# 5 / 2017
08.05.2017

Il punto sulla situazione della professione di ingegnere

Risultati dell’indagine

Descrizione del campione

Tra il 22 febbraio e l’8 maggio 2016, economiesuisse e Swiss Engineering hanno condotto una vasta indagine presso gli ingegneri in Svizzera. Tutti i membri di Swiss Engineering che svolgono un’attività professionale sono stati interrogati. Il questionario è inoltre stato inviato a delle organizzazioni alleate. Il tasso di risposta tra i 9800 membri di Swiss Engineering che svolgono un’attività professionale è stato di circa il 30% ed è dunque relativamente elevato. In totale, hanno partecipato all’indagine 3309 persone. L’eccellente tasso di risposta migliora la rappresentatività del campionario e diminuisce il pericolo di una distorsione unilaterale dei risultati dell’indagine. Alcune caratteristiche statistiche e le quote di ciascuna di esse sono ricapitolate nella figura 1.

Tabella 1

Difficoltà di reclutamento e cause

Di questi 3309 ingegneri, 1296 svolgono una funzione dirigenziale nella quale erano implicati negli ultimi cinque anni, quando occupavano un posto di ingegnere classico. Le risposte dei quadri riflettono le difficoltà di reclutamento incontrate dalle imprese. Circa il 57% delle persone intervistate hanno ribadito come sia relativamente difficile trovare degli ingegneri. Quasi il 30% ha indicato che il reclutamento è molto difficoltoso. Meno dell’1% ritiene che la ricerca di personale sia molto facile e il 12% la considera relativamente semplice. Di conseguenza, una media di nove capi azienda su dieci interrogati ritiene che sia difficile o molto difficile trovare un ingegnere classico.

Nella Svizzera latina, il problema sembra leggermente meno acuto (cf. tabella 2). In queste regioni, l’82% dei quadri interrogati hanno risposto che è difficile trovare un ingegnere classico, contro l’89% nella Svizzera tedesca. Un’analisi settoriale mostra che il settore della costruzione in particolare registra notevoli difficoltà.

Grafico 1

Nove quadri su dieci che assumono degli ingegneri trovano piuttosto difficile o molto difficile reperire del personale di questo tipo.

Tabella 2

Grafico 2

La principale difficoltà a trovare degli ingegneri svizzeri si spiega per l’offerta nazionale insufficiente. Esiste visibilmente una penuria di ingegneri svizzeri. Ora, le imprese svizzere favoriscono i candidati elvetici a causa dell’eccellente qualità della formazione svizzera e delle loro conoscenze in merito alle specificità locali – come le leggi o la padronanza di una seconda lingua nazionale. Considerato come l’offerta sia insufficiente per coprire i bisogni, le imprese devono rivolgersi all’estero, dove per il momento è ancora relativamente facile reclutare personale.

I risultati mostrano inoltre che i dirigenti del ramo della costruzione (71%), che stimano che sia difficile o molto difficile trovare degli ingegneri, si lamentano molto spesso della penuria di ingegneri svizzeri. Per queste imprese, la conoscenza delle condizioni locali e della legislazione svizzera nonché la padronanza di una seconda lingua nazionale svolgono spesso un ruolo importante. Per contro, l’industria MEM ha maggiori difficoltà a proporre offerte interessanti ai candidati (31%). Inoltre, le imprese dell’industria MEM ricercano più spesso dei candidati che corrispondano pienamente al profilo di esigenze (37%). Questo non sorprende affatto, poiché le imprese MEM sono spesso fortemente orientate verso l’esportazione. Esse subiscono delle pressioni a causa del franco forte e della congiuntura europea indebolita. Numerose imprese operano inoltre con dei margini troppo ridotti.

La figura 1 mostra che circa il 13% dei datori di lavoro ritiene che la ricerca di ingegneri sia semplice o molto semplice. Quali sono i fattori invocati? Il 52% delle persone interrogate spiega questa situazione con le offerte interessanti sottoposte ai candidati (cf. figura 3). Come evidenzia una domanda supplementare, i datori di lavoro intendono con offerta interessante non solo un salario attrattivo, ma molti più aspetti come il contenuto del lavoro, la reputazione dell’impresa, il clima di lavoro, le possibilità di carriera e un buon trattamento dei collaboratori. La figura 3 mostra inoltre che il 42% delle persone interrogate trova la ricerca di ingegneri relativamente facile perché la loro impresa è disposta a formare i candidati che non rispondono perfettamente al profilo. Un quarto ritiene che l’offerta di ingegneri svizzeri sia buona. Per il 6% degli interrogati, la procedura d’assunzione di ingegneri stranieri è una delle ragioni per le quali essi trovano il reclutamento più semplice.

Grafico 3

Cambiamento d’impiego e cambiamento di funzione

Circa il 78% dei 3309 interrogati che hanno risposto al sondaggio hanno già cambiato almeno una volta impiego durante il loro percorso professionale. Circa il 68% lo ha fatto per motivi personali, il 15% sono stati attirati altrove e il 13% ha cambiato lavoro dopo un licenziamento. In media si sono rese necessarie nove candidature per ottenere un nuovo impiego.

La maggior parte degli ingegneri ha dunque cambiato lavoro volontariamente. Ma quali erano le loro motivazioni? L’indagine rivela che in un caso su tre, la mancanza di possibilità di avanzamento è all’origine della decisione. Per un quarto delle persone interrogate, le incertezze a proposito delle prospettive future dell’impresa spiegano chiaramente il cambiamento di impiego, mentre per un ingegnere su cinque, la mancanza di possibilità di promozione è stata determinante. Molti degli ingegneri che hanno cambiato impiego non si sentivano abbastanza apprezzati presso il loro precedente datore di lavoro. Un lavoro insoddisfacente ha spinto il 18% degli ingegneri ad inoltrare le dimissioni. Da notare che il salario non sembra essere di importanza decisiva: esso era solo al sesto posto e concerne il 16% degli ingegneri che hanno cambiato impiego.

Grafico 4

Grafico 5

L’indagine conferma che gli ingegneri sono una merce rara in Svizzera. Ma come spiegare questa situazione? Se il profilo degli ingegneri fosse omogeneo dal punto di vista economico, i posti vacanti potrebbero probabilmente essere occupati abbastanza facilmente con dei candidati stranieri. Grazie all’accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l’UE e al livello salariale nettamente più elevato in Svizzera, dovrebbe per principio essere più facile reclutare candidati all’estero. Allora perché siamo nonostante tutto confrontati ad una penuria di specialisti?

La difficoltà di reclutamento consiste in primo luogo nel fatto che i datori di lavoro favoriscono le persone che hanno seguito una formazione in Svizzera, ma faticano tuttavia a trovarle. Due terzi dei capi azienda hanno indicato che è difficile o molto difficile occupare un posto di ingegnere o hanno indicato come motivo l’offerta troppo limitata di ingegneri svizzeri. Al contrario, soltanto il 10% di essi costata anche una penuria di ingegneri stranieri. Solo il 2% afferma che la procedura d’assunzione degli ingegneri stranieri è complicata. Come mostra la figura 2, gli ingegneri non costituiscono un gruppo omogeneo: il 28% delle persone interrogate ha indicato che la penuria di manodopera specializzata è ampiamente attribuibile ai profili inadeguati. Infine, il 21% afferma di non poter proporre un’offerta sufficientemente interessante ai candidati – nel 78% dei casi il problema si situa al livello salariale.

Grafico 6

L’indagine si è inoltre interessata alle qualità di cui i candidati dovrebbero disporre. I 1’296 dirigenti interrogati insistono sull’importanza dei soft skills, oltre all’impegno nel lavoro (cf. tabella 3). Lo spirito di squadra, la collegialità, il carisma e un atteggiamento sicuro sono ritenuti abbastanza o anche molto importanti per oltre il 90% degli interrogati. Più dell’80% ritiene che sia importante avere effettuato una formazione continua nell’ambiente attuale. Altri fattori, come un’esperienza professionale successiva e dei successi comprovati sono ritenuti molto o abbastanza importanti dal 70% dei partecipanti al sondaggio. Per contro, un’esperienza nella conduzione di un gruppo, sia esso professionale, privato o militare, è ritenuta meno importante.

Ma i candidati dispongono di tutte le competenze richieste? Le risposte date dai dirigenti mostrano che questo non è sempre il caso (cf. tabella 3). Le competenze professionali in particolare non sono sempre all’altezza delle aspettative delle imprese. Soltanto il 43% dei candidati può vantarsi di successi professionali comprovati. Soltanto un terzo dispone di un’esperienza professionale degna di questo nome. La quota dei candidati con una buona rete professionale raggiunge appena il 30%. Per quanto concerne i soft skills, i risultati sono leggermente migliori: oltre il 70% dei candidati ha un certo carisma, è pronto ad impegnarsi e possiede competenze sociali sviluppate.

Questi risultati mostrano delle divergenze tra le aspettative delle imprese e le competenze reali dei candidati. Il divario maggiore concerne la formazione continua nel contesto attuale. Per l’82% dei datori di lavoro si tratta di un fattore molto o abbastanza importante. Per contro, soltanto il 41% dei dipendenti, ossia meno della metà, ha svolto una simile formazione continua. Le cifre relative all’esperienza professionale e ai successi professionali comprovati sono pure molto distanti le une dalle altre. Il divario raggiunge rispettivamente 36 e 28 punti. Si costatano inoltre delle divergenze non trascurabili a proposito dei soft skills: la differenza si situa invariabilmente tra 20 e 25 punti per i fattori della competenza sociale, dell’atteggiamento sicuro e del carisma. I candidati non adempiono sempre l’esigenza di una rete professionale. Per contro, sono all’altezza delle aspettative (o le superano) per quanto concerne le conoscenze di inglese, le note finali e la capacità di dar prova di flessibilità circa il luogo di lavoro.

Tabella 3

Cambiamento d’impiego e cambiamento di funzione

Circa il 78% dei 3309 interrogati che hanno risposto al sondaggio hanno già cambiato almeno una volta impiego durante il loro percorso professionale. Circa il 68% lo ha fatto per motivi personali, il 15% sono stati attirati altrove e il 13% ha cambiato lavoro dopo un licenziamento. In media si sono rese necessarie nove candidature per ottenere un nuovo impiego.

La maggior parte degli ingegneri ha dunque cambiato lavoro volontariamente. Ma quali erano le loro motivazioni? L’indagine rivela che in un caso su tre, la mancanza di possibilità di avanzamento è all’origine della decisione. Per un quarto delle persone interrogate, le incertezze a proposito delle prospettive future dell’impresa spiegano chiaramente il cambiamento di impiego, mentre per un ingegnere su cinque, la mancanza di possibilità di promozione è stata determinante. Molti degli ingegneri che hanno cambiato impiego non si sentivano abbastanza apprezzati presso il loro precedente datore di lavoro. Un lavoro insoddisfacente ha spinto il 18% degli ingegneri ad inoltrare le dimissioni. Da notare che il salario non sembra essere di importanza decisiva: esso era solo al sesto posto e concerne il 16% degli ingegneri che hanno cambiato impiego.