Niente passi indietro nella politica agricola!
La politica agricola sta attualmente producendo fiori di tutti i colori. Alcuni attori propongono di ritornare all’Unione svizzera del formaggio, mentre altri combattono le riforme proposte dal Consiglio federale nell’ambito della politica agricola 2014-2017. La Svizzera non deve accettare una politica agricola rivolta al passato. E’ nel suo interesse rafforzare lo spirito imprenditoriale in questo settore.
L’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) ha lanciato una consultazione su un tema particolare: l’organizzazione professionale Emmentaler Switzerland chiede al Consiglio federale di dichiarare obbligatoria la gestione quantitativa centralizzata per la produzione di Emmental AOC. Gli argomenti riguarda la situazione straordinaria, il deterioramento della sua immagine e il fatto di evitare che i cosiddetti “free rider” approfittino delle misure senza partecipare al relativo finanziamento.
Unione svizzera del formaggio: uno sviluppo disastroso
L’Unione svizzera del formaggio (1948-1999) è stata un disastro se si considera la dimensione a lungo termine. La promozione “pianificata” del Gruyère, dell’Emmental e dello Sbrinz, mediante l’acquisto dell’insieme della produzione svizzera e la sua distribuzione a prezzi fissati dal Consiglio federale, ha comportato una diminuzione della qualità e una produzione maggiore della domanda. Per smerciare le eccedenze, i formaggi sono stati venduti all’estero con una politica di prezzi bassi. Questo dumping ha compromesso la creazione di marchi di qualità. Alla fine l’Unione del formaggio ha avuto l’effetto di distruggere una fonte di benessere.
La richiesta formulata quest’estate dall’organizzazione Emmentaler Switzerland presenta analogie con questo progetto. Essa propone di introdurre dei contingenti allo scopo di pilotare la produzione. Questo meccanismo non si basa né sulla domanda, né su una concorrenza efficace. Questo sistema penalizzerebbe gli attori che si erano preparati a mercati aperti. Anche se la produzione mondiale di formaggio “a buchi grandi” rappresenta probabilmente una sfida per la produzione di Emmental AOC, l’orientamento preconizzato dall’organizzazione professionale non è efficiente.
I versamenti forfettari nuocciono alla competitività
Anche le proposte relative alla politica agricola (PA 2014-17), attualmente in discussione in Parlamento, riguardano tempi passati. L’Unione dei contadini chiede il mantenimento di circa 3,5 miliardi di franchi di versamenti diretti a favore di contributi forfettari alla sicurezza dell’approvvigionamento. I versamenti forfettari inducono incitamenti inopportuni in materia di produzione, con un utilizzo economicamente ed ecologicamente poco efficace delle risorse e favoriscono il mantenimento di strutture agricole non idonee. Le economie emergenti offrono importanti opportunità per i prodotti svizzeri di qualità nei settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi. Affinché le aziende agricole svizzere siano competitive a lungo termine, la politica agricola 2014-2017 deve progressivamente preparare l’agricoltura ad un’intensificazione della concorrenza.
Il progetto del Consiglio federale va nella giusta direzione. Esso vorrebbe associare maggiormente i versamenti diretti alle relative prestazioni e agli obiettivi costituzionali. La politica agricola dovrebbe stimolare lo spirito imprenditoriale e la diversità dei paesaggi, il mantenimento di superfici aperte e l’attenuazione degli effetti sociali indotti dall’apertura del mercato. Sfortunatamente, dopo la consultazione, il Consiglio federale ha fatto ulteriori concessioni a favore dell’Unione svizzera dei contadini aumentando, tra l’altro, i previsti versamenti forfettari. Abolire altri elementi del progetto per aumentare ulteriormente i contributi alla sicurezza dell’approvvigionamento o reintrodurre i contributi per gli animali non è accettabile.
Tener meglio conto delle prestazioni fornite dagli agricoltori di montagna
Occorre anche tener maggiormente conto delle difficoltà dell’agricoltura di montagna e delle prestazioni d’interesse pubblico fornite rispetto alle aziende agricole di pianura. Se i mezzi sono utilizzati in maniera efficace e mirata, economiesuisse sostiene il budget attuale dell’agricoltura. Questo è esattamente l’obiettivo della riforma. Per contro, se la concordanza tra gli obiettivi e le misure venisse a mancare, il budget dev’essere rimesso in discussione. La Svizzera ha bisogno di un’agricoltura competitiva che possa utilizzare le opportunità di un’apertura progressiva dei mercati agricoli.
Risposta alla consultazione dell’organizzazione Emmentaler Switzerland (in tedesco)
Unione svizzera del formaggio: uno sviluppo disastroso
L’Unione svizzera del formaggio (1948-1999) è stata un disastro se si considera la dimensione a lungo termine. La promozione “pianificata” del Gruyère, dell’Emmental e dello Sbrinz, mediante l’acquisto dell’insieme della produzione svizzera e la sua distribuzione a prezzi fissati dal Consiglio federale, ha comportato una diminuzione della qualità e una produzione maggiore della domanda. Per smerciare le eccedenze, i formaggi sono stati venduti all’estero con una politica di prezzi bassi. Questo dumping ha compromesso la creazione di marchi di qualità. Alla fine l’Unione del formaggio ha avuto l’effetto di distruggere una fonte di benessere.
La richiesta formulata quest’estate dall’organizzazione Emmentaler Switzerland presenta analogie con questo progetto. Essa propone di introdurre dei contingenti allo scopo di pilotare la produzione. Questo meccanismo non si basa né sulla domanda, né su una concorrenza efficace. Questo sistema penalizzerebbe gli attori che si erano preparati a mercati aperti. Anche se la produzione mondiale di formaggio “a buchi grandi” rappresenta probabilmente una sfida per la produzione di Emmental AOC, l’orientamento preconizzato dall’organizzazione professionale non è efficiente.
I versamenti forfettari nuocciono alla competitività
Anche le proposte relative alla politica agricola (PA 2014-17), attualmente in discussione in Parlamento, riguardano tempi passati. L’Unione dei contadini chiede il mantenimento di circa 3,5 miliardi di franchi di versamenti diretti a favore di contributi forfettari alla sicurezza dell’approvvigionamento. I versamenti forfettari inducono incitamenti inopportuni in materia di produzione, con un utilizzo economicamente ed ecologicamente poco efficace delle risorse e favoriscono il mantenimento di strutture agricole non idonee. Le economie emergenti offrono importanti opportunità per i prodotti svizzeri di qualità nei settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi. Affinché le aziende agricole svizzere siano competitive a lungo termine, la politica agricola 2014-2017 deve progressivamente preparare l’agricoltura ad un’intensificazione della concorrenza.
Il progetto del Consiglio federale va nella giusta direzione. Esso vorrebbe associare maggiormente i versamenti diretti alle relative prestazioni e agli obiettivi costituzionali. La politica agricola dovrebbe stimolare lo spirito imprenditoriale e la diversità dei paesaggi, il mantenimento di superfici aperte e l’attenuazione degli effetti sociali indotti dall’apertura del mercato. Sfortunatamente, dopo la consultazione, il Consiglio federale ha fatto ulteriori concessioni a favore dell’Unione svizzera dei contadini aumentando, tra l’altro, i previsti versamenti forfettari. Abolire altri elementi del progetto per aumentare ulteriormente i contributi alla sicurezza dell’approvvigionamento o reintrodurre i contributi per gli animali non è accettabile.
Tener meglio conto delle prestazioni fornite dagli agricoltori di montagna
Occorre anche tener maggiormente conto delle difficoltà dell’agricoltura di montagna e delle prestazioni d’interesse pubblico fornite rispetto alle aziende agricole di pianura. Se i mezzi sono utilizzati in maniera efficace e mirata, economiesuisse sostiene il budget attuale dell’agricoltura. Questo è esattamente l’obiettivo della riforma. Per contro, se la concordanza tra gli obiettivi e le misure venisse a mancare, il budget dev’essere rimesso in discussione. La Svizzera ha bisogno di un’agricoltura competitiva che possa utilizzare le opportunità di un’apertura progressiva dei mercati agricoli.
Risposta alla consultazione dell’organizzazione Emmentaler Switzerland (in tedesco)