Iniziativa sulle successioni: senza capo né coda
Gli autori dell’iniziativa – che vuole introdurre a livello federale una nuova imposta sulle successioni – moltiplicano le dichiarazioni su possibili esenzioni a favore delle imprese e continuano a gettare polvere negli occhi degli elettori. Se all’inizio della raccolta delle firme, si trattava di un’esenzione da 2 a 8 milioni di franchi, oggi si parla di 50 milioni. Questa è pura speculazione. Di fatto, l’iniziativa non lo precisa e lascia tutti nel dubbio. Qualsiasi siano le cifre degli sgravi, l’iniziativa provocherebbe delle soppressioni d’impieghi e delle chiusure di imprese. Inoltre, più le esenzioni saranno elevate, più le entrate si ridurranno. L’iniziativa non rafforzerebbe dunque l’AVS finanziariamente.
L’esempio della Germania mostra del resto fino a quale punto le eccezioni fiscali possano essere problematiche. La Corte costituzionale tedesca ha infatti recentemente ritenuto contrario alla Costituzione il fatto di favorire la successione di imprese agli eredi. La Germania dovrà pertanto riadattare le regole per l’imposta di successione. Basandosi sul principio della parità di trattamento iscritto nella Costituzione, la Corte suprema ha ribadito che le imprese famigliari potevano certo beneficiare di una protezione particolare, ma che esonerare il 90% di esse dall’imposta sulle successioni fosse contrario alla Costituzione. Sebbene non abbiamo in Svizzera una giurisdizione costituzionale, questo principio è valido anche per noi. Gli sgravi a favore delle imprese sarebbero sanciti nella legge e sarebbe possibile bloccarne l’applicazione a causa di una violazione del principio della parità. Le promesse degli iniziativisti per quanto concerne le imprese sono solo parole al vento.
A ciò va anche aggiunto che il 26 marzo 2015, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) ha dato seguito ad un’iniziativa parlamentare che chiede che le iniziative parlamentari che contengono disposizioni retroattive siano invalidate. Essa ritiene infatti che disposizioni come l’applicazione retroattiva dell’iniziativa dopo il 1° gennaio 2012 creino incertezza giuridica. I cittadini devono essere a conoscenza delle disposizioni di legge in vigore al momento di una determinata azione. Così, la presenza di una clausola retroattiva andrebbe ad aggiungersi al mancato rispetto dell’unità della materia, dell’unità della forma o di regole imperative del diritto internazionale come motivo d’invalidazione di un’iniziativa popolare. Il 14 giugno 2015, i cittadini svizzeri si pronunceranno dunque su un progetto che potrebbe essere in futuro messo in discussione da un punto di vista legale.