AVS e i debiti dovuti alla pandemia: test di resistenza per la sostenibilità finanziaria
Sostenibilità finanziaria significa non rimandare i costi a domani. Sia la gestione del debito dovuto alla pandemia di coronavirus che la riforma del sistema pensionistico comportano una grande quantità di denaro - ed è importante che non si carichi troppo sulle generazioni future.
La crisi pandemica ha causato una montagna di debiti che, entro la fine dell’anno, ammonterà probabilmente a circa 30 miliardi di franchi. Il fabbisogno finanziario supplementare scoperto dell'AVS fino al 2030 è di un ordine di grandezza simile (26 miliardi). In entrambi i casi, una domanda è centrale: chi pagherà per questi costi elevati? Contribuiremo alla soluzione del problema oggi o lasceremo che siano le generazioni future a pagare?
Ogni franco d’entrata fiscale ha un costo opportunità
Per principio, la sostenibilità prevede un uso attento delle risorse. Questo vale sia per l'ambiente che per la finanza. Nel caso delle imposte, sostenibilità significa moderazione nella consapevolezza che ogni franco di entrate fiscali ne impedisce un uso alternativo (come l'investimento) e quindi crea costi-opportunità (occasioni perse). Lo stesso vale per le uscite, in particolare quando si tratta di consumi pubblici. Inoltre, se queste sono finanziate dal debito e non dalle imposte, a lungo termine viene anche limitato il margine di manovra delle generazioni future.
Il freno del debito è una manifestazione della sostenibilità finanziaria nel settore pubblico. Le entrate e le uscite devono rimanere in equilibrio a lungo termine. I bisogni di oggi devono essere finanziati con le risorse di oggi e non con quelle di domani. Questa formula ha funzionato bene finora. Ora, la crisi pandemica sta temporaneamente causando un aumento estremo della spesa, il che è legittimato nella misura in cui si tratta di un contributo alla stabilità del sistema. La questione è però come verrà gestita la situazione all'indomani della crisi, quando il debito della Confederazione sarà aumentato di un buon terzo e tornato al livello precedente all’introduzione del freno al debito pubblico.
Lasciare debiti è la cosa peggiore
Il Consiglio federale intende sottoporre a consultazione le proposte per la gestione del debito dovuto alla pandemia entro la fine dell'anno. L'idea di lasciare semplicemente il debito allo stato attuale è l’alternativa peggiore. Secondo la legge, l'estinzione del debito è obbligatoria anche negli anni che seguono una crisi straordinaria e per buone ragioni. I debiti pandemici sono debiti nostri e non dei nostri discendenti. Loro non beneficeranno più dei servizi finanziati tramite la creazione di questo debito. A beneficiarne, malgrado si tratti di un risarcimento dei danni, siamo noi. Nell'interesse di una politica fiscale che rispetti l'equità intergenerazionale, ci sono tutte le ragioni per estinguere i nostri debiti piuttosto che trasmetterli. economiesuisse chiede quindi un rimborso ragionevole ma vincolante del debito.
Un altro problema di indebitamento esiste nella previdenza sociale a causa degli obblighi futuri derivanti dalle regole odierne. Con il pensionamento dei baby boomers, il rapporto tra la popolazione attiva e quella in pensione sta diminuendo: sempre meno lavoratori devono finanziare sempre più pensionati. Allo stesso tempo, l'aspettativa di vita è in continua crescita. Quando l'AVS fu introdotta nel 1948, i versamenti delle pensioni erano previsti per 13 anni. Oggi, questo periodo è di 23 anni. Mantenere il livello delle pensioni equivale a una generosa estensione delle prestazioni che, tuttavia, non può essere coperta a lungo dalle entrate esistenti. Il deficit di finanziamento, facilmente prevedibile e in costante aumento, è contrario a qualsiasi nozione di sostenibilità finanziaria. Anche qui, si pone la questione di come affrontare la situazione dell’indebitamento implicito.
Enorme pressione anche sull'AVS
Un'ulteriore iniezione di liquidità, come discusso nell'attuale riforma dell'AVS21, fornirebbe un po' di sollievo, ma non rappresenterebbe una soluzione sostenibile a lungo termine. La necessità di fondi è semplicemente troppo grande. In base alle proiezioni, nel 2040 all'AVS mancheranno ogni anno 12 miliardi di franchi. Per coprire questo disavanzo, la Confederazione dovrebbe o raddoppiare l'imposta federale sul reddito o rinunciare completamente ai fondi per l'esercito, l'agricoltura e l'aiuto allo sviluppo. Un’alternativa sarebbe aumentare l'IVA di 4 punti percentuali, o circa della metà, il che graverebbe particolarmente sulle economie domestiche e sulle famiglie a basso reddito. Non importa come la si rigiri: mantenere l'AVS senza una profonda riforma del sistema significa gravare pesantemente sulle generazioni future e mettere a dura prova il patto intergenerazionale, tanto che l'intero sistema previdenziale potrebbe essere messo in discussione. Una soluzione che rispetti l'equità intergenerazionale richiederà quindi un adeguamento dell'età pensionabile alla nuova aspettativa di vita.
Rimandare i problemi a domani è umano, ma raramente sostenibile. Il modo in cui la nostra generazione risolverà i problemi legati ai debiti della crisi pandemica e al finanziamento dell'AVS dimostrerà la serietà con la quale affrontiamo oggi i problemi legati alla sostenibilità finanziaria.
Questo articolo è apparso in versione originale (de) su NZZ Online il 18.05.2021.