Ses­sio­ne au­tun­na­le 2022

Si è con­clu­sa una fre­ne­ti­ca ses­sio­ne au­tun­na­le: In ben tre ses­sio­ni straor­di­na­rie, il Par­la­men­to ha di­scus­so pro­po­ste sul­l'in­fla­zio­ne, sul­l'au­men­to della si­cu­rez­za del­l'ap­prov­vi­gio­na­men­to e su un pac­chet­to di sal­va­tag­gio per l'in­du­stria del­l’e­ner­gia elet­tri­ca. Dal punto di vista della so­ste­ni­bi­li­tà fi­nan­zia­ria, i ri­sul­ta­ti sono con­tra­stan­ti: con la ri­du­zio­ne vin­co­lan­te del de­bi­to do­vu­to al co­ro­na­vi­rus, il Par­la­men­to ha ri­co­no­sciu­to l’im­por­tan­za del freno al­l’in­de­bi­ta­men­to. Allo stes­so tempo, però, il Con­si­glio na­zio­na­le ha anche con­ces­so nuove spese. Anche in caso di una cre­sci­ta eco­no­mi­ca, la Sviz­ze­ra dovrà af­fron­ta­re un de­fi­cit nei pros­si­mi anni. D'al­tra parte, ci sono stati segni di spe­ran­za nella po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca: è stata rag­giun­ta una svol­ta pio­nie­ri­sti­ca per quan­to ri­guar­da il ritmo di am­plia­men­to delle ener­gie rin­no­va­bi­li.

Rias­sun­to della Ses­sio­ne

Seb­be­ne le fi­nan­ze fe­de­ra­li siano sot­to­po­ste a forti pres­sio­ni - il Con­si­glio fe­de­ra­le pre­ve­de un de­fi­cit an­nua­le di oltre un mi­liar­do di fran­chi a par­ti­re dal 2024 e di tre o più mi­liar­di a par­ti­re dal 2025 - il Par­la­men­to si è di­mo­stra­to scon­si­de­ra­to: il Con­si­glio na­zio­na­le vuole con­tra­sta­re l'au­men­to choc dei premi della cassa ma­la­ti con una ri­du­zio­ni dei premi pari al 30%. Il mondo eco­no­mi­co sviz­ze­ro ac­co­glie con fa­vo­re il fatto che il Con­si­glio degli Stati vo­glia rie­sa­mi­na­re la pro­po­sta, rin­vian­do la re­la­ti­va mo­zio­ne alla sua Com­mis­sio­ne per una con­sul­ta­zio­ne pre­li­mi­na­re. Tut­ta­via, una mo­zio­ne del Cen­tro-Si­ni­stra, volta ad au­men­ta­re le ren­di­te AVS per il 2023, è stata ap­pro­va­ta in stret­ta mi­su­ra da en­tram­be le Ca­me­re, ag­gra­van­do ul­te­rior­men­te il pro­ble­ma del fi­nan­zia­men­to del primo pi­la­stro (anche se per il mo­men­to il pa­ga­men­to è pre­vi­sto solo una tan­tum). I Par­la­men­ta­ri sono stati più lun­gi­mi­ran­ti nella loro de­ci­sio­ne re­la­ti­va al de­bi­to cau­sa­to dal co­ro­na­vi­rus: eco­no­mie­suis­se ha so­ste­nu­to con forza una so­lu­zio­ne tra­spa­ren­te che eviti mi­su­re spe­cia­li ar­bi­tra­rie e ri­spet­ti l'at­tua­le freno al­l’in­de­bi­ta­men­to.

Un bi­lan­cio fe­de­ra­le fi­nan­zia­to in modo so­ste­ni­bi­le com­pren­de anche le en­tra­te. L'im­po­si­zio­ne  mi­ni­ma del­l’OC­SE com­por­ta un ine­vi­ta­bi­le au­men­to delle im­po­ste per le gran­di im­pre­se at­ti­ve a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le. Se un paese non do­ves­se ri­spet­ta­re la nuova im­po­si­zio­ne, gli altri Stati sono au­to­riz­za­ti a com­pen­sa­re la man­ca­ta im­po­si­zio­ne. Do­vreb­be quin­di ap­pli­ca­re anche la Sviz­ze­ra la nuova im­po­si­zio­ne mi­ni­ma o do­vreb­be re­ga­la­re le ec­ce­den­ti en­tra­te fi­sca­li ad altri paesi? Il Con­si­glio degli Stati ha di­scus­so la que­stio­ne du­ran­te la Ses­sio­ne au­tun­na­le giun­gen­do alla chia­ra con­clu­sio­ne che le nuove en­tra­te de­vo­no ri­ma­ne­re nel no­stro paese. Anche gli am­bien­ti eco­no­mi­ci so­sten­go­no que­sto ap­proc­cio. Poi­ché i Can­to­ni  sono i mi­glio­ri at­to­ri nel ga­ran­ti­re anche in fu­tu­ro l'at­trat­ti­vi­tà della piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra, do­vreb­be­ro es­se­re cor­ri­spo­ste a loro le en­tra­te ag­giun­ti­ve.

Pro­gres­si in­co­rag­gian­ti sono stati com­piu­ti in ma­te­ria di po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca. Gli am­bien­ti eco­no­mi­ci ac­col­go­no con fa­vo­re la rea­zio­ne co­rag­gio­sa e ra­pi­da del Par­la­men­to: con un atto man­tel­lo la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca viene at­tua­ta, for­nen­do un im­por­tan­te con­tri­bu­to alla si­cu­rez­za del­l'ap­prov­vi­gio­na­men­to. Gli im­pian­ti per tutte le forme di ener­gia rin­no­va­bi­le de­vo­no es­se­re au­to­riz­za­ti se si vuole rag­giun­ge­re l'o­biet­ti­vo "zero emis­sio­ni nette" entro il 2050. Con la legge fe­de­ra­le sulle mi­su­re ur­gen­ti per ga­ran­ti­re a breve ter­mi­ne un ap­prov­vi­gio­na­men­to elet­tri­co si­cu­ro in in­ver­no, la po­li­ti­ca sta di­mo­stran­do lo spi­ri­to pio­nie­ri­sti­co di cui c'è ur­gen­te bi­so­gno. Gli esper­ti con­fer­ma­no: l'e­co­no­mia è più avan­ti della po­li­ti­ca cli­ma­ti­ca. Ora anche la po­li­ti­ca deve pro­por­re so­lu­zio­ni pra­ti­ca­bi­li.

L'e­co­no­mia è di­ret­ta­men­te in­fluen­za­ta dalle san­zio­ni, come quel­le at­tua­li con­tro la Rus­sia. Per eco­no­mie­suis­se è an­co­ra più im­por­tan­te che que­ste san­zio­ni siano ben coor­di­na­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le. L'as­so­cia­zio­ne man­tel­lo del­l’e­co­no­mia sviz­ze­ra ri­fiu­ta quin­di di al­lon­ta­nar­si da mec­ca­ni­smi mul­ti­la­te­ra­li già col­lau­da­ti: solo un ap­proc­cio coor­di­na­to con i part­ner più im­por­tan­ti della Sviz­ze­ra può sor­ti­re l'ef­fet­to de­si­de­ra­to. eco­no­mie­suis­se so­stie­ne quin­di le san­zio­ni coor­di­na­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le del­l’O­NU, del­l’O­SCE e del­l’UE.