esprimersi su un accordo internazionale può lanciare un referendum.
Dunque: l’iniziativa dell’ASNI è un lupo travestito da agnello. Non solo perché essa danneggia la democrazia ma anche perché danneggia l’economia. Quest’ultima è orientata alle esportazioni e dipende da mercati aperti. Per questo occorre una densa e flessibile rete di accordi di libero scambio, di doppia imposizione e di protezione degli investimenti. Altrimenti perderemo opportunità di crescita. Questa rete aumenta la concorrenzialità delle nostre imprese e crea posti di lavoro. Ai tentativi di isolamento dell’ASNI occorre dunque rispondere con un convinto NO il prossimo 17 giugno.
Dunque: l’iniziativa dell’ASNI è un lupo travestito da agnello. Non solo perché essa danneggia la democrazia ma anche perché danneggia l’economia. Quest’ultima è orientata alle esportazioni e dipende da mercati aperti. Per questo occorre una densa e flessibile rete di accordi di libero scambio, di doppia imposizione e di protezione degli investimenti. Altrimenti perderemo opportunità di crescita. Questa rete aumenta la concorrenzialità delle nostre imprese e crea posti di lavoro. Ai tentativi di isolamento dell’ASNI occorre dunque rispondere con un convinto NO il prossimo 17 giugno.