Non cam­bia­re le re­go­le in corso d’o­pe­ra!

Nella For­mu­la 1, quan­do viene an­nun­cia­to un cam­bia­men­to delle re­go­le per il pros­si­mo anno, que­sto su­sci­ta di­scus­sio­ni ani­ma­te nelle scu­de­rie e cu­rio­si­tà tra gli spet­ta­to­ri. Quan­to vale per la For­mu­la 1 non sem­bra va­le­re per le ban­che: du­ran­te i di­bat­ti­ti ac­ce­si sulla se­pa­ra­zio­ne delle at­ti­vi­tà ban­ca­rie, il tasso di fondi pro­pri e il «too big to fail», gli am­bien­ti po­li­ti­ci fa­reb­be­ro bene a ram­men­tar­si che  di­scus­sio­ni ani­ma­te e clien­ti ner­vo­si non sono una com­bi­na­zio­ne vin­cen­te nel set­to­re della po­li­ti­ca eco­no­mi­ca.
Nel 2012, il Con­si­glio fe­de­ra­le ha posto delle chia­re basi con il suo pac­chet­to di mi­su­re «too big to fail», am­pia­men­te so­ste­nu­to, sulla base del quale le gran­di ban­che de­vo­no ora au­men­ta­re la loro quota di ca­pi­ta­le pro­prio. Le mi­su­re messe in atto sa­ran­no esa­mi­na­te nel 2015. Gli isti­tu­ti fi­nan­zia­ri di­spon­go­no così della cer­tez­za giu­ri­di­ca in­di­spen­sa­bi­le per met­te­re in atto il pac­chet­to di mi­su­re. Tali la­vo­ri sono ora in pieno svol­gi­men­to e le due gran­di ban­che ri­ve­do­no co­stan­te­men­te al ri­bas­so i loro bi­lan­ci e le loro espo­si­zio­ni ai ri­schi. Al­cu­ne per­so­na­li­tà po­li­ti­che chie­do­no ora che le re­go­le ven­ga­no nuo­va­men­te cam­bia­te. La cer­tez­za di pia­ni­fi­ca­zio­ne si vede im­prov­vi­sa­men­te ri­mes­sa in di­scus­sio­ne.

L’e­co­no­mi­sta ame­ri­ca­no James Bu­cha­nan af­fer­ma­va che sono delle buone re­go­le e non dei buoni gio­ca­to­ri a ren­de­re in­te­res­san­te una par­ti­ta. Le re­go­le crea­no la tra­spa­ren­za e la si­cu­rez­za. Tut­ta­via, se gli am­bien­ti po­li­ti­ci le cam­bia­no trop­po spes­so e in ma­nie­ra pre­ci­pi­to­sa, si ot­tie­ne il con­tra­rio. Ciò che rende ap­pas­sio­nan­te la For­mu­la 1 è ve­le­no per l’e­co­no­mia sviz­ze­ra.