# 2 / 2020
25.06.2020

Biodiversità ed economia: il punto della situazione

1. Basi

Cos’è la biodiversità?

La biodiversità comprende la diversità delle specie di animali, piante, funghi e microrganismi, la diversità genetica all’interno delle varie specie, la diversità degli ecosistemi e le interazioni in e tra questi livelli (cf. grafico seguente). Come un’unità funzionale, le comunità di specie interagiscono tra di loro e con il loro ambiente non vivente. È così che si formano gli ecosistemi.
La biodiversità è una nozione molto astratta e difficile da comprendere. Paragonata agli strumenti per la protezione del clima, i criteri di valutazione della biodiversità ecologica sono solo agli esordi.

Biodiversità significa diversità delle specie di animali, di piante, di funghi e di microrganismi.

A cosa serve la biodiversità?

Un’ampia biodiversità è come una riassicurazione biologica. Se una specie dovesse scomparire, altre potrebbero svolgere il suo ruolo nell’ecosistema, che così resta stabile. Più la diversità di un ecosistema è grande, meno vi è il rischio che l’estinzione di una sola specie ne comprometta il buon funzionamento. Al contrario, più le specie scompaiono, più gli ecosistemi diventano instabili e più aumenta il rischio che altre specie si estinguano e l'ecosistema collassi. I servizi forniti dalla biodiversità permettono così all'uomo di sopravvivere e di svolgere attività economiche

Nell’economia nazionale, si parla di capitale naturale, vale a dire del valore economico della natura, la cui biodiversità è l’elemento centrale. La biodiversità fornisce prestazioni di valore economico, sociale ed ecologico, come l’approvvigionamento di acqua potabile, di cibo per gli esseri umani e gli animali e di principi attivi per i medicamenti. Serve anche come disinfestazione naturale e le persone possono utilizzare le aree naturali per la ricreazione fisica e mentale e quindi per la salute. 

La tabella seguente mostra i servizi ecosistemici, che sono divisi in servizi di base, servizi di approvvigionamento, servizi di regolazione e servizi culturali. Sono rilevanti anche per l’economia del Paese. Da un lato, possono influenzare direttamente la produzione, ad esempio di prodotti alimentari o farmaceutici. Dall’altro, hanno un’influenza indiretta sul benessere economico, ad esempio attraverso la regolazione del microclima, che a sua volta influisce sull’attrattività della piazza e dunque sul turismo. 

Il declino della biodiversità non comporta dunque solo la perdita della fauna e della flora, ma riduce anche i benefici della natura per l’uomo. Tuttavia, misurare questi benefici della biodiversità è difficile. Se, ad esempio, si osservassero le singole specie isolate, molte persone non sarebbero coscienti delle funzioni che svolgono nell'ecosistema, dei benefici diretti che ne possono derivare per l'uomo e per l'economia. E spesso si ignora il ruolo che avranno in futuro, ad esempio con altre condizioni climatiche. È tuttavia comprovato che le specie sia comuni che rare sono essenziali per i servizi ecosistemici.

Tutti i servizi ecosistemici sono rilevanti per l’economia – siano i loro effetti diretti o indiretti.

E la biodiversità?

Nel 2019, la piattaforma intergovernativa scientifica e politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici delle Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto sullo stato della biodiversità. Esso indica che la maggior parte degli obiettivi di biodiversità e di sostenibilità fissati a livello internazionale non possono essere raggiunti. La rapidità dell’estinzione delle specie è da dieci a cento volte più elevata rispetto alla media degli ultimi dieci milioni di anni. Delle 8 milioni di specie animali e vegetali del nostro pianeta, circa un milione è minacciato di estinzione. A livello locale, questa perdita di biodiversità non è sempre immediatamente visibile, poiché il numero totale di specie resta in media spesso lo stesso. Ma ciò che cambia molto, è la composizione delle specie nelle comunità locali, come mostra uno studio di Blowes (2019). Le cause della perdita mondiale di biodiversità sono lo sfruttamento eccessivo delle terre e dei mari, la distruzione diretta delle risorse naturali, il cambiamento climatico, l’inquinamento e la propagazione di specie invasive. Con l’economia globalizzata, l’impatto sulla natura passa in gran parte dai Paesi industrializzati ai Paesi in via di sviluppo. 

Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), quasi la metà degli habitat e la metà delle specie indigene studiate sono minacciate o potenzialmente minacciate. Le ragioni principali sono lo sviluppo centrifugo degli insediamenti, l’utilizzo intensivo del suolo e delle acque nonché la propagazione delle specie esotiche invasive. In termini di superficie, oltre un terzo degli ecosistemi svizzeri sono utilizzati a scopi agricoli. Le terre in questione sono spesso sfruttate con grandi quantitativi di concimi e di prodotti fitosanitari. Se questi mezzi utilizzati per la produzione agricola aiutano molto a migliorare il rendimento e la qualità, essi celano anche un certo potenziale di effetti secondari indesiderati, ad esempio nei confronti della biodiversità. Per porvi rimedio, quasi il 16% della superficie agricola utile serve oggi a rafforzare la biodiversità. Ogni anno, vengono concessi dei pagamenti diretti di circa 400 milioni di franchi a tale scopo. Probabilmente grazie a questo, in pianura si trovano oggi molti più prati di grande qualità ecologica e ricchi di specie rispetto a 15 anni fa.

Oggi, quasi un terzo del territorio svizzero è boscoso. Anche se il bosco sembra naturale e i problemi effettivamente meno pressanti, numerose specie sono comunque prive di legno morto e di vecchi alberi.

Nei parchi e nei giardini situati nelle aree d’insediamento si trovano spesso prati monotoni e piante esotiche, ma le Città offrono anche nicchie diverse su piccola scala. Oggi, la biodiversità è dunque maggiore nella zona urbana che non in campagna. La densità di infrastrutture in Svizzera, come la rete stradale e ferroviaria o le ferrovie di montagna, è elevata e occupa molto terreno. Tuttavia, le infrastrutture forniscono anche habitat e non sono necessariamente in concorrenza con la biodiversità. Così, alcune grandi linee ferroviarie forniscono corridoi e luoghi secchi, mentre il perimetro degli aeroporti può servire da hotspot indisturbato della biodiversità. 

A differenza di questi sviluppi su terreni sfruttati, sono state create in Svizzera anche numerose riserve naturali, tra cui zone d’importanza nazionale, ossia 18 parchi (su tutti il Parco nazionale), zone protette cantonali e numerose zone più piccole, comunali o perfino private. Il Canton Berna, ad esempio, ne conta 240.