# 9 / 2020
03.12.2020

Sì all’accordo di libero scambio AELS-Indonesia: un vantaggio importante per sostenere l’industria svizzera d’esportazione

Quattro ragioni importanti per accettare l’accordo di libero scambio con l’Indonesia

Primo: migliorare le condizioni quadro della Svizzera, un paese esportatore per eccellenza

Un accesso aperto ai mercati mondiali è un fattore di successo importante per la Svizzera. Per rimanere una nazione esportatrice all’avanguardia, essa ha bisogno di questo accordo di libero scambio con l’Indonesia. Quasi la metà delle esportazioni svizzere sono destinate a mercati al di fuori del continente europeo. Nell’interesse delle quasi 100 000 imprese esportatrici basate in Svizzera, tra cui numerose PMI, è essenziale migliorare durevolmente le condizioni quadro economiche. L’accordo di vasta portata con l’Indonesia permette alle imprese svizzere di accedere molto più facilmente a uno dei maggiori mercati futuri del mondo. 

Anche le garanzie per la protezione della proprietà intellettuale, che su alcuni aspetti vanno anche al di là delle norme internazionali, rivestono grande importanza. Ciò crea un’incertezza giuridica supplementare. L’accordo darà all’economia svizzera un importante impulso di crescita a lungo termine e dei vantaggi competitivi. Ne risulterà anche un miglioramento della qualità della nostra piazza economica. L’accordo apre dunque prospettive molto interessanti al commercio estero svizzero. 

Secondo: gli accordi bilaterali guadagnano importanza

Il contesto commerciale internazionale è completamente cambiato, e non solo dopo l’entrata in funzione del presidente americano Donald Trump nel 2017: dal 2008 si osserva un’impennata del protezionismo in tutto il mondo. Questo sotto forma di sovrattasse doganali, di restrizioni all’esportazione e di altri ostacoli al commercio occulti o palesi. La liberalizzazione nell'ambito dell'OMC, invece, da diversi anni non ha fatto quasi nessun progresso. Oltre alla situazione di stallo dell'attuale amministrazione statunitense sotto il presidente Trump, le differenze tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo stanno rallentando importanti passi di riforma. Le misure prese dal presidente americano (conflitto commerciale internazionale, blocco della Corte d’appello dell’OMC) hanno ulteriormente aggravato la situazione. E per complicare le cose, la forza del franco svizzero continua a pesare su numerose imprese d’esportazione svizzere, rendendo meno interessanti i loro prodotti in termini di prezzo rispetto alla concorrenza internazionale (ad esempio dell’UE). 

In questo difficile contesto, la Svizzera, in quanto nazione esportatrice fortemente interconnessa a livello mondiale, dipende ancor di più dagli accordi bilaterali di libero scambio. Oltre alle misure unilaterali (ad es. la riduzione dei dazi d’importazione sui prodotti industriali), questi accordi bilaterali sono attualmente il solo strumento della politica economica estera della Svizzera che rimane per migliorare nuovamente la competitività delle imprese esportatrici e sostenere la diversificazione dei mercati e la ripartizione spesso richiesta dei rischi nelle catene d’approvvigionamento (sicurezza d’approvvigionamento).

Terzo: un rifiuto complicherebbe fortemente la politica economica estera della Svizzera a livello internazionale

La ratifica dell’accordo con l’Indonesia costituisce un riferimento e riveste pertanto anche una grande importanza strategica. Un rifiuto in votazione popolare sarebbe un segnale estremamente negativo e rimetterebbe dunque fondamentalmente in discussione la politica economica estera della Svizzera nei confronti dei mercati emergenti (ad es. la Malaysia, il Vietnam, l’India). La posizione della Svizzera quale partner di negoziazione credibile e affidabile verso i futuri partner contraenti risulterebbe pesantemente indebolita. 

Inoltre, la Svizzera perderebbe anche la sua credibilità in quanto attore internazionale nel settore dello sviluppo sostenibile. L’accordo contiene un capitolo esteso sulla sostenibilità, con impegni giuridicamente vincolanti (in particolare nel settore dell’olio di palma) che l’Indonesia non ha finora mai sottoscritto con nessun altro partner commerciale. Se la Svizzera dovesse respingere l’accordo, ciò rappresenterebbe un grave passo indietro per gli sforzi di paesi come l’Indonesia, vista l'importanza dell'integrazione economica globale per lo sviluppo sostenibile. Per il paese del sud-est asiatico, ciò significherebbe anche un'enorme perdita di credibilità. In un prossimo futuro, sarebbero molto improbabili nuovi negoziati. 

Quarto: mercati aperti promuovono lo sviluppo sostenibile

La Svizzera e le sue imprese sono leader in molti settori della sostenibilità. Tuttavia, la Svizzera può dare impulsi non tanto per la dimensione del suo mercato ma piuttosto a seguito della sua integrazione e interconnessione molto avanzata nei mercati esteri. Ciò può essere realizzato attraverso il trasferimento di tecnologie innovative e con l’esportazione di servizi e di beni. Dall’altra parte, sono pochissime le imprese svizzere attive a livello internazionale che non si sono impegnate a rispettare le norme internazionali nell’ambito della protezione dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro o dei diritti umani. Questi principi sono generalmente trasmessi ai partner commerciali dei mercati esteri attraverso gli investimenti diretti sul campo. 

Le imprese svizzere forniscono un importante contributo allo sviluppo sostenibile nel mondo e alla realizzazione degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU (cf. dossierpolitica di economiesuisse). Un migliore accesso delle imprese esportatrici svizzere ai mercati esteri permette di propagare più efficacemente gli impulsi positivi a favore dello sviluppo sostenibile. Senza scambi commerciali e investimenti diretti e sarebbe più difficile per la Svizzera in futuro contribuire attivamente e a lungo termine allo sviluppo economico, sociale ed ecologico sostenibile di altri paesi. Le imprese svizzere hanno dunque bisogno di un accesso ai mercati mondiali il più aperto possibile.