Ses­sio­ne esti­va 2022

Guer­ra in Ucrai­na, au­men­to dei prez­zi del­l’e­ner­gia, cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, esplo­sio­ne dei costi della sa­lu­te, de­bi­to covid co­los­sa­le – una ses­sio­ne esti­va molto ca­ri­ca si è con­clu­sa. Le Ca­me­re fe­de­ra­li hanno preso de­ci­sio­ni che vanno nel senso del­l’e­co­no­mia? eco­no­mie­suis­se trac­cia un bi­lan­cio mi­ti­ga­to: il Con­si­glio na­zio­na­le ha preso una de­ci­sio­ne af­fret­ta­ta e dan­no­sa in ma­te­ria di san­zio­ni, ma ha aper­to la via a una po­li­ti­ca cli­ma­ti­ca ri­vol­ta al fu­tu­ro. Il Con­si­glio degli Stati, dal canto suo, non è an­co­ra pron­to ad ab­ban­do­na­re l’i­dea, pe­ri­co­lo­sa, di un fondo so­vra­no, ma ha tut­ta­via re­spin­to il ver­sa­men­to di sov­ven­zio­ni spro­por­zio­na­te per la ben­zi­na.

Rias­sun­to della ses­sio­ne

Sotto l’in­fluen­za della guer­ra di ag­gres­sio­ne russa in Ucrai­na, il Con­si­glio na­zio­na­le au­spi­ca un cam­bia­men­to di pa­ra­dig­ma nella po­li­ti­ca sviz­ze­ra in ma­te­ria di san­zio­ni. Così, esso non do­vreb­be più li­mi­tar­si a ri­pren­de­re le san­zio­ni del­l’O­NU, del­l’UE o del­l’O­SCE, ma do­vreb­be anche poter de­ci­de­re au­to­no­ma­men­te. Que­sta de­ci­sio­ne af­fret­ta­ta è pro­ble­ma­ti­ca. San­zio­ni prese in ma­nie­ra uni­la­te­ra­le, vale a dire da un solo paese e non coor­di­na­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, hanno un im­pat­to solo molto li­mi­ta­to e pos­so­no su­sci­ta­re rea­zio­ni da parte del re­gi­me in­te­res­sa­to. Esse po­treb­be­ro com­por­ta­re danni eco­no­mi­ci per la Sviz­ze­ra, senza pro­dur­re dei ri­sul­ta­ti po­li­ti­ci. Resta da spe­ra­re che il Con­si­glio degli Stati man­ten­ga il san­gue fred­do e ret­ti­fi­chi la de­ci­sio­ne della Ca­me­ra bassa.

Al­tret­tan­to ac­ce­sa è stata la ses­sio­ne straor­di­na­ria sulle mi­su­re del­l’U­DC per at­tu­ti­re l'im­pat­to del­l'au­men­to dei prez­zi del­l'e­ner­gia. La ri­chie­sta: una ri­du­zio­ne tem­po­ra­nea delle tasse sui com­bu­sti­bi­li fos­si­li per al­leg­ge­ri­re il peso sulla clas­se media e sul com­mer­cio. eco­no­mie­suis­se ac­co­glie con fa­vo­re il fatto che tutte le pro­po­ste cor­ri­spon­den­ti in en­tram­be le Ca­me­re del par­la­men­to siano fal­li­te. Que­ste mi­su­re non solo sono spro­por­zio­na­te, ma con­tra­sta­no anche con gli sfor­zi della po­li­ti­ca cli­ma­ti­ca. Inol­tre, com­por­ta­no un ul­te­rio­re onere per il bi­lan­cio fe­de­ra­le. 

Il bud­get della Con­fe­de­ra­zio­ne è già sotto pres­sio­ne. Un de­bi­to covid non in­fe­rio­re ai 30 mi­liar­di di fran­chi de­v’es­se­re rim­bor­sa­to. Per am­mor­tiz­za­re ra­pi­da­men­te il de­bi­to entro il 2031, la Ca­me­ra del po­po­lo ha cer­ca­to di esco­gi­ta­re qual­che truc­co: essa vor­reb­be com­pen­sa­re la metà del de­bi­to con pre­ce­den­ti ec­ce­den­ze di bud­get. eco­no­mie­suis­se re­spin­ge que­sta so­lu­zio­ne com­ple­ta­men­te con­tor­ta. Oc­cor­re ri­dur­re il de­bi­to nella sua to­ta­li­tà – e non solo la metà – e que­sto in ma­nie­ra cor­ret­ta. Gli stru­men­ti per farlo esi­sto­no. La pro­ce­du­ra de­cre­ta­ta dal Con­si­glio na­zio­na­le è con­tra­ria al freno al­l’in­de­bi­ta­men­to ac­cet­ta­to dal po­po­lo e dai Can­to­ni. Il Con­si­glio degli Stati deve cor­reg­ge­re il tiro.

Il Con­si­glio na­zio­na­le ha anche di­mo­stra­to un ap­proc­cio poco at­ten­to ai costi nel set­to­re sa­ni­ta­rio. Ha ap­pro­va­to un con­tro­pro­get­to al­l'I­ni­zia­ti­va per premi meno one­ro­si del PS, che au­men­te­reb­be i sus­si­di ai premi di un in­cre­di­bi­le 40% (+2,2 mi­liar­di di fran­chi). Tut­ta­via, il con­tro­pro­get­to non ri­sol­ve il pro­ble­ma reale, ov­ve­ro l'e­splo­sio­ne dei costi del si­ste­ma sa­ni­ta­rio. L'I­ni­zia­ti­va per un freno ai costi del­l'Al­lean­za del Cen­tro vor­reb­be li­mi­ta­re l'au­men­to dei costi sa­ni­ta­ri. Tut­ta­via, ciò com­por­te­reb­be un de­te­rio­ra­men­to della no­stra as­si­sten­za me­di­ca di base e au­men­te­reb­be il ri­schio di sot­tou­ti­liz­zo e abuso. Il con­tro­pro­get­to del Con­si­glio na­zio­na­le evita il peg­gio in­te­gran­do gli obiet­ti­vi di costo con obiet­ti­vi di qua­li­tà. Tut­ta­via, ri­ma­ne di­scu­ti­bi­le come si possa de­ter­mi­na­re la cre­sci­ta ot­ti­ma­le dei costi.

La Sviz­ze­ra si è im­pe­gna­ta a rag­giun­ge­re la neu­tra­li­tà cli­ma­ti­ca entro il 2050 (obiet­ti­vo «zero emis­sio­ni nette»). Il con­tro­pro­get­to al­l’I­ni­zia­ti­va per i ghiac­ciai, che il Con­si­glio na­zio­na­le ha ac­cet­ta­to, è il giu­sto mezzo per rag­giun­ge­re que­sto obiet­ti­vo. Con­tra­ria­men­te al­l’i­ni­zia­ti­va, il con­tro­pro­get­to ri­nun­cia ad un di­vie­to spro­por­zio­na­to delle ener­gie fos­si­li, di modo che l’e­co­no­mia ot­tie­ne il ne­ces­sa­rio mar­gi­ne di ma­no­vra per in­no­va­re in ma­te­ria di tec­no­lo­gia cli­ma­ti­ca. In­fi­ne, vi sono così mezzi sup­ple­men­ta­ri per so­sti­tui­re i ri­scal­da­men­ti fos­si­li od elet­tri­ci. Con la pre­sen­te legge qua­dro, esi­ste un'al­ter­na­ti­va su­pe­rio­re e mag­gio­ri­ta­ria al­l'I­ni­zia­ti­va sui ghiac­ciai.

Af­fin­ché il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co abbia suc­ces­so, la Sviz­ze­ra di­pen­de anche da un ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co si­cu­ro. Per pre­ve­ni­re even­tua­li pro­ble­mi di li­qui­di­tà delle azien­de elet­tri­che cri­ti­che per il si­ste­ma, il Con­si­glio degli Stati ha quin­di de­ci­so un pac­chet­to di sal­va­tag­gio sta­ta­le fino a 10 mi­liar­di di fran­chi. Poi­ché il man­te­ni­men­to del­l'ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co è una prio­ri­tà as­so­lu­ta per l'e­co­no­mia, eco­no­mie­suis­se ac­co­glie in linea di prin­ci­pio con fa­vo­re la de­ci­sio­ne del Con­si­glio degli Stati. Allo stes­so tempo, però, non si deve per­met­te­re che la so­lu­zio­ne di altre sfide cen­tra­li del­l'ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co ri­man­ga in­die­tro. In que­sto con­te­sto, va men­zio­na­to in par­ti­co­la­re il de­cre­to ge­ne­ra­le per la legge sul­l'e­let­tri­ci­tà e l'e­ner­gia, che non potrà es­se­re trat­ta­to prima del­l'au­tun­no o del­l'in­ver­no a causa del­l'ur­gen­za del­l'at­tua­le pac­chet­to di sal­va­tag­gio.

Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci ri­ten­go­no tut­t’al­tro che ur­gen­te la crea­zio­ne di un fondo so­vra­no fi­nan­zia­to con il de­na­ro della BNS. Al con­tra­rio: eco­no­mie­suis­se ri­fiu­ta fer­ma­men­te tale fondo. È de­plo­re­vo­le che il Con­si­glio degli Stati abbia as­se­gna­to una pro­po­sta cor­ri­spon­den­te alla com­mis­sio­ne com­pe­ten­te per un esame pre­li­mi­na­re. Un fondo so­vra­no equi­var­reb­be a in­ter­fe­ri­re nella po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria della BNS. Tut­ta­via, la BNS è te­nu­ta a man­te­ne­re la sta­bi­li­tà dei prez­zi, non a rea­liz­za­re pro­fit­ti. Il fi­nan­zia­men­to di un fondo con de­na­ro della BNS, in­ve­ce, com­pro­met­te­reb­be il suc­ces­so del freno al­l'in­de­bi­ta­men­to e ali­men­te­reb­be in­te­res­si po­li­ti­ci par­ti­co­la­ri. Quin­di: giù le mani da un fondo so­vra­no!

È molto più ral­le­gran­te che il Con­si­glio na­zio­na­le vo­glia fi­nal­men­te por­ta­re avan­ti la piena as­so­cia­zio­ne della Sviz­ze­ra al più gran­de pro­gram­ma qua­dro di ri­cer­ca del mondo, Oriz­zon­te Eu­ro­pa. Ha ap­pro­va­to di stret­ta mi­su­ra una mo­zio­ne in tal senso. In nome della Sviz­ze­ra come sede di ri­cer­ca e in­no­va­zio­ne, il Con­si­glio fe­de­ra­le deve ora fare tutto il pos­si­bi­le per ga­ran­ti­re con­di­zio­ni ot­ti­ma­li ai no­stri ri­cer­ca­to­ri. Il tempo strin­ge!

In­fi­ne, la ses­sio­ne esti­va si è con­clu­sa con la di­scus­sio­ne del­l'I­ni­zia­ti­va per il pae­sag­gio al Con­si­glio degli Stati. La re­vi­sio­ne par­zia­le della legge sulla pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio deve es­se­re con­si­de­ra­ta come un con­tro­pro­get­to in­di­ret­to. eco­no­mie­suis­se ac­co­glie con fa­vo­re il chia­ro ri­fiu­to del­l'I­ni­zia­ti­va sul pae­sag­gio. Ciò ren­de­reb­be pra­ti­ca­men­te im­pos­si­bi­le l'am­mo­der­na­men­to e l'ul­te­rio­re svi­lup­po del pa­tri­mo­nio edi­li­zio al di fuori delle zone edi­fi­ca­bi­li. Tut­ta­via, anche il con­tro­pro­get­to è pro­ble­ma­ti­co. L'o­biet­ti­vo di sta­bi­liz­za­zio­ne non deve es­se­re ap­pli­ca­to solo agli edi­fi­ci, ma deve es­se­re este­so anche al­l'im­per­mea­bi­liz­za­zio­ne del suolo. Ciò ren­de­reb­be molto più dif­fi­ci­le la co­stru­zio­ne di nuove in­fra­strut­tu­re.